La vergogna - Film (1968)

La vergogna

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/07/07 DAL BENEMERITO RENATO
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Renato 1/07/07 18:21 - 1648 commenti

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Atipico film di Bergman, viene spesso considerato un film "di guerra" pur essendolo solo parzialmente. La storia di marito e moglie che vengono inghiottiti dal male intorno a loro, vedendo il loro rapporto incrinarsi inesorabilmente è molto nelle corde del regista... Qui però il male non è "metafisico", come spesso in Bergman, ma piuttosto "terreno" (la guerra appunto). Lo giudico un bel film; certo la seconda parte è nettamente superiore alla prima, nella quale il regista sembra quasi a disagio nel trattare una materia per lui meno usuale.

Saintgifts 20/04/10 23:01 - 4098 commenti

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Come la guerra, qualsiasi guerra, trasforma l'essere umano, l'essere umano gentile, intellettualmente evoluto, riportandolo indietro e togliendogli tutti i sentimenti più raffinati e lasciandogli solo un brutale e animalesco istinto di sopravvivenza. La vergogna di non provare più vergogna, come un qualsiasi animale. La coppia Ullman, Von Sydow, è perfetta nell'interpretare marito e moglie, musicisti, coinvolti nella irragionevolezza del conflitto. Il film non lascia nessuna speranza, nessuno spiraglio di luce, se non il sogno. Bella fotografia.

Paulaster 3/04/19 09:48 - 4391 commenti

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Coppia cercherà di scappare dalla guerra da un’isola. Diviso in due temi, affronta prima il conflitto, poi gli effetti sui singoli. Bergman dà la sua idea bellica con buone scelte visive tra esplosioni, comportamenti militari e vaga solidarietà umana. Quando l’attenzione va più sull’intimo, mostra come i codardi diventino forti con un fucile in mano (Sidow) e come la natura umana esprima il suo peggio (il finale). La Ullmann regge buona parte del film e riesce a essere coerente come donna desiderosa di una famiglia nonostante gli eventi.
MEMORABILE: La Ullmann davanti alla cinepresa; Lo sparo al pollo; I corpi in mare; Il bacio forzato.

Daniela 19/09/21 11:42 - 12626 commenti

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Se nessun uomo è un'isola, nessuna isola è tanto remota da non poter essere raggiunta da una guerra tanto indeterminata da assumere una valenza metaforica: Eva e Jan ne sono travolti e questo accentua la crisi coniugale ma li costringe anche ad aggrapparsi l'uno all'altro... In uno dei suoi film più pessimisti, Bergman nega agli spettatore la possibilità di immedesimarsi con i protagonisti: la più matura Eva è opportunista e incoerente, l'ipersensibile e pavido Jan si rivela meschino e spietato mentre il bn di spietata nitidezza di Nykvist rende ancora più  agghiacciante l'epilogo. 
MEMORABILE: La sequenza finale in mare aperto. 

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