Le 4 chiavi - Film (1966)

Dalla filmografia di Roland salta fuori questo gran bel crime! Una vera chicca, che da esperto del genere il regista tedesco non poteva sbagliare. Un film d'altri tempi, che l'assenza del colore esalta ancora maggiormente. Roland ha certamente potuto appoggiare la sceneggiatura al buon libro di Shaeffer, ma la sua bravura dietro la macchina da presa resta inequivocabile. Un cast tedesco degno di nota con a capo Ungeheuer e Rilla, rispettivamente il capo della banda e il direttore della banca. Un colpo studiato nei minimi dettagli, ma servono tutte le quattro chiavi, per il malloppo.

Non è tanto il film in sé a colpire, anche perché è impostato come una partita a scacchi in sangue freddo e tensione emotiva fra rapinatori e rapinati, quanto chi fra i secondi giustamente si ribella non per interessi economici (la valuta è sempre assicurata) ma per onore o per evitare vengano aperti vasi di Pandora ed emergano quindi scomode verità sul suo conto. Come spesso accade ci sarà l'imprevisto paradisiaco a mandare tutto a monte; considerata però l'organizzazione precisa come un orologio svizzero dei criminali, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più tagliente.

Per svaligiare una banca, una banda di rapinatori deve entrare in possesso delle quattro chiavi necessarie ad aprire la cassaforte, ognuna custodita da una persona diversa... Uno dei migliori esempi di cinema di genere teutonico, un thriller dal meccanismo a orologeria ben oliato in cui la costruzione dell'intreccio, il disegno dei personaggi e il fatalismo di fondo guardano più al noir francese che ai modelli autoctoni (all'epoca in Germania imperversano i krimi tratti da Edgar Wallace). Ottima la regia di Roland, buona la prova del cast, epilogo concitato ma fin troppo repentino.