Le Juif errant - Corto (1904)

Le Juif errant
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Titolo originale: Le Juif errant
Anno: 1904
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: aka "L'Ebreo errante"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/12/10 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 18/12/10 01:13 - 5558 commenti

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Drammatica narrazione in tre quadri, sulla disperazione dell'ebreo che vaga disperato, col pensiero dell'offesa da lui fatta al Cristo che saliva sul Gòlgota. Notevole il primo (con la sovraimpressione che funge da flashback!), un po' meno efficaci gli altri due. Scenografie aspre.

Pigro 29/12/10 09:26 - 9732 commenti

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Non si può accusare Méliès di razzismo poiché la maledizione antiebraica della Chiesa (da cui nasce la leggenda dell'ebreo errante, che qui vaga ripensando al Calvario e incontrando angeli e diavoli) era nell'humus culturale della sua epoca. D'altra parte questo film non apre neppure uno spiraglio di umana pietas che pure in quell'humus ci stava (Shakespeare...), limitandosi a fotografare la condanna eterna al deicida e - sul fronte filmico - a cambiare sfondo per far vedere il misero vagabondaggio. Superficiale.

Homesick 12/03/11 11:37 - 5737 commenti

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Ed ecco Méliès alle prese con l’ebreo errante, l’uomo che secondo la leggenda avrebbe colpito Gesù sulla via del Calvario. In tre minuti, l’intensità dei gesti e il claudicante peregrinare lungo cupi e minacciosi fondali estremizzano il dramma dell’infelice giudeo, perseguitato in aeternum dalla colpa commessa – ricordata attraverso un flashback in double exposure - , apparizioni angeliche e diaboliche e dall’implacabile ira divina che si abbatte su di lui attraverso la furia degli elementi. La potenza del teatro e del cinema muto in perfetta coesione.

Pinhead80 5/10/12 19:18 - 4846 commenti

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L'ebreo errante è costretto a vagare continuamente, ossessionato dai suo demoni interiori che lo portano alla disperazione. Diviso idealmente in tre segmenti, Méliès riesce a portare sullo schermo un'opera sicuramente molto buona nella prima parte e invece scarsa nella seconda e nella terza. La scenografia non è sufficientemente accattivante e il corto perde di verve con il passare dei secondi.

Galbo 15/03/18 17:04 - 12430 commenti

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Nell'ambito del politicamente (o religiosamente) corretto della sua epoca, Georges Méliès inscena la storia del vecchio ebreo perseguitato dalle colpe dei suoi padri. Muovendosi tra scenografie curate che fanno il paio con l'animo sconsolato del protagonista, il vecchio assiste a diverse apparizioni: la più suggestiva è senza dubbio la prima che rappresenta la Via Crucis, con figure "lattescenti" che devono avere impressionato non poco gli spettatori dell'epoca.

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