Particolare film d'animazione, che racconta cose semplici nella maniera più semplice possibile, riuscendo però, grazie all'abilità del regista, a risultare molto interessante. Originale il tipo di narrazione, che alterna passato e presente tramite un'azzecata struttura a flashback. Notevoli alcuni scenari e molto belle alcune sequenze, come quella della conversazione in macchina verso la fine. Riuscitissima anche la colonna sonora.
Come trama, personaggi e scenografie si potrebbe parlare di un film tanto è aderente alla realtà e tanto sono belli e particolareggiati i fondali disegnati dagli artisti giapponesi. Manca un po' di coinvolgimento e di stupore, è vero, la storia è pervasa da un senso melanconico che a tratti incide sulla fruizione. Denota però qualità non comuni da parte del regista e dalla sua equipe di lavoro e ci permette di avere un profondo spaccato di vita giapponese tra passato e presente.
In Giappone sono maestri indiscussi nel campo dell'animazione. Ecco un altro capolavoro, sia a livello tecnico che d'espressione artistica. Molta poesia di "sospensione" in perfetto stile nipponico. Ben resa la sempre crescente spaccatura (talora pure surreale armonizzazione) tra il Giappone tradizionale e la rivoluzionaria ondata occidentalizzante. La chiave di lettura è tuttavia più universale: nostalgia e differenza tra urbanità alienata e campagna delle radici sono simili a ogni latitudine.
MEMORABILE: La colonna sonora articolata dalle canzoni ascoltate in auto dai protagonisti: brani occidentali e nipponici egualmente celebrativi della nostalgia.
La protagonista che vive e lavora a Tokyo va a trascorrere una vacanza in campagna. Durante il viaggio, riaffiorano i ricordi degli anni della scuola elementare, la pubertà, i primi turbamenti... Alternando un presente dal tocco ben delineato e realistico con un passato rievocato attraverso contorni più indefiniti e colori tenui, il regista del capolavoro Una tomba per le lucciole, affronta un tema insolito per il cinema d'animazione come i turbamenti di una giovane donna nel momento di passaggio dalla giovinezza alla piena maturità. Film intimista, delicato, prezioso, con un finale da magone.
MEMORABILE: La scoperta del ciclo e i conseguenti imbarazzi nei confronti dei compagni maschi; il bellissimo finale accompagnato dai titoli di coda
Tra i migliori lungometraggi animati prodotti in Giappone, ha un tema inusuale, i ricordi di una giovane donna ad un bivio fondamentale della propria vita. Una netta cesura stilistica e narrativa separa le due parti, il presente e il passato, viste con "occhio" grafico differente; un eccellente lavoro di introspezione psicologica e un'animazione ai vertici per bellezza degli sfondi e naturalezza dei paesaggi. Capolavoro.
Cresciuta in una famiglia a trazione femminile che ricorda quella di Orgoglio e pregiudizio o Piccole donne, Taeko compie un viaggio che la porta a confrontarsi con la se stessa bambina e il proprio vissuto. Takahata, braccio destro di Miyazaki, dimostra un tatto non comune nell'affrontare un racconto di normalità e formazione che diventa un piccolo affresco del Giappone tra la città e la realtà rurale di fine secolo scorso. Raffinato il rapporto tra i piani narrativi, deliziosa la conduzione artistica, con fondali acquerellati per i ricordi.
MEMORABILE: I fondali e diverse soluzioni estetiche (l'arrivo del treno di notte); le musiche; il finale
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