Il silenzio del testimone - Film (2011)

Da un eccellente best seller di Richard North Patterson (ampiamente ridotto e inevitabilmente impoverito per poter rientrare nella canonica ora e mezza), un thriller giudiziario che riesce a conservare parte del fascino originario sviluppandosi in un court drama conciso ed efficace, privo della suspense e dell'ampio respiro del romanzo ma comunque godibile e ottimo nella costruzione di un finale molto ben congegnato. Protagonista è un avvocato di grido, Tony Lord (Mulroney), che torna al suo paese natale richiamato da una coppia di amici: lui è accusato di aver ucciso una minorenne trovata morta giù da una scarpata. Una volta lì, a colloquio con Sam (Cudlitz), inseparabile...Leggi tutto compagno sui campi sportivi ai tempi dell'adolescenza, Tony accetta di difenderlo convinto che questi sia davvero innocente come disperatamente ripete di essere. Sam non nega di aver conosciuto anche intimamente la ragazzina, ma mai e poi mai l'avrebbe potuta uccidere. La moglie (Heche), depressa ai confini dell'apatia, è ormai lontana dalla giovane che Tony aveva conosciuto al tempo. Impossibile pensare che le accuse, pesanti, non abbiano minato il matrimonio, ma il punto è capire come controbattere a un'accusa che pare molto ben rappresentata dall'agguerrita Stella Marz (Berry). C'è il gioco con le giurie, ma a restare al centro dell'attenzione (non siamo in Grisham, dopotutto), è sempre l'omicidio, alternato da flashback in cui Tony rivede Allison, la sua fidanzata trovata all'epoca morta e per il cui omicidio lui stesso era stato accusato. Un parallelo inevitabile tra i due casi, per certi versi simili, porta chi guarda ad accostarli, grazie anche ai ripetuti flashback (cui manca tuttavia la necessaria forza per colpire a dovere). Siamo però in un thriller televisivo e una certa piattezza generale si avverte, pur in presenza di prove attoriali convincenti. Mulroney soprattutto ha l'appeal giusto che una valida sceneggiatura gli permette di conservare per l'intera durata e chi gli ruota attorno non delude, a cominciare dall'avvocato (Hirsch) che ai tempi del primo delitto era riuscito a far prosciogliere Tony. La destinazione televisiva castra insomma molte delle possibilità che un romanzo tanto ben studiato apriva, ma l'alta levatura del soggetto permette di godere in ogni caso della tensione drammatica che si respira nell'evolversi della vicenda. Si scende coraggiosamente nei particolari di una storia di sesso non qualsiasi che coinvolge una minorenne, si articolano bene gli interrogatori dei testimoni con qualche piccolo colpo di scena anche lì, a testimonianza di una cura non comune in tv.

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