Navigator - Un'odissea nel tempo - Film (1988)

Navigator - Un'odissea nel tempo
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Navigator: a medieval odyssey
Anno: 1988
Genere: fantastico (colore)

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Sopravvalutata opera di matrice fantastica che fa di fotografia e musiche il suo vero (e quasi unico) punto di forza. La prima mezz'ora, in uno sgranato bianco e nero, ci riporta nel XIV secolo, in un villaggio inglese: un bambino sogna che la peste nera potrà essere combattuta solo montando una grande croce in cima a una cattedrale che sta dall'altra parte del mondo, raggiungibile scavando un tunnel sotto la terra. Un gruppo di valorosi lo accompagnerà e insieme sbucheranno nella Sydney del 1988, con prevedibili "oooh" di meraviglia di fronte ad automobili, grattacieli e quant'altro. Qui il film acquista inaspettatamente il colore marcando ulteriormente la differenza tra passato e presente. Ciò...Leggi tutto che infastidisce, nel pluripremiato film di Vincent Ward, è la mancanza di una regia in grado di organizzare scene troppo frammentate, completamente asservite alla ricerca estetica. Frasi spezzettate, flash improvvisi che irrompono inutilmente nel vano tentativo di creare momenti di grande fascino visivo, i sogni a occhi aperti del ragazzino che si confondono con la realtà. Dopo aver apprezzato la bontà di alcune trovate (il sommergibile che emerge dal mare mentre il gruppo è in barca ad esempio) e l'indiscutibile qualità dell'impatto emotivo, si finisce con l'assuefarsi allo stile di Ward perdendo quasi completamente l'interesse. E questo avviene maggiormente nella parte moderna, quando cioè si è ormai abbondantemente capito che la sceneggiatura ha valenza zero e i dialoghi procedono tra grida, rimproveri e ripetizioni tediose. Zeppo di fasi superflue.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/10/06 DAL DAVINOTTI
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Panza 19/02/23 22:08 - 1834 commenti

I gusti di Panza

Le scene nel passato, fotografate con un intenso bianco e nero, appaiono fin da subito come un omaggio a Bergman, sia al Settimo sigillo (più immediato per ambientazione) sia allo sperimentalismo di Persona. Questo mondo entra poi in contatto con quello contemporaneo, composto da scenari desolanti, in cui il contrasto tra le epoche è più surreale che comico. Sono i momenti in cui talvolta il ritmo incespica, diluendo troppo le avventure del gruppo: tolti certi difetti di ritmo, resta un'opera affascinante nel descrivere il fideismo medioevale alle prese con il furore della peste.

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  • Discussione Kanon • 10/01/16 12:33
    Fotocopista - 832 interventi
    Ward ha un suo stile piuttosto contemplatore, molto visivo (che ricordo di aver notato anche in Vigil) ma poco propenso a raccontare veramente qualcosa. Detto questo, sono d'accordo col papiro di Marcel: la storia è curiosa (ed anche sui generis, sotto certi aspetti) ma buttata un po' lì senza molto interesse, mescolando ambientanzioni medievali con qualche topos fantasy risaputo (le visioni ed il conseguente disvelamento di esse). Si segue annoiati, risvegliati di tanto in tanto da qualche guizzo visivo (carina la breve corsa in pov sulla metropolitana).
  • Discussione Buiomega71 • 10/01/16 13:36
    Consigliere - 25943 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Ward ha un suo stile piuttosto contemplatore, molto visivo (che ricordo di aver notato anche in Vigil) ma poco propenso a raccontare veramente qualcosa. Detto questo, sono d'accordo col papiro di Marcel: la storia è curiosa (ed anche sui generis, sotto certi aspetti) ma buttata un po' lì senza molto interesse, mescolando ambientanzioni medievali con qualche topos fantasy risaputo (le visioni ed il conseguente disvelamento di esse). Si segue annoiati, risvegliati di tanto in tanto da qualche guizzo visivo (carina la breve corsa in pov sulla metropolitana).

    Per il sottoscritto, al contrario, un piccolo gioiellino sottovalutato e ancora sconosciuto ai più (un vero peccato)

    Sono passati secoli da quando lo vidi, ma mi conquistarano il talento visivo di Ward (lo avrei voluto al timone di Alien 3 , che doveva inizialmente dirigere, senza nulla togliere a Fincher), il suo medioevo tenebroso e infangato (quasi gilliamesco), sorella morte (così viene chiamato il tristo mietitore dai protagonisti medievali del film) e il geniale balzo nel futuro (nell'era odierna) col Kenworth sulla strada (proprio come ben illustra il manifesto del film)

    Poi, non ricordo moltissimo, ma lo trovai una piacevole sopresa e un delizioso "culto non colto"
    Ultima modifica: 10/01/16 13:37 da Buiomega71
  • Discussione Kanon • 10/01/16 14:19
    Fotocopista - 832 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Ward ha un suo stile piuttosto contemplatore, molto visivo (che ricordo di aver notato anche in Vigil) ma poco propenso a raccontare veramente qualcosa. Detto questo, sono d'accordo col papiro di Marcel: la storia è curiosa (ed anche sui generis, sotto certi aspetti) ma buttata un po' lì senza molto interesse, mescolando ambientanzioni medievali con qualche topos fantasy risaputo (le visioni ed il conseguente disvelamento di esse). Si segue annoiati, risvegliati di tanto in tanto da qualche guizzo visivo (carina la breve corsa in pov sulla metropolitana).

    Per il sottoscritto, al contrario, un piccolo gioiellino sottovalutato e ancora sconosciuto ai più (un vero peccato)

    Sono passati secoli da quando lo vidi, ma mi conquistarano il talento visivo di Ward (lo avrei voluto al timone di Alien 3 , che doveva inizialmente dirigere, senza nulla togliere a Fincher), il suo medioevo tenebroso e infangato (quasi gilliamesco), sorella morte (così viene chiamato il tristo mietitore dai protagonisti medievali del film) e il geniale balzo nel futuro (nell'era odierna) col Kenworth sulla strada (proprio come ben illustra il manifesto del film)

    Poi, non ricordo moltissimo, ma lo trovai una piacevole sopresa e un delizioso "culto non colto"


    Siamo più d'accordo di quanto possa sembrare. Anche io riconosco un certo talento (o propensione verso il) visivo e quel lato - come già detto - sui generis : il medioevo, il salto temporale attraverso lo scavo sotterraneo, i visitatori che non si scompongono minimamente dinanzi alla modernità dell'epoca in cui giungono (non mi pare che dicano nulla circa le automobili, guardono la tv senza sbigottirsi minimamente). Però ribadisco che oltre a questo, ci ho trovato poco altro: chiacchiere ed una direzione vaga della regìa.
  • Discussione Buiomega71 • 10/01/16 14:30
    Consigliere - 25943 interventi
    Kanon ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Ward ha un suo stile piuttosto contemplatore, molto visivo (che ricordo di aver notato anche in Vigil) ma poco propenso a raccontare veramente qualcosa. Detto questo, sono d'accordo col papiro di Marcel: la storia è curiosa (ed anche sui generis, sotto certi aspetti) ma buttata un po' lì senza molto interesse, mescolando ambientanzioni medievali con qualche topos fantasy risaputo (le visioni ed il conseguente disvelamento di esse). Si segue annoiati, risvegliati di tanto in tanto da qualche guizzo visivo (carina la breve corsa in pov sulla metropolitana).

    Per il sottoscritto, al contrario, un piccolo gioiellino sottovalutato e ancora sconosciuto ai più (un vero peccato)

    Sono passati secoli da quando lo vidi, ma mi conquistarano il talento visivo di Ward (lo avrei voluto al timone di Alien 3 , che doveva inizialmente dirigere, senza nulla togliere a Fincher), il suo medioevo tenebroso e infangato (quasi gilliamesco), sorella morte (così viene chiamato il tristo mietitore dai protagonisti medievali del film) e il geniale balzo nel futuro (nell'era odierna) col Kenworth sulla strada (proprio come ben illustra il manifesto del film)

    Poi, non ricordo moltissimo, ma lo trovai una piacevole sopresa e un delizioso "culto non colto"


    Siamo più d'accordo di quanto possa sembrare. Anche io riconosco un certo talento (o propensione verso il) visivo e quel lato - come già detto - sui generis : il medioevo, il salto temporale attraverso lo scavo sotterraneo, i visitatori che non si scompongono minimamente dinanzi alla modernità dell'epoca in cui giungono (non mi pare che dicano nulla circa le automobili, guardono la tv senza sbigottirsi minimamente). Però ribadisco che oltre a questo, ci ho trovato poco altro: chiacchiere ed una direzione vaga della regìa.


    Purtroppo non ricordo moltissimo (l'ho visto quasi 22 anni fà, e , a parte qualche flash di immagini portentose, c'ho la nebbia)

    Ma rimane un bel ricordo di una visione che mi colpì molto (il medioevo, appunto, l'arrivo degli eroi nella nostra epoca)

    Anche come script aveva idee tumultuose (non ricordo nei dettagli, come la scena dei televisori o delle auto, ma , conoscendomi, se un film mi prende bene lascio da parte la sospensione all'incredulità)

    Posso solo dire che ho preferito questo piccolo gioiello del fantastico ai tronfi (e incasinati) racconti corali favolistici firmati Terry Gilliam (a cui Ward un pò occhieggia)

    Ma non e detto che ci torni sù, visto che ho la vhs della Azzurra

    Quando lo consiglio a qualcuno di mia conoscenza, quasi tutti, lo scambiano per l'omonima (nel titolo anglofono) pellicola bambinesca di Randall Kleiser

    Della serie "Sì, l'ho visto! Quello del bambino che guida l'astronave insieme a quell'alieno"

    Vabbè...
    Ultima modifica: 10/01/16 14:30 da Buiomega71
  • Discussione Kanon • 10/01/16 14:43
    Fotocopista - 832 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Ward ha un suo stile piuttosto contemplatore, molto visivo (che ricordo di aver notato anche in Vigil) ma poco propenso a raccontare veramente qualcosa. Detto questo, sono d'accordo col papiro di Marcel: la storia è curiosa (ed anche sui generis, sotto certi aspetti) ma buttata un po' lì senza molto interesse, mescolando ambientanzioni medievali con qualche topos fantasy risaputo (le visioni ed il conseguente disvelamento di esse). Si segue annoiati, risvegliati di tanto in tanto da qualche guizzo visivo (carina la breve corsa in pov sulla metropolitana).

    Per il sottoscritto, al contrario, un piccolo gioiellino sottovalutato e ancora sconosciuto ai più (un vero peccato)

    Sono passati secoli da quando lo vidi, ma mi conquistarano il talento visivo di Ward (lo avrei voluto al timone di Alien 3 , che doveva inizialmente dirigere, senza nulla togliere a Fincher), il suo medioevo tenebroso e infangato (quasi gilliamesco), sorella morte (così viene chiamato il tristo mietitore dai protagonisti medievali del film) e il geniale balzo nel futuro (nell'era odierna) col Kenworth sulla strada (proprio come ben illustra il manifesto del film)

    Poi, non ricordo moltissimo, ma lo trovai una piacevole sopresa e un delizioso "culto non colto"


    Siamo più d'accordo di quanto possa sembrare. Anche io riconosco un certo talento (o propensione verso il) visivo e quel lato - come già detto - sui generis : il medioevo, il salto temporale attraverso lo scavo sotterraneo, i visitatori che non si scompongono minimamente dinanzi alla modernità dell'epoca in cui giungono (non mi pare che dicano nulla circa le automobili, guardono la tv senza sbigottirsi minimamente). Però ribadisco che oltre a questo, ci ho trovato poco altro: chiacchiere ed una direzione vaga della regìa.


    Quando lo consiglio a qualcuno di mia conoscenza, quasi tutti, lo scambiano per l'omonima (nel titolo anglofono) pellicola bambinesca di Randall Kleiser

    Della serie "Sì, l'ho visto! Quello del bambino che guida l'astronave insieme a quell'alieno"

    Vabbè...


    Ehehehe. Credo sia inevitabile. Anche io, quando ho letto il titolo, ho pensato sùbito al film di Kleiser (visto più volte tra infanzia e adolescenza).
  • Curiosità Zender • 7/06/17 15:11
    Capo scrivano - 47729 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: