La pyramide de Triboulet - Corto (1899)

La piramide del titolo è una piramide umana. Vari personaggi nello stile di Mèliès escono da una specie di scatola e si mettono in posa sopra una specie di soppalco formando una piramide, prima maschile poi femminile. Non c'è troppo ritmo a mio avviso, il cortometraggio è trascurabile. Inoltre il giochetto delle persone che escono da qualcosa è già stato usato e abusato, da Mèliès.

Dal suo magico baule, l’illusionista Méliès fa uscire un uomo dopo l’altro e poi li fa disporre a piramide. Un brevissimo corto finalizzato all’utilizzo e al perfezionamento della tecnica dell’arresto della ripresa, che consente l’effetto della comparsa delle persone e la trasformazione finale della piramide da “maschile” a “femminile”. Un esercizio di stile piacevole a vedersi, ma solo per completisti.

Il protagonista di questo cortometraggio di Méliès (soltanto un minuto) è il Secolo Diciottesimo. Il meccanismo illusionistico, infatti, ci presenta nobiluomini in abiti settecenteschi, che appaiono e si moltiplicano. Il ritmo è la dote migliore del film, che sorprende nel finale, trasformando i signori in dame con ventaglio.

Peccato per la pessima conservazione della pellicola che impedisce di godersi appieno i dettagli della scenografia e dei costumi (l'ambientazione è settecentesca), perché questo corto (basato su un incastro di apparizioni, duplicazioni e trasformazioni) ha uno spirito, un'allegria, un ritmo e un'inventiva assolutamente deliziosi. Stavolta il nostro Méliès mette dei lacchè su una sorta di piramide a gradoni, per poi trasformare tutti in madamigelle: una magia... transgender?

Cortometraggio che diede verisimilmente a Georges Méliès la possibilità di condurre delle sperimentazioni agli albori dell'arte e della tecnica cinematografica. Di per sè opera piuttosto trascurabili, denota una certa fantasia solo nel finale con la trasformazione dei gentiluomini in donzelle, il tutto in contesto settecentesco.

L'ingegno del regista francese permette lo sviluppo di questo cortometraggio divertente e dinamico. La piramide in questione non è egizia ma umana. Apparizioni, sparizioni, sdoppiamenti... c'è un po' di tutto. L'uomo diventa una costruzione vivente di corpi che si dispongono geometricamente dall'alto verso il basso. Tutto il repertorio di Méliès è qui visibile.