Qualcosa di troppo - Film (2017)

Qualcosa di troppo
Locandina Qualcosa di troppo - Film (2017)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Si j'étais un homme
Anno: 2017
Genere: commedia (colore)

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La nostra recensione di Qualcosa di troppo

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Che la commedia francese non avesse bisogno di tante spiegazioni "scientifiche" per portare in scena l'assurdo si sapeva, per cui non c'è da farsi troppe domande se Jeanne (Dana), ingegnere edile, una mattina si sveglia e si accorge che invece della vagina tra le gambe ha un pene. Forse era quello che distrattamente aveva sognato, ma certo tra il dire e il fare... E infatti la prima impressione è lo spavento, il terrore e la fuga dal proprio ginecologo (Clavier) nella speranza che lui possa spiegarle i motivi di un fenomeno tanto inconcepibile. Quello dapprima si stupisce più di lei, poi passa a spiegarle che non deve averne paura. Anzi, meglio immaginare quella protuberanza come il peluche di casa...Leggi tutto quand'era bambina. Come lo chiamava? Pinpin? Ecco, quello sarà il suo pinpin, termine sufficientemente comico utile agli autori per limitare le volgarità, da usare quando c'è da tentare vanamente di inseguire la battuta. Perché questo è il problema: in mano a Audrey Dana (che oltre ad essere la protagonista è anche la regista e co-sceneggiatrice del film) l'argomento sesso diventa un goffo ricorso ai facili luoghi comuni del maschio perennemente allupato e il pene un fastidioso oggetto estraneo da maneggiare con difficoltà, che chissà perché dovrebbe portare a una camminata sbilenca o a farsi male quando ci si siede sulla bicicletta; o magari, e prima di tutto, a stimolare una costante sensazione di eccitamento alla vista di un seducente corpo femminile. La nuova Jeanne non sa più come reagire: mentalmente è ancora donna, sessualmente avverte pulsioni sconosciute che non sa come assecondare. E si va avanti così quasi per l'intera durata come se ciò potesse bastare a divertire; mentre invece, per quanto la bontà come attrice della Dana si riconosca, ciò a cui va incontro, l'espressione sempre preoccupata quando non terrorizzata, i balbettamenti conducono in direzione di una caricatura sfibrante e poco credibile della condizione in cui si trova. Né le possono venire in soccorso un'amica (Belaïdi) che fa e dice le solite quattro cose sull'argomento né il ginecologo di Clavier, personaggio ampiamente secondario che si incontra giusto in tre o quattro occasioni in cui il nostro contribuisce a enfatizzare il clima di disperazione generalizzata misto a entusiasmo medico per il fenomeno (un corpo in cui si fondono l'anima femminile e maschile in una sorta di singolare ermafroditismo). Desolante la ripetitività delle gag, la riproposizione con poche varianti della stessa idea, l'abuso da parte di tutti del termine pinpin (viene in mente quanto più spassoso fosse Mel Brooks quando parlava di "pimpinello" a un convegno psichiatrico), il tentativo vano di velocizzare il ritmo mostrando Jeanne costantemente fuorigiri e in preda al panico. Non a caso il film migliora quando la lenta presa di coscienza della sua condizione porta Jeanne a tranquillizzarsi cercando di vivere meglio la sua relazione col collega dalla zazzera scompigliata (Elmosnino). Sul tema saprà essere molto più acuta e spassosa la Kasia Smutniak di MOGLIE E MARITO, uscito un paio di mesi dopo e probabilmente lavorato nel medesimo periodo.

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Tutti i commenti e le recensioni di Qualcosa di troppo

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/05/17 DAL DAVINOTTI
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Galbo 18/07/17 07:47 - 12706 commenti

I gusti di Galbo

Un nemmeno tanto celato trito maschilismo e la convinzione (che si spera non appartenga alla regista) che un organo sessuale governi il mondo è alla base di una scialba commedia francese, scritta e diretta da Audrey Dana. Più fastidisa della già non condivisibile premessa è il ricorso agli stereotipi di cui il film è disseminato che riguardano sia la storia che i personaggi. Unica luce, la prova del grande Christian Clavier la cui ironica e misurata prova salva il film dal disastro totale.

Markus 13/05/17 11:17 - 3780 commenti

I gusti di Markus

Come si comporterebbe una donna se una mattina al posto della vagina si trovasse un pene? Questo è il quesito che, tra le maglie di una malriuscita commedia, si pone Audrey Dana (regista e attrice). L'idea di base poteva essere ricca di spunti spassosi, ma il taglio del film prende da subito la piega di situazioni viste nell'ottica della regista che, essendo donna, prevede un'idea di sesso maschile con qualche cliché di troppo, peraltro ripetuto per tutta la durata. Fallito il tentativo di strappare risate, resta la buona resa attoriale.

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