In questo mondo libero... - Film (2007)

In questo mondo libero...
Locandina In questo mondo libero... - Film (2007)
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Titolo originale: It's a Free World...
Anno: 2007
Genere: drammatico (colore)
Regia: Ken Loach

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Tutti i commenti e le recensioni di In questo mondo libero...

TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/09/07 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 1/10/07 01:15 - 1301 commenti

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Non all'altezza dei suoi precedenti lavori, Ken Loach affronta il tema dell'immigrazione. Lo fa alla sua maniera, accentrando tutto sulle spalle di un personaggio forte (una ragazza madre trentaquattrenne), sorretto da una spalla che rappresenta il faro della normalità nei momenti di deragliamento morale. La pellicola è, come sempre, dura e onesta, merito anche degli attori secondari, evidentemente presi dalla strada. Ma, dinanzi al finale aperto e non scontato, si sente la mancanza di un po' di retorica; e, volendo fare i pignoli, di quel pizzico di poesia a cui ci ha da sempre abituato.
MEMORABILE: La passeggiata in strada con relativo colpo di scena e il momento della consegna delle pizze.

Deepred89 6/03/08 13:45 - 3896 commenti

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Film che affronta temi già sentiti più volte (immigrazione, sfruttamento) ma li affronta bene. La mano del regista non è invadente e soprattutto riesce a far seguire senza troppa noia una storia sicuramente non ricca di eventi né tantomeno di colpi di scena. Non eccelsa la protagonista, nulla di che neanche gli altri attori, dimenticabili le musiche. Un po' troppo sbrigativo il finale.

Stefania 19/08/08 17:34 - 1599 commenti

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Ritratto di un capitalismo che non ha più un volto umano, anzi non ha più neppure un volto bensì migliaia: ogni sfruttato può trasformarsi in sfruttatore. Questa è la libertà di questo mondo, l'unica libertà di cui la protagonista, Angie, può avvalersi, fino al momento in cui si accorge che tutti i suoi rapporti sono stati erosi dalla logica del profitto. E non può che rivestire con pochi stracci di pietà il cadavere dell'utopia solidaristica. Commovente e agghiacciante, come il miglior Loach.

Galbo 14/05/10 15:46 - 12700 commenti

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Temi cari a Loach come il disagio sociale del proletariato, l'immigrazione clandestina e lo sfruttamento della manodopera sono presenti in questo film di Ken Loach. Il personaggio centrale è fortemente negativo ma questo rende il messaggio del film ancora più potente oltre che assolutamente antiretorico e con un finale poco consolatorio. Buona la prova del cast.

Cotola 1/05/11 20:06 - 9615 commenti

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Dopo alcune prove dagli esiti altalenanti, Loach torna a girare un notevole film di denuncia e di forte impatto emotivo. Lo fa dando vita al ritratto di un personaggio femminile ambiguo e soprattutto profondamente sgradevole cui non concede facili ed istantanee redenzioni ma anzi un progressivo imbarbarimento ed inaridimento umano. Così come non concede nulla allo spettatore, colpendolo duro in diversi momenti ed avendo il coraggio di andare fino in fondo senza accomodamenti posticci dell'ultimo minuto. Dolentemente vero e perciò importante.
MEMORABILE: La telefonata (non dico altro per non spoilerare). Il finale.

Rullo 11/09/12 20:50 - 388 commenti

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Si parla di immigrazione. Tema complesso e molto pungente di difficile gestione. Loach ci prova, si butta a capofitto nell'argomento e rimane aggrappato con forza a ciò che vuole raccontare senza scadere in ipocrisie o smielate inutili. Ottima la recitazione e buona la direzione artistica, dalla fotografia alla colonna sonora.

Paulaster 9/12/20 10:04 - 4970 commenti

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Loach affronta il tema dello sfruttamento lavorativo come fosse una guerra tra poveri: da un lato gli immigrati, anche clandestini, e dall’altro chi li dovrebbe aiutare ma è senza licenza. La controversa protagonista, che non si cura del figlio, incarna bene lo spirito di chi nasce con la coscienza di classe e perde ogni convinzione davanti al denaro. L'ultima parte con la rivalsa degli sventurati lavoratori è piuttosto dura, come soluzioni. Poco utilizzate le componenti ambientali, come se Londra fosse solo il modello di una situazione più grande.
MEMORABILE: La protagonista assalita in strada; Le domande fatte al ragazzino dalla “polizia”; I dialoghi col padre.

Daniela 23/05/22 21:16 - 13380 commenti

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Il mondo libero è quello del mercato del lavoro "flessibile" con contratti a tempo privi di diritti e tutele. Dopo averlo sperimentato sulla sua pelle, una giovane donna apre con un'amica una propria agenzia, passando ben presto al reclutamento degli immigrati clandestini che consente guadagni maggiori... Atto d'accusa contro sfruttamento del lavoro, pone al centro della storia una protagonista che, per assicurare una vita decorosa a se stessa e al figlio, mette progressivamente da parte ogni scrupolo morale diventando così sempre più odiosa. Film spietato, necessario.

Pigro 9/10/23 12:15 - 10192 commenti

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Discesa agli inferi di una dipendente licenziata da un’agenzia di recrutamento di operai stranieri, che si mette in proprio in modo spregiudicato. Il sottotitolo ideale del film è: trova la vittima del sistema, che sarebbe un "gioco" irrisolvibile perché, dai migranti sfruttati agli sfruttatori, tutti sono stritolati da quella libertà citata nel titolo che è solo cieco liberismo. La narrazione è implacabile nella sua cruda oggettività di oppressione, che ha a che fare con la classe e la condizione di straniero. Potente e spietato.

Capannelle 8/05/24 23:55 - 4596 commenti

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Godibile e con la consueta amara rilessione che Loach svolge come da suo costume, destreggiandosi tra guerre tra poveri e nuove usanze legate alla libera circolazione di migranti, economici e non. Fulcro della sua storia è Angie, interpretata con vigore dalla Wareing e tutto quanto le ruota attorno, sfruttamento capolarato, pesci che si trasformano in squali e viceversa. Le dinamiche sono abbastanza prevedibili ma vengono raccontate con una certa bravura.

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Giùan 19/07/24 10:13 - 4999 commenti

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Il confronto col cinema di Loach è ineludibile, per chiunque abbia a cuore le questioni complesse della società capitalistica occidentale e non sia disposto a rispondergli con semplicistica reazionarietà ma nemmeno a eluderle finto buonisticamente. In tal senso la vicenda di questa vittima del meccanismo che si fa "padroncina" del proprio destino è paradigmatica, nello scandagliare la fragilità del libero mondo del lavoro oggi e dei suoi protagonisti. Peccato per lo script di Laverty e per il modo di lavorare del "rosso", talora troppo consequenziale e meno filmicamente "free" wave.
MEMORABILE: La vitalità in tutti i suoi risvolti pubblici e privati di Kierston Wareing.
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