Lies we tell - Verità pericolosa - Film (2017)

Bolso dramma che mescola più generi senza costrutto lambendo il noir, il thriller, il sentimentale... Tutto comincia con la morte di un misterioso boss (Keitel, che di fatto resta in scena i primi tre minuti per poi scomparire, ritornando successivamente giusto un paio di volte sul video d'un telefonino!); il suo fidato autista (Byrne) entra in casa per sistemarla dopo i funerali e vi trova dentro Amber (Deen), splendida musulmana che a quel punto si capisce essere stata l'amante del defunto. L'approccio non è dei migliori, benché Donald si distingua per un'impassibilità ai confini dell'abulia, ma i due impareranno a conoscersi, anche perché l'uomo...Leggi tutto entrerà presto nella vita privata della giovane scoprendone un passato ricco di momenti tragici; a cominciare dal matrimonio di lei contratto al tempo con il cugino K.D. (Uddin), un tipo dall'aria ben poco raccomandabile che gioca a fare il duro con tutti.

Quando però, sul cellulare del suo principale scomparso, Donald trova un video assai compromettente che mostra quest'ultimo con Amber in pose equivoche, capisce come la ragazza sia ancora ricattabile. Cancellare il filmato non è sufficiente, perché lo sprezzante figlio del boss è riuscito ad averlo prima che venisse distrutto; con quello chiede ad Amber un semplice passaggio di consegne e di portarsela a letto così come faceva suo padre. Naturalmente lei non ci sta, ma è solo uno degli imprevisti che dovrà affrontare la donna aiutata da Donald, il quale le si affeziona e senza darlo troppo a vedere cerca in qualche modo di liberarla dai guai familiari.

Solo accennato lo scontro tra diverse culture, restano una miriade di primi piani sul volto effettivamente magnetico della bella Sibylla Deen (alla sua prima vera partecipazione non televisiva), che vediamo con turbante, senza, con i meravigliosi capelli sciolti o raccolti, truccata e meno truccata, sempre contenuta nell'esprimersi, presenza forte e più viva di un Byrne che recita sì in sottrazione ma poco incide. E dal momento che la regia si perde in inutili divagazioni, che si ingarbuglia in una trama che spiega la situazione a spizzichi e bocconi costringendo ad aspettare un bel po' prima di avere una visione d'insieme chiara, seguire il film diventa per più tratti faticoso e scarsamente stimolante.

Uddin - terza figura in ordine d'importanza dopo la coppia protagonista - è il solito gangster manesco e minaccioso ma dotato di un discreto carisma, Mark Addy il coinquilino robusto di Donald che non si capisce bene quale funzione abbia davvero nella storia, dal momento che nemmeno si può dire sia divertente (a dispetto delle apparenze): sembra inserito a caso come molti altri, a cominciare dal piccolo cagnolino utile giusto per suscitare ruffiana tenerezza. C'è insomma poco o nulla d'interessante nel film, nonostante un'impostazione magari non banalissima della vicenda. I dialoghi non decollano mai (né può considerarsi così azzeccata la frase che si vorrebbe cult di Keitel sui mariti che tradiscono: "Gli unici che vengono beccati sono quelli che non amano abbastanza le loro mogli"), l'ambientazione inglese non si fa notare salvo per un paio di scorci (in riva al fiume con gli archi sullo sfondo) e le pause dovute a scene che sanno tanto di riempitivo non si contano. Per nulla approfondita la figura del boss cui presta il volto Keitel, appena più intrigante l'idea del nuovo matrimonio di K.D... con la sorella di Amber. Trascurabile.

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