Tardivo ma essenziale documento audio/visivo che propone una lunga e interessante intervista (più una dissertazione del regista, lasciato a riflettere e disquisire del suo cinema a ruota libera) al Poeta del Macabro, così definito dalla critica francese, che già nei primi anni '80 lo valutava Autore a tutto tondo, con particolare inclinazione all'horror "artaudiano" (di cui L'Aldilà rappresenta la punta di diamante). Fulci è gravemente malato e siede su una sedia a rotelle per disabili, ma a mente lucida (qua nasce l'autodefinizione "Terrorista dei Generi") riflette sulla sua (lunga) carriera.
MEMORABILE: in relazione al debutto come regista, voluto da Totò per I Ladri (1959), così si esprime Lucio Fulci: "Mi ritengo un errore di Totò".
Non male. Fulci si racconta a 360 gradi in modo parecchio esauriente. Gli aneddoti sono molti e l'intervista condotta in modo più che funzionale. Delude un po' per quanto riguarda la parte sui primi gialli 70's, ma per il resto è davvero un bel documento. Toccante.
Uno dei pochi documenti/testamenti del grande artigiano Lucio Fulci, che riflette su se stesso e sui colleghi dell'orrore verso la fine della sua carriera, speculando in maniera originale sul suo personalissimo immaginario di regista. Per i fan imperdibile.
Riconosciuto maestro dell’horror internazionale, Fulci racconta in un’intervista, informale ed arguta, i momenti essenziali della sua carriera: la formazione sotto Steno, la scoperta di Celentano e di Franchi-Ingrassia fino alla direzione di anarchici film cult – dall’irriverente All’onorevole piacciono le donne al metafisico L’Aldilà – che gli hanno valso il significativo epiteto di “Terrorista dei generi”. Frequenti le frecciate ironiche, che non risparmiano critici cinematografici (Kezich), colleghi (Maselli, Argento) e persino la psicanalisi del «noto cocainomane» Freud.
Mi era piaciuto parecchio, quando lo vidi per la prima volta su RAI 3 - ovviamente me lo registrai! - questo documentario sul grande Lucio e gli voglio bene soprattutto quando dice esattamente - sembrano quasi parole mie! - le stesse, identiche cose che ho sempre pensato anch'io di quei cialtroni chiamati psicologi, psicoanalisti, psicoterapeuti e compagnia cantante. Interessanti e piacevolmente ironiche le altre sue considerazioni, i ricordi cinematografici e gli aneddoti su film, registi e collaboratori. Da conservare gelosamente.
Intelligente documentario-intervista al dottor Fulci, volenti o nolenti uno dei maestri sottovalutati del cinema italiano. Il Nostro si racconta a tutto tondo raccontando episodi interessanti, molti dei quali sconosiuti e di riflesso anche il suo lavoro. Bella la scelta delle luci, lasciando parzialmente in ombra il volto. Molto utile, da vedere.
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