Lady killers - Film (2003)

Fedele alla linea del National Lampoon, una commedia dichiaratamente idiota che, riprendendo l'idea del matrimonio contratto con l'obiettivo di uccidere il partner per incassare, non solo la raddoppia ma la quadruplica! Al centro della storia infatti due anziane sorelle (Renée Taylor e Louise Lasser, l'ex moglie di Woody Allen) che, vittime di un maldestro tentativo di furto da parte di due giovani perditempo (Will Friedle e Chris Owen), dopo averli spediti in galera decidono di pagarne la cauzione con in testa un piano molto semplice: sposarli, assicurarne la vita con una ricca polizza quindi ucciderli. I ragazzi, una volta fuori di prigione, a loro volta progettano di sposare le sorelle Mundt - il...Leggi tutto cui padre, per inciso, era un insaccatore di salumi inventore del preservativo - per ereditarne le ricchezze (in realtà proprietà di un loro zio sciroccato e guerrafondaio). Dal momento che i segreti obiettivi dei quattro coincidono ecco dunque il doppio matrimonio, al quale seguono azzardatati congressi carnali che finiscono tristemente in parodia da quattro soldi. Poi si comincia a fare sul serio, e i piani delittuosi s'incrociano beffardi finendo per mietere casualmente vittime esterne. E' qui che si capisce come il soggetto avesse anche qualche freccia, al suo arco: l'idea - se sviluppata meno dozzinalmente - poteva anche produrre qualcosa di decente, ma certo se poi ci si adagia a ricalcare gag e situazioni già straviste senza aggiungere nulla di buono in nessuna pagina della sceneggiatura non si può sperare che ne esca qualcosa di accettabile. Il cast (ridotto quasi esclusivamente alle due coppie) non brilla: la lotta tra maschi e femmine si conclude in pareggio (con un'alleanza imprevista tra i due elementi deboli di ogni coppia) mentre l'immancabile presenza di belle figliole in abiti discinti è limitata inevitabilmente ai sogni illusori dei due giovani. La volgarità minima richiesta è garantita da un discreto numero di scorregge delle due signore (notevole quella in piscina conseguenza d'uno sgraziatissimo tuffo). Di tanto in tanto una battuta va a segno, ma è davvero troppo poco, anche perché le pause sono in gran numero e la regia di Gary Preisler è terribilmente piatta. Decisamente da dimenticare, nonostante segua i dettami del National Lampoon (o forse proprio per quello).

Chiudi