Un trombettista jazz dopo avere trovato in riva al mare il cadavere di una donna si trova immerso in vicende erotiche e sanguinose. Capolavoro di Jess Franco, qui più che mai programmaticamente disinteressato alla storia e concentrato sulle immagini, sull'andirivieni sogno-realtà, sulle sue ossessioni erotiche e artistiche. Affascinante, surrealista, psichedelico. Grandiosa colonna sonora di Manfred Mann. Il protagonista è chiaramente ispirato a Chet Baker. Da vedere.
MEMORABILE: Klaus Kinski in situazione sado-maso (per lui maso) agghindato come Sordi nello Sceicco bianco.
L'opera migliore del maestro Franco, tutta sospesa tra realtà e sogno, con una sensuale Maria Rohm nel ruolo principale, ma anche un trio di torturatori d'eccezione: Dennis Price, Margaret Lee, Klaus Kinski (ma pure Darren e la Mc Nair) si impegnano. Musiche di altissimo livello, molta atmosfera, sognante, finale inaspettato e crudele. Particina per Paul Muller. Un capolavoro.
Ho visto la versione di TVR, dove mancano 10 minuti di scene spinte e forse mezzo pallino di voto. La storia è notevole, descritta con stile elegante e decisamente psichedelico. Peccato che Franco alterni momenti di regia intensi ad altri meno felici, specie quando indugia su alcuni passaggi jazz per diluire la durata del film. Ma le canzoni sono comunque molto belle, così come le attrici femminili del cast. Piuttosto ingessati gli attori maschili.
Asintattico e indistinto, opacizzato da torrenziali musiche jazz e da puerili effetti optical. L'impellicciata ultrice Rohm erra tra sogno e realtà, secondo quella cifra stilistica erotico-psichedelica che Franco sviulupperà in più coerente maniera nell'imprescindibile Vampiros lesbos. Finale simile a quello di uno dei “Misteri d'Italia” di Buzzati (1978). Darren sarà l'agente Corrigan in T.J. Hooker; Franco compare più volte come suonatore. Sensoriale.
MEMORABILE: La scena del necrofilo Price con la Rohm.
I sensi di colpa d'un musicista si ripresentano alla dissepoltura di una tromba, durante la quale azione il cadavere galleggiante, nelle vicine acque, di una ragazza richiama alla razionalità le responsabilità provocate dal "non agire": Wanda, la vittima, spogliarellista in un night presso il quale il musicista suonava, è stata seviziata davanti ai suoi occhi da una sadica fotografa e due bièchi figùri. Eccezionale opera di Franco, in grado (almeno una volta) di farci dimenticare le decine e decine di inutili opere sciatte ed insignificanti. La storia è banale, ma non la regia ed il risultato.
Trama comunque interessante, tradotta nello stile del Franco onirico. Numerose le scene rallentate ed illuminate con il colore rosso e quello blu. Franco tralascia volutamente l'aspetto realistico e quindi ripiega la storia quale sottostante alle immagini, cercando l'arte e la cerimonia. Le musiche sono davvero belle e la ricerca della verità si fonde con l'evoluzione delle stesse, per poi ritornare al silenzio e alla morte. Lo spettatore compiuto, sensibile e ricercatore può essere alla fine soddisfatto, mentre gli altri (mi includo) si inoltrino altrove.
Non mi ha entusiasmato troppo questo film di Franco, che comunque si impegna rispetto a certe robacce che girerà negli anni a venire. Buona la prova degli attori, fa una piccola parte anche un giovane Adolfo Lastretti. Alla fine diciamo che non è male ma non è certo un capolavoro.
La psichedelia e l'onirismo di questo film son molto lontani da quelli dei registi italiani da me più venerati, ma la sua peculiarità, azzeccatissima, è che non si tratta di un film con scene di alchimia accompagnate da uno splendido sottofondo musicale, bensì una serie di brani meravigliosi ai quali un film a trama molto scarna fa da impalcatura non di sostegno, ma di decoro. Sono quelle occasioni in cui, se il film lo si "prende" bene, è facile goderselo a pieno regime. Gli attori confermano le loro doti, ma i veri protagonisti sono Manfred Mann & co.
MEMORABILE: Adolfo Lastretti, sorprendente da vedere come unico personaggio attaccato alla realtà e per di più commissario; Margaret Lee nella vasca da bagno.
Il solito, vecchio Jess: dialoghi strampalati, sadomasochismo, svolazzi psichedelici, eccessi di vario genere che debordano dal corpo centrale della narrazione. Stavolta, però, la colonna sonora di Manfred Mann (periodo "Manfred Mann Chapter Three") opera una mutazione inattesa: il film è come rapito entro un ritmo sospeso e dilatato che brucia ogni incongruità. Ne risulta un'opera difettosa, ma in grado di esercitare un fascino psichedelico proprio delle migliori produzioni del regista.
La Venere in pelliccia di Sacher-Masoch è un punto di partenza che il regista sviluppa in un'altra direzione, mantenendone l'essenza dell'eros associato ad angoscia e morte. Il film è un lunghissimo monologo interiore legato al senso di colpa e al rimorso, reso con immagini sfuocate, invase da filtri o semplicemente pervase da un senso di sospensione grazie anche a musiche minimaliste, dove è incerto il limite tra reale e immaginario. Il corpo senza vita che riaffiora e le stanze con pareti e pavimenti rossi ricordano il Lynch di Laura Palmer.
MEMORABILE: L'apparizione della "Venus in fur" e l'incalzante tema musicale; L'harem con Kinsky principe, dove viene rovesciato il ruolo padrone-schiava.
Un esempio del miglior Franco, quando bizzarria non faceva ancora rima con sciatteria come in molti film girati negli anni successivi. Sospeso in una dimensione onirica, il film riesce a catturare lo spettatore non certo per l'originalità della trama - una donna che ritorna dall'aldilà per vendicarsi dei suoi assassini - ma per l'atmosfera dolente e rarefatta esaltata dalla fotografia di Angelo Lotti e dalle onnipresenti musiche jazz. Da vedere nell'edizione USA, per quanto rinnegata dall'autore. La stravolta e censuratissima versione italiana è firmata da Hans Billian.
MEMORABILE: Kinski che beve il sangue della Rohm prima di ucciderla.
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Ciao Lucius,credo che le noti si riferiscano al fatto che purtroppo l'edizione italiana presenta una censura ottica su tutte e dico tutte le scene di sesso e di violenza,a descriverlo uno non ci crede,ma vederlo con i propri occhi lascia di stucco,sono state usate dissolvenze che non fanno vedere neanche un singolo lato della scena,si sente solo l'audio.
In conseguenza anche a mio avviso l'italiana non è proprio la miglior versione.
Credo che il dvd another world riporti tra gli extra l'italica versione,ma non sono sicuro.
Ciao Ciavazzaro, grazie mille per le delucidazioni, sempre utilissimo.
DiscussioneFauno • 25/11/15 22:35 Contratto a progetto - 2742 interventi
Visionata la versione TVR. Capisco sia tagliata, e in effetti per una cosa sono d'accordo con Gobbo, anche se molto a modo mio...Ma come partenza per il digiuno totale che avevo su Jesus Franco, devo proprio dire che è stata a razzo. Non straordinario, ma sicuramente un gran film. FAUNO.
Io ti consiglio caldamente anche di recuperare la versione estera, perché con quella italiana si perde moltissimo (oltre all'incredibile censura di tutte le scene amorose, una cosa ridicola a dir poco).
Versione italiana curata dal povero Bruno Mattei, che a mio avviso ha compiuto un lavoro decisamente migliore con la versione italiana di Delirium.
Un film veramente straordinario, onirico, inquietante, con una sensuale Maria Rohm.
Il cast di contorno, i depravati Kinski, Lee e Price risulta veramente perfetto.
La scena dell'omicidio/stupro nella "cripta" mentre sopra c'è la festa è di gran fascino visivo.
Anche il finale (quello della versione usa) è bellissimo.
DiscussioneFauno • 26/11/15 12:35 Contratto a progetto - 2742 interventi
Lo farò senz'altro, ma prima devo vedere Sicarius. Non si discosta così tanto dai nostri Polselli e Cavallone. Però a molti è sfuggita la componente fondamentale che rende quasi unico questo film, almeno nella versione italiana, e io l'ho sottolineato nel commento. Grazie molto Ciavazzaro; ho intenzione di vederne altri prossimamente, sia di Franco che di Larraz. Ciao, a presto :-) FAUNO.