Hai ragione. Tra l'altro, adesso che mi sto addentrando un po' in quest'area francese di inizi 900, trovo che sia molto interessante cercare di individuare le diverse personalità dei registi di un cinema pionieristico davvero molto più articolato di quel che potrebbe sembrare.
Per esempio,
nonno Georges, come dici tu, è davvero geniale: qualsiasi cosa nelle sue mani diventa "maraviglia", perché lui sa trasformarla in qualcosa di nuovo, perché il suo stesso sguardo parte con una curiosità "Nuova"; e perfino i corti più routinari hanno in realtà un senso dello stupore davvero unico. In questo senso, mi sembra che invece
Chomon sia molto meno a suo agio da questo punto di vista, un vero gregario, a parte per la sua vera passione, e cioè l'animazione, per il quale è realmente un maestro: per me, lui esprime la sua genialità nel bricolage, non nel grande spettacolo.
Adesso, da un po' di tempo, sto scoprendo
Zecca, che mi piace molto: trovo che in lui ci sia un senso drammatico che interroga il naturalismo, cercando di ridefinirlo e puntando al dettaglio. E' un ragionamento su cui conto di riflettere nei quattro o cinque corti di Zecca che ancora devo vedere, tra cui un Vangelo-kolossal di ben 45 minuti, da cui mi attendo folgorazioni!!! Vedremo. Infine, ancora non so se approfondirò un altro del periodo, e cioè
Gaston Velle, di cui io e te abbiamo commentato il pazzesco "La peine du taillon": magari provo a cercare altre cose, chissà che personalità viene fuori... forse, con quel precedente che abbiamo visto, una mentalità contorta e conturbante?