Il canto di Paloma - Film (2009)

Personalmente non ho apprezzato affatto questa pellicola: lo svolgimento si segue con fatica poiché annoia abbastanza, la protagonista è sicuramente singolare (come il gesto che arriva a compiere) ma non nella maniera tale da saper catturare lo spettatore.

Il mondo di Fausta, fatto di spiriti, superstizione e tradizione orale, scompare insieme alle spoglie mortali della madre che faticano a trovare pace. Il film ha un ritmo abbastanza lento, con molte inquadrature più pittoriche che filmiche cosa che rende un po' pesante la visione, ma riesce a catturare con una storia non banale che offre dei bei momenti pieni di simbolismo (le perle non date all'India come gli specchietti di Colombo), spunti di riflessione (la modernità opposta alla tradizione) e che è interpretata con intensità dalla Solier.

La paura è una patata, ficcata per anni nella vagina come deterrente contro gli stupri. Il dolore è la canzone, unico mezzo di comunicazione con la madre che la partorì dopo la violenza e ora, morta, giace in casa in attesa di sepoltura. Perù straziante e straziato, arido come il ventre in cui attecchiscono solo tuberi, e fiorente come le tante nozze chiassose. Film spiazzante e intenso, con una straordinaria protagonista che racconta il panico della vita, l’abisso della solitudine e la necessità del riscatto. Quasi un simbolo del nuovo Perù.

Cresciuta con il latte del dolore, Fausta è una giovane donna che per timore di essere stuprata si autoinfligge un supplizio che impedisce il rapporto sessuale e mette in pericolo lo sua vita. Trovato un lavoro come domestica presso una pianista, conosce un giardiniere gentile... Film peruviano che racconta una storia molto orginale con uno stile ipnotico che oscilla tra il reportage etnografico (le sequenze dei matrimoni) e il thriller elusivo (il rapporto tra Fausta e la padrona vampira). Misteriosa e intensa Solier, di grande bellezza la seguenza conclusiva in riva al mare.