La tigre venuta dal fiume Kwai - Film (1975)

Terrificante. Un thailandese dall'Asia va nel West per missione umanitaria. Incontra un cinese, proprietario di ristorante, che ha un mulo con cui parla: quello non risponde alla Francis, ma dà ampi cenni col capo. Un'assurdità tra le mille: la Cardinali ospita l'asiatico che arriva da lei malconcio e zoppicante, per motivi inspiegabili lo seduce (e provoca ilarità, perché gli dice che è il primo thai con cui va a letto, come se il Far West ne pullulasse) e poco dopo lui scappa dalla finestra, saltando veloce come un grillo. Come Far West si ha la zona più verdeggiante del Lazio...

Un thailandese sbarca nel Far West per portare in dono un cofanetto di gioielli ai familiari di un amico defunto. Inutile dire che il prezioso carico fa gola a un manipolo di feroci banditi capitanati da un sanguinario Gordon Mitchell. Firmato da uno dei personaggi più oscuri e misteriosi del cinema bis italico, il film ha le movenze di una recita scolastica in un susseguirsi di situazioni nonsense e di dialoghi che toccano rari livelli di puerilità. Mitchell e Montefiori, fra i pochi nomi noti presenti, hanno l'aria di passare di lì per caso. Figuriamoci gli altri.

Curiosissimo tardo karatè-western con una trama che non sta in piedi e due grandi attori di genere come Gordon Mitchell e Luigi Montefiori perso in mezzo a tralicci della luce, pali del telefono, cavalli che dialogano e thailandesi in mezzo al West. Un guazzabuglio incredibile, che però è talmente oltre da risultare quasi magnetico alla visione. Il film è nullo, ma la visione è interessante.