La terapia di Sebastian Fitzek - Miniserie TV (2023)

Sebastian Fitzek, presente nel titolo italiano come in quello tedesco, non è il nome assegnato a una particolare terapia né quello del protagonista; è l'autore dell'omonimo romanzo da cui è stata tratta questa serie in sei puntate di una cinquantina di minuti ciascuna e che al centro assoluto tiene Viktor Larenz (Kampwirth), eminente psichiatra la cui esistenza sembra pervivacemente ondeggiare tra il sogno e la realtà accompagnando anche chi guarda in una dimensione sospesa che caratterizzerà l'intera serie.

Viktor perde la figlia che sembra sparire dallo studio medico dove l'ha condotta ma già non tutti, sul posto, capiscono cosa...Leggi tutto stia davvero accadendo. Josy (Zengel), così si chiama la ragazza, tredicenne, svanisce nel nulla e l'uomo, sposato con Isabell (Osvart), se ne parte da solo per Parkum (in realtà Amrum, nel nord della Germania), meravigliosa location semiabbandonata dove si stabilisce in una casa sulla spiaggia che a sua volta pare costruita in una dimensione senza tempo. Qui un giorno bussa alla porta la seducente Anna Spiegel (Bading), sedicente scrittrice di romanzi per ragazzi che gli chiede di essere curata; è una figura altamente enigmatica, come altre che si affacceranno nella storia avvicendandosi mentre presente e passato si sovrapporranno tra flashback disseminati di indizi che lasciano presupporre come non tutto sia come appare.

Niente di nuovo per questa trasposizione su piccolo schermo che tuttavia, tecnicamente, lascia intravedere qualità non indifferenti a cominciare da una pregevolissima gestione degli spazi e degli scenari non solo naturali. Di contro un protagonista non esattamente carismatico e un coinvolgimento relativo. Si mette in evidenza come le sei puntate avrebbero potuto essere facilmente ridotte eliminando lungaggini che appesantiscono la narrazione: eccessiva infatti l'insistenza su elementi che poco o nulla aggiungono alla storia (si vedano gli studi sulle cavie del dottor Roth/Putter,  figura che acquisirà importanza col passare delle puntate).

Si seguono nel contempo, all'interno dei tanti flashback che frammentano senza sosta la storia, la crescita problematica di Josy e i suoi contrasti con i genitori: molto fa già pensare a tappe di un percorso onirico da sposarsi all'indagine che prosegue legandosi a Goethe ("Ifigenia in Tauride" è lo spettacolo teatrale legato all'infanzia di Viktor) e a elementi caratteristici della psichiatria, scienza alla quale la serie fa chiaro riferimento anche nell'impostazione, mostrandosi matura e moderatamente ambiziosa negli assunti. La scorrevolezza tuttavia difetta al risultato finale, che troppo spesso s'incaglia in passaggi faticosi e non trova nelle pur corrette interpretazioni la brillantezza necessaria a recuperare brio.

La presenza importante dell'avvocato (Fuchs) di Viktor pare aggiungere sfumature gialle, che restano però in secondo piano rispetto al percorso che il protagonista prosegue soprattutto all'interno della propria mente, lasciando a noi il compito di decriptare i brandelli di verità nascoste tra probabili false piste che appaiono impossibili da identificare con certezza. Fortunatamente l'ultima puntata permette di riconsiderare tutto alla luce di importanti rivelazioni che danno un senso definitivo a quanto accaduto, lasciandoci con la piacevole sensazione di una spiegazione pressoché completa dell'intera vicenda.

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