Io vivo altrove! - Film (2023)

Per il suo esordio dietro la macchina da presa Giuseppe Battiston sceglie di raccontare una storia semplice - ricca di sentimento, di ricerca disperata verso l'autonomia e la libertà - di due uomini di mezz'età: Fausto (lo stesso Battiston), bibliotecario, e... Fausto (Ravello), perito elettronico. Entrambi delusi dalle loro vite piuttosto grigie, si incontrano durante un'escursione fuori Roma organizzata da un gruppo di fotografi dilettanti e fanno amicizia.

E' soprattutto il bibliotecario a cercare un confidente: non ancora rimessosi dalla perdita della moglie otto anni prima, ha bisogno di calore umano e capisce di averlo finalmente trovato. Così, quando...Leggi tutto eredita dalla nonna una proprietà nelle campagne friulane (il paese di Valvana in realtà non esiste) nella quale aveva trascorso qualche tempo da bambino, convince l'altro Fausto a trasferirvisi con lui e a intraprendere una vita all'insegna della salute e dell'autosufficienza: un orto da coltivare, l'esperimento di una birra artigianale, l'acquisto di un trattore, un impianto elettrico costruito ingegnosamente utilizzando i pezzi della Panda sacrificata in nome dell'indipendenza energetica...

L'ex bibliotecario sembra essere rinato, si lancia in paese a ritrovare chi non rivede da tempo immemorabile per scoprire, tuttavia, che nessuno ha interesse a ricordarsi di lui: dominano la schiettezza contadina, l'incomunicabilità, il rifiuto di assorbire in una comunità chiusa chi viene dalla città. La vicina di... campo (Reggio) non fa che chiedergli se gli vende la proprietà aggiungendo epiteti poco simpatici, gli altri nemmeno lo salutano. A mostrarsi amichevoli sono il prete (Celio) e pochi altri, mentre la forza d'animo dei due protagonisti li porta a credere sempre in quel che fanno, al di là delle ovvie difficoltà nel rapportarsi a un mondo a loro del tutto estraneo.

Battiston (che scrive anche il copione con Marco Pettenello) funziona meglio davanti alla cinepresa che dietro: resta un eccellente attore, perfetto a recitare un ruolo che necessita di spontaneità e semplicità quasi infantili, mentre Ravello, qui più riflessivo ma ugualmente entusiasta, lo asseconda bene andando a comporre una coppia simpatica, vivace ma che non trova la necessaria sponda nel copione: poche le idee, nessuna novità né nelle caratterizzazioni né nell'approccio alla natura, sviluppi facilmente prevedibili in ogni direzione e dialoghi piuttosto deboli. Ogni tanto il film ha qualche buon momento, ma nel complesso scorre piatto e offre poco, al di là del poter godere di interpretazioni che riflettono una certa sincerità di fondo.

Non dispiace la colonna sonora, con il recupero della bella "Irresistibilmente" di Sylvie Vartan, mentre appaiono un po' forzate alcune liti tra i due "soci" con conseguenti rappacificazioni. A divertire di più sono forse le stoccate ciniche della disgustata Reggio, mentre fa un cameo Roberto Citran come venditore di trattori. Un film che genera tenerezza nei confronti dei due protagonisti, che mette di fronte alle disillusioni di chi sogna, che si lascia seguire senza difficoltà ma che in fin dei conti non lascia granché...

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