Note: Il film ottenne due nomination agli accademy awards, per Ed Harris (come migliore attore) e a Marcia Gay Harden (come miglior attrice non protagonista).
Ottima trasposizione cinematografica della folle e distruttiva vita del grande artista americano, nonché ottima vetrina della sua arte e tecnica pittorica geniale. In questo biografico la prima cosa ad esaltarne la fattura è il fatto che i personaggi trasposti dal reale sono ottimamente ricostruiti, risultando pertinenti e mai caricaturali. Ed Harris è semplicemente perfetto. Bravissimo anche nella realizzazione delle complicate scene di "action painting". Un gran bel film.
Stupendo Ed Harris in duplice veste di regista e protagonista. Il film merita davvero la visione. La figura di Pollock viene presentata in maniera schietta e sincera, anche cruda in alcuni punti. Vita, successo e morte dell'action-painter vengono descritti al meglio da Harris. Ottima anche l'interpretazione di Marcia Gay Harden, perfetta come co-protagonista. Assolutamente da vedere per approfondire il profilo di un grande artista del nostro tempo.
Jason Pollock artista alcolizzato ma molto celebrato dopo la sua morte, è una figura assai controversa al di là del suo talento. L'attore e regista Ed Harris lo ricorda degnamente in questa biografia che si concentra sul percorso artistico del pittore non tralasciando gli impeti autodistruttivi della sua vita tormentata. Pur non riuscendo sempre ad evitare i clichè del genere biografico, Ed Harris realizza un film crudo e sincero ben diretto ed interpretato.
Eccellente prova di Ed Harris, sia in regia che (soprattutto) come interprete di questa biografia del pittore rivoluzionario Jackson Pollock. L'impersonificazione dell'attore con l'artista newyorkese è totale, anche grazie alla somiglianza fisica e gestuale; si nota che Harris ha fatto questo film per pura passione ed omaggio a Pollock. Il film può vantare anche un cast di contorno molto valido, una bella ricostruzione d'epoca e una notevole aderenza alla realtà. Un film d'autore, non per tutti ma comunque molto interessante.
Film biografico di alto livello, soprattutto grazie all'interpretazione di Ed Harris che riesce a trasmetterci la caratura artistica di questo importante artista del nostro tempo. Senza mai scadere nel melodramma della tormentata vita di Pollock, ci presenta un mondo dell'arte (di chi la fa e di chi se ne interessa) meno kitch del solito, anzi quasi sobrio ed elegante. Da non perdere.
La sofferta vita dell'innovativo artista Pollock ben interpretato e diretto da Harris. Buona l'analisi introspettiva del personaggio con particolare attenzione al suo grave problema di alcolismo. La ricostruzione del periodo è accurata. Interessante il variegato cast di contorno, tra cui un premio oscar come miglior attrice non protagonista alla Harden.
Vita d'artista, apparentemente è inevitabile una certa quota di autodistruzione. Jackson Pollock non faceva eccezione. Quel che colpisce del film è l'autentica immedesimazione di Ed Harris nel personaggio, la cosa migliore di questo biopic che centra l'obiettivo sull'inventore dell'action painting, senza spiegare molto della sua arte, preferisce analizzare la sua incapacità di vivere al di fuori dello spazio protetto del suo studio, tra tele e colori. Nulla di veramente originale, ma vale la pena di vederlo.
Lasciando agli esperti il giudizio su quanto i dati biografici esposti siano precisi o meno, dal punto di vista cinematografico Ed Harris ha svolto un buon lavoro di sintesi, rendendo conto di Jackson Pollock sia come rivoluzionario artista sia come uomo problematico e intemperante nella vita privata e sentimentale. La sua nervigna interpretazione risalta soprattutto nelle situazioni di eccesso ed eccentricità – le scenate a tavola e in pubblico, l’alcolismo - trovando in Marcia Gay Arden una vigorosa controparte.
MEMORABILE: Il camino come gabinetto; il soccorso al cane.
Lavoro acuto, asciutto e certosino quello di Ed Harris regista. Generoso, veritiero e toccante quello di Harris attore (peraltro aiutato da una somiglianza fisica impressionante). Ottimamente supportato dalla moglie (Marcia Gay Harden), che ha meritatamente vinto l'Oscar per la sua interpretazione autentica. Pollock ci trascina nelle sue vorticose e innovative creazioni, nei suoi abissi di sregolatezza, negli usi dei pennelli e negli abusi di psicofarmaci fino all'inevitabile finale. Un film che sa mantenersi appassionato senza scivolare nel pietismo.
Film che Harris imposta in modo scarno, scontroso, per far emergere tutte le asprezze e difficoltà che l'artista ha incontrato nel suo percorso artistico e umano. Questo rifugge ogni tentativo di patinatura e rende abbastanza pesante, meditabondo l'avvio della pellicola, al limite del prodotto televisivo. Poi la materia e i dialoghi prendono forma, grazie soprattutto alle prove di Harris e della Gay Harden, lasciando che subentri l'empatia necessaria anche se certe forme di ripresa o sonore avrebbero meritato una maggiore fluidità.
Biografia del pittore americano concentrata sul suo ultimo decennio. L'approccio storiografico si concretizza attraverso diverse tappe, dalla fame alla fama, in cui si spiega il suo passaggio dallo studio dell'inconscio all'action painting. Harris dirige il suo progetto e dimostra fiducia nei suoi mezzi artistici e coraggio nel voler affrontare personalmente le voluminose tele. A tal riguardo si potevano mostrare più lavori e ridurre le connotazioni alcoliche e distruttive dell'artista. Il corredo dell'ambiente pittorico di New York del tempo sfiora il macchiettistico.
MEMORABILE: La casualità che ha portato all'action painting; La tela gigante in casa Guggenheim; Ubriaco in bicicletta.
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L'idea del film è nata perchè il padre di Ed Harris regalò al figlio un libro su Pollock, colpito dal fatto che la foto del pittore sulla copertina avesse una notevolissima somiglianza con l'attore.
Il libro, "Jackson Pollock: An American Saga" di Steven Naifeh, è stato la base per la scrittura del soggetto.