L'Ulisse del titolo è un moderno regista greco che si avventura in un viaggio folle sfidando la guerra, la miseria, la morte, alla ricerca dei negativi di quello che probabilmente fu il primo film della storia del cinema, impressionato nel 1905 da due fratelli greci girovaghi nei balcani; non c'è ritorno ad "Itaca" per il protagonista, l'epica sfocia in tragedia. Riflessione sulla condizione umana oppure meditazione sul ruolo del cinema? Difficile dirlo...
Ritorno alle origini: identitarie e cinematografiche, certo, ma anche della narrazione, che trova nel fallimento dell'epica la rinascita della tragedia quale chiave interpretativa del reale. Cinema d'alta levatura concettuale, aulico e fluviale, i cui assidui espedienti registici (i piano sequenza interrotti, i fuori capo, i ruoli femminili consegnati ad una sola attrice) ne ribadiscono la possanza autoriale ma al contempo sopravanzano il valore stesso delle immagini - come nella sequenza del massacro dove la provocazione stilistica finisce con l'ottundere la potenza dell'evento rappresentato.
MEMORABILE: La statua di Lenin trasportata lungo il fiume.
Theodoros Angelopoulos HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàGugly • 19/12/08 18:32 Archivista in seconda - 4713 interventi
Il ruolo di Erland Josephson inizialmente era stato affidato a Gian Maria Volontè, che tuttavia morì durante le riprese. Di Volontè esistono comunque dei ciak visibili all'inizio del documentario "GMV un attore contro".
Una delle scene girate da Gian Maria Volontè, tagliate dopo l'improvvisa morte dell'attore, stroncato da un infarto mentre si trovava in Grecia per le riprese del film (il ruolo assegnato a Volontè sarà poi affidato all'attore svedese Erland Josephson)