Il giovane Paolo insieme all'amico Arturo si reca al maniero della promessa sposa Lucifera, dove troveranno una bella compagnia di squinternati. Commedia orrorifica di Larraz, fra la Famiglia Addams e le farse alla Vianello-Tognazzi anni '60, con un po' di blando erotismo (anche se la Villani praticamente non si spoglia). Cast che abbina l'orrido Crocitti e una specie di Cannavale iberico ad alcune vecchie glorie del paella-western. Molte scemenze, ma il film ha una buona resa visiva e un discreto ritmo. Godibile e bizzarro.
Parodia sexy-horror in vesti di lusso cucite da Gabor Pogany (fotografia) e Stelvio Cipriani (musiche). Sballottato allegramente tra freaks, diavolesse vogliose, fantasmi gay, preti satanisti e teschi animati, il protagonista Alfredo Landa è brillante e spiritoso, e ha buoni numeri anche con la spalla Vincenzo Crocitti, il quale peraltro ripeterà situazioni di questo genere; piuttosto smorta invece Carmen Villani, rispetto alle pellicole dirette dal consorte Ivaldi, qui cosceneggiatore. Il maggiordomo Eduardo Fajardo ricorda il Lerch de La famiglia Addams. **/**!
MEMORABILE: «Andiam al cimiter...»; il teschio con i denti che si muovono.
Deludente commistione tra horror e commedia con qualche tenue venatura erotica, non proprio memorabile a causa di un umorismo pecoreccio e di una seconda parte decisamente sottotono e fiacca. Originali invece i bizzarri personaggi che abitano la villa di Lucifera (interpretata da una splendida Carmen Villani); i due protagonisti, Crocitti (volto da ingenuo adattissimo per il ruolo) e Landa possono far venire in mente i vecchi cartoni di Scooby-Doo per le loro reazioni di fronte alle stramberie che incontrano.
Parodia non molto efficace del cinema horror-gotico (per certi versi mi ha ricordato il ben più noto e riuscito film polanskiano) che si salva grazie al mestiere di un regista non certo comune e dozzinale e da un ritmo abbastanza sostenuto. Si può vedere senza aspettarsi granché o di ridere a crepapelle. Il comparto muliebre è di livello. La confezione è buona e conta sulle musiche di Cipriani ed una discreta fotografia.
Parte come parodia del genere horror settantiano e dintorni (vi sono vari ammicchi in proposito) grazie alla simpatica verve assicurata da Landa, una sorta di Alvaro Vitali borghesotto. Il filmino annega, quindi, con progressione implacabile, in una sequela di battute volgarotte o all'acqua di rose impreziosite (?) da riferimenti all'attualità politica italiana del tempo. Cast di contorno non proprio all'altezza con una Villani bamboleggiante.
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A detta della Villani il film fu diretto dal marito Mauro Ivaldi, autore della sceneggiatura, ma il décor del film sembra più congeniale a Larraz. La Villani è doppiata da Maria Pia Di Meo. Le musiche di Stelvio Cipriani sono quelle composte per Un'ombra nell'ombra di Pier Carpi.