Il paradiso degli orchi - Film (2013)

Il paradiso degli orchi
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno dei maggiori successi francesi nel campo della narrativa Anni Ottanta, che originò ben sei seguiti, trova infine (quasi trent'anni dopo!) la via cinematografica, ma senza grande gloria (tutt'altro, visti gli infelici incassi al botteghino che hanno bloccato la prevista serie). Trasporre su grande schermo l'ironia e lo stile molto particolari di Pennac (quintali di virgole e parentesi, prosa tutta in prima persona presente) risultava difficile in partenza, e tolti quelli non è che poi restasse molto, di romanzi la cui unica vera idea innovativa riguardava la professione del protagonista, Benjamin Malaussène. Impiegato infatti in un grande centro commerciale parigino ufficialmente come addetto...Leggi tutto al controllo tecnico, Malaussène ricopre invece l'indispensabile ruolo di "capro espiatorio", ovvero di colui che, richiamato in ufficio reclami quando necessario, si fa strapazzare pubblicamente dal responsabile così da indurre chi intenda far causa per il malfunzionamento grave di un articolo comprato lì a impietosirsi e a rinunciare all'azione legale. Geniale: vedendo un poveruomo minacciato di licenziamento in tronco con la prospettiva di immaginarlo a vivere sotto un ponte quasi tutti tornerebbero sui loro passi, per salvarlo... Fin qui insomma tutto bene: il punto di forza del romanzo viene ovviamente sfruttato fino in fondo. Si circonda poi il protagonista (un Raphaël Personnaz dall'aria un po' troppo insulsa per convincere) della stessa famiglia dei romanzi, costituita da fratellastri e sorellastre nati da una madre snaturata che non si fa mai vedere: la trovata dovrebbe aggiungere simpatia e nel libro lo fa eccome, mostrando quanto l'umorismo di Pennac sia l'arma in più che gli ha permesso di raggiungere negli anni tanti lettori. Nella pellicola ahinoi l'ironia manca invece quasi del tutto, preferendo il regista adagiarsi su un registro quasi favolistico puntando semmai alla tenerezza, ai dolci sorrisi del parentame, alla bellezza e alla spigliatezza tutte francesi di zia Julia (Bejo). Per poi lasciar spazio, come nel libro, all'intreccio giallo (dal quale il film può permettersi di staccarsi nella soluzione così da dar l'impressione di non aver ricalcato in pieno la matrice): chi è il responsabile delle improvvise esplosioni che uccidono sistematicamente gli impiegati del centro? E' connesso il caso alle sparizioni di bambini che erano avvenute nello stesso luogo molti anni prima? Dovendo sintetizzare per limiti di tempo ne è uscita una storia terribilmente raffazzonata, che soprattutto nel finale sembra proprio buttata lì senza un perché, ideale corollario di un riassunto senz'anima di un romanzo nettamente superiore alla sua trasposizione su grande schermo. Attori poco in parte (anche Emir Kusturica reclutato per interpretare Stojil, il sorvegliante notturno, non incide proprio), banalizzati nel disegno, al servizio di dialoghi anonimi; i racconti che Benjamin fa ai fratelli per divertirli modificando ad arte quanto gli accade al lavoro non divertono proprio (e in questo senso i sorrisi dei fratelli sembran proprio forzati) e l'unico personaggio appena centrato è il poliziotto (Yelolo) che conduce le indagini. Per il resto le defaillance sessuali di Malaussène, le pulsioni voyeuristiche dell'addetto alla videosorveglianza, il giovane del pronto soccorso che incontra sempre il protagonista sul luogo del delitto mostrano solo un imbarazzo evidente nella resa umoristica dell'insieme. Ciò che c'è di buono proviene insomma quasi unicamente dalla penna di Pennac.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/11/13 DAL BENEMERITO CAESARS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/04/18
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Caesars 21/11/13 09:04 - 3778 commenti

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Impresa non facile trasportare su grande schermo le avventure di Benjamin Malaussène e la sua "tribù", perché i romanzi sono pervasi da uno spirito difficile da rendere al cinema. La cosa viene parzialmente confermata da questo film di Bary, che non accontenterà appieno i fan della pagina stampata ma che comunque diverte col suo ritmo e colori quasi da "cartoon". Raphaël Personnaz impersona degnamente il protagonista (anche se ogni lettore di Pennac l'avrà immaginato diverso) affiancato da Bérénice Bejo, una bellissima zia Julia.

Saintgifts 8/12/13 19:37 - 4098 commenti

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Non ho letto il romanzo e credo che tutti quelli che, come me, hanno visionato il film senza nessuna preparazione, siano rimasti abbastanza sconcertati. Del resto un film, da qualsiasi fonte lo si tragga, deve essere un nuovo prodotto che fa riferimento solo a se stesso, non deve aver bisogno di altri supporti. Va bene il fatto che tutto diventi "chiaro" negli ultimi minuti, ci sta come yellow-comedy, ma che a un certo punto uno si chieda cosa si sia perso, oppure se abbia dormito per mezz'ora perché non ci si raccapezza più, è un po' troppo.

Xamini 12/01/14 19:45 - 1247 commenti

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Non sono solito digerire le riduzioni cinematografiche e la mia memoria labile potrebbe tradirmi (dato che ho letto il testo diversi anni or sono), ma questo lavoro mi è andato davvero a genio. Non è facile trasporre Pennac, ma credo che lo spirito ci sia tutto: quella mescola curiosa tra surreale, dolceamaro, frizzante, rosa. I personaggi sono tutti registrati a puntino (con una zia Bérénice che farebbe innamorare chiunque), la regia è precisa, la fotografia più che adatta e il ritmo molto buono. Ci siamo.
MEMORABILE: Il dialogo tra Benjamin e zia Julia mentre tutto attorno...

Daniela 23/03/14 12:27 - 12622 commenti

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Tratto dal primo capitolo delle avventure del Sig.Malaussène, capro espiatorio di professione, un film piuttosto simpatico, con un protagonista indovinato e qualche trovata visiva d'effetto, ma troppo legato al testo di partenza di cui rischia di apparire un reader's digest visivo: ho avuto l'impressione che, senza conoscere il romanzo di Pennac, certi passaggi e/o personaggi sarebbero rimasti sospesi nel nulla, per quanto un nulla colorato e bizzarro. Vedibile ed anche godibile, abbassando le aspettative.
MEMORABILE: Il capro viene chiamato a rispondere di fronte ai clienti insoddisfatti

Capannelle 28/11/14 17:26 - 4398 commenti

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Idea simpatica ma sviluppata con alterni risultati: si esagera con lo stile un po' piacione un po' trendy e anche con alcune trovate oniriche. Lo stesso protagonista, quando gli si dà troppa corda, tende a perdere punti. Gli attori sono comunque ben assortiti, non mancano le situazioni divertenti e c'è una buona qualità sceno/fotografica.

Pinhead80 24/02/15 10:41 - 4719 commenti

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Questa trasposizione cinematografica del libro di Daniel Pennac convince abbastanza. Dico abbastanza perché non è assolutamente facile riuscire a riproporre sullo schermo le atmosfere bizzarre che lo scrittore riesce a creare con facilità sulla carta stampata. La fruizione dell'opera è facilitata se si conosce il soggetto che viene trattato. Grande Emir Kusturica che si cimenta come attore, dimostrando di essere un artista poliedrico.

Galbo 4/12/15 05:52 - 12380 commenti

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Il signor Malaussène fa il capro espiatorio in un grande magazzino: decisamente originale il personaggio creato da Daniel Pennac, protagonista della trasposizione filmata del primo libro dello scrittore. Gli autori rappresentano bene il microcosmo del personaggio, la sua famiglia allargata e il suo ambiente di lavoro. L'apprezzamento per la realizzazione tecnica non può nascondere però i limiti di una pellicola che tenta di mescolare il thriller alla commedia pop ma che coinvolge raramente così come i suoi attori, mai davvero convincenti.

Redeyes 31/12/17 10:04 - 2443 commenti

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Immagino la difficoltà per chi non ha mai letto le avventure della tribù di approcciarsi a questa pellicola, che in certi passaggi riesce persino a trasmetterne una certa atmosfera (complice anche un buon cast) ma troppo spesso finisce per dare per scontato che lo spettatore sia precedentemente edotto. Il risultato finale è un buon film, sufficientemente sognante, simpatico ma non tale da invogliare alla lettura di Pennac. A parziale discolpa di questo mezzo fallimento l'oggettiva difficoltà di trasporre i libri.

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  • Discussione Daniela • 23/03/14 12:33
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Il paradiso degli orchi (Au bonheur des ogres) è tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore francese Daniel Pennac, pubblicato nel 1985, il primo del ciclo dedicato a Malaussène e alla sua "tribù".
  • Homevideo Nick franc • 21/11/21 18:17
    Servizio caffè - 177 interventi
    Il film è uscito in DVD Koch Media

    La durata è di 1h 33m 19s

    Contenuti speciali:
    I protagonisti - 3m 33s
    La famiglia Malaussene - 2m 10s
    A proposito del regista - 2m 19s
    Benjamin e Zia Julia - 2m 06s
    Il grande magazzino - 2m 49s
    L'universo di Pennac - 2m 23s
    Teaser
    Trailer originale