Commedia agrodolce sulla triangolazione napoletanità-cina-camorra dove la sceneggiatura colorita riesce ad affermare i suoi messaggi. Tra una canzoncina e una parlata locale, l’insieme delle micro storielle scorre ordinato senza provocazioni, celando di fondo un malessere a condividere situazioni più grandi di quelle gestibili dalla presente umanità. Non un film di denuncia ma un archetipo delle problematiche medie presenti in Campania. Buona prova della Ranieri e di Aida Turturro.
Il business caseario mescolato a storie di camorra e di varia umanità, in una commedia coprodotta dal regista Kusturica e che allo spirito generale dell'artista serbo croato si rifà in maniera piuttosto manifesta. La combinazione delle microstorie raccontate non è però particolarmente omogenea e il film alterna momenti interessanti ad altri meno riusciti. Da segnalare la buona prova del cast e la colonna sonora gradevole.
Si comincia con un Mozzarella party (!) ma che non si tratti solo di una commedia casertana a base di belle donne e latte (di bufala) è subito chiaro: ci sono anche i camorristi. Il film si snoda quindi sul confine tra celia e dramma, dove a nomi ridicoli (Dudo, Angelo Tatangelo, Ciccio Dop) si aggiungono nodi, tra cui il pericolo “giallo”, che alla fine verranno inevitabilmente al pettine. Originale, divertente e frizzante con una Ranieri che, oltre ad essere brava, è “buona” e croccante come una mozzarella di giornata. Ovviamente d.o.p.
MEMORABILE: La festa iniziale, una follia a base di mozzarella mambo, bufala di cartone che scarica mozzarelle in piscina; La Ranieiri che impazza.
Oltre ai colori, alla parlata, alle espressioni e agli atteggiamenti tipicamente napoletani (o casertani, per quelli che riescono a cogliere le sfumature), salta all'occhio - forse perché onestamente evidenziata - la differenza "in affari" e non solo tra i nativi e i cinesi ("un miliardo e duecento milioni di pallottole"). De Angelis ha messo la sua napoletanità e anche l'esperienza di pallanuotista, oltre al soggetto, ma sembra evidente l'influenza di Kusturica nella coloritura delle scene. Alla fine ne esce una originale black comedy nostrana.
Il canovaccio non è propriamente il massimo, ma in questa sorta di film di denuncia sul mercato delle mozzarelle assistiamo a almeno a buone performance del cast. I momenti piuttosto ironici si alternano ad altri poco riusciti e noiosi e ci si salva grazie alla durata di circa 80 minuti. Bene la colonna sonora e piacevoli sia i colori che la fotografia. Vedibile.
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