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Discussioni su Les victimes de l'alcoolisme - Corto (1902)

di Ferdinand Zecca con (n.d.)
  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/06/11 DAL BENEMERITO PIGRO
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  • Davvero notevole!:
    Pinhead80
  • Quello che si dice un buon film:
    Pigro, Stefania, Trivex, B. Legnani, Caesars

DISCUSSIONE GENERALE

4 post
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  • Stefania • 22/06/11 19:41
    Addetto riparazione hardware - 601 interventi
    Mi sono divertita a rivedere il corto di Méliès "Il y a un dieu pour les ivrognes" facendo un raffronto con questo di Zecca, interessante vedere come entrambi svolgano lo stesso tema con linguaggi completamente diversi: umoristico-grottesco Méliès, verista Zecca. C'è una leggerezza, in Méliès, una certa irriverenza che lui ha anche in altri corti nei confronti del ruolo delle forze dell'ordine (si pensi a "Les affiches en goguette"), è più ironico e, nello stesso tempo, più pessimista di Zecca. Un vero cattivo soggetto, nonno Georges;)
  • Pigro • 22/06/11 20:19
    Consigliere - 1711 interventi
    Hai ragione. Tra l'altro, adesso che mi sto addentrando un po' in quest'area francese di inizi 900, trovo che sia molto interessante cercare di individuare le diverse personalità dei registi di un cinema pionieristico davvero molto più articolato di quel che potrebbe sembrare.
    Per esempio, nonno Georges, come dici tu, è davvero geniale: qualsiasi cosa nelle sue mani diventa "maraviglia", perché lui sa trasformarla in qualcosa di nuovo, perché il suo stesso sguardo parte con una curiosità "Nuova"; e perfino i corti più routinari hanno in realtà un senso dello stupore davvero unico. In questo senso, mi sembra che invece Chomon sia molto meno a suo agio da questo punto di vista, un vero gregario, a parte per la sua vera passione, e cioè l'animazione, per il quale è realmente un maestro: per me, lui esprime la sua genialità nel bricolage, non nel grande spettacolo.
    Adesso, da un po' di tempo, sto scoprendo Zecca, che mi piace molto: trovo che in lui ci sia un senso drammatico che interroga il naturalismo, cercando di ridefinirlo e puntando al dettaglio. E' un ragionamento su cui conto di riflettere nei quattro o cinque corti di Zecca che ancora devo vedere, tra cui un Vangelo-kolossal di ben 45 minuti, da cui mi attendo folgorazioni!!! Vedremo. Infine, ancora non so se approfondirò un altro del periodo, e cioè Gaston Velle, di cui io e te abbiamo commentato il pazzesco "La peine du taillon": magari provo a cercare altre cose, chissà che personalità viene fuori... forse, con quel precedente che abbiamo visto, una mentalità contorta e conturbante?
  • Stefania • 22/06/11 20:45
    Addetto riparazione hardware - 601 interventi
    Gaston Velle... me ne ero quasi scordata! Un esteta sadico, sicuramente! Méliès, un anarchico... secondo me a quei tempi erano tutti fuori di testa veramente! Perché uno li vede, in quei dagherrotipi, e si immagina dei tranquilli signori... Del resto, basta leggere "Morte a credito" di Céline per rendersi conto cosa non fosse Parigi a inizio novecento: alcol, cocaina, oppio, ragazzine e ragazzini di buona e cattiva famiglia che si prostituivano, coppie di provinciali che venivano in città a passare fine-settimana di "caccia grossa", bambini di strada che organizzavano furti e rapine... Insomma, esattamente come adesso: solo che non c'erano i telegiornali, né Porta a Porta, a fare il pianto greco!
  • Caesars • 25/06/20 15:44
    Scrivano - 17014 interventi
    Imdb indica, come anno, 1902.
    Ultima modifica: 25/06/20 15:45 da Caesars