Sospeso nelle atmosfere e silenzioso nel suo sottofondo creato da musiche ambientali e rumori della portuale Genova, l’esordio del regista di videoclip Fei analizza una storia d’amore tra due diversi che vivono nella paura di essere guardati. Le analisi psicologiche sono lasciate non certo alla trama – senza consistenza e con pochissimi dialoghi – ma ai volti dei due infelici protagonisti, che esprimono l’adeguata coabitazione tra diffidenza e curiosità, introversione e ricerca di un contatto con l’altro.
In una Genova in bilico tra carugi e modernità, lui e lei si lasciano, si perdono, si rincontrano: lui sebbene cieco è aperto come le porte della sua casa, lei per una macchia sul volto scappa dal mondo. Una trama con pochi dialoghi e dai colori freddi, che condanna il nostro tempo ridotto a pura immagine esteriore anche per mezzo dei tizi mascherati che buttano spray nero sulle telecamere. Bravi Oliva e Caprioli, come al solito simpatico e matto Timi.
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In questo film compare in un breve ruolo Filippo Timi, considerato nonostante i suoi handicap ( problemi di linguaggio e ipovisione) una promessa del cinema italiano (è conteso da parecchi registi italiani, ultimamente sta girando con Salvatores e presto inizierà con Bellocchio); il personaggio che interpreta in questa pellicola è abbastanza vicino a quello che è lui veramente, ovvero un simpatico matto balbettante ( ma solo fuori scena).
Io ho avuto occasione di conoscerlo qualche tempo fa a Milano alla presentazione del suo ultimo libro...beh, è molto simpatico, anche se non ci capisce quanto ci marci sui suoi limiti di cui ho detto...una cosa che mi ha colpito è che infantilmente contento dal successo che riscuote: alle ragazze che si avvicinivano per chiedere l'autografo sulla copia del volume era lui a chiedere il bacino di saluto...lo stesso è successo con me quando mi sono avvicinata, passata la ressa, a fargli qualche domanda!