I colori del male: rosso - Film (2024)

Quando una ragazza viene trovata orrendamente mutilata, la polizia indaga sul solito sospetto: la verità, però, è ben altra. Televisivo polacco dalla confezione pulita e scorrevole. Il problema rimane l'inventiva, a livelli minimi: siamo, insomma, alla solita riproposizione del format del giallo-poliziesco internazionale (innocente accusato ingiustamente, scontro interno agli inquirenti, stanca rivelazione finale) privo di sussulti e asperità. Inusitati tratti macabri e qualche scena di sesso non aggiungono nulla. Leggerino il protagonista, il migliore è Bluszcz, boss sadico.

Pellicola dallo stampo retrò la cui sceneggiatura appare talmente ingenua che potrebbe ricordare quei thriller di serie B che capitano per caso in un'estiva serata di zapping. Non è male, ma nemmeno bene. In generale il livello è mediocre, anche se il ritmo c'è e il susseguirsi degli eventi non annoia. Certamente alcuni elementi tra lo splatter e il macabro agevolano la visione agli amanti del genere, ma la prevedibilità regna sovrana.

Essendo la trama del giallo abbastanza banale, gli ideatori hanno pensato bene di condirla con scene di violenza assai dure ed esplicite, del tutto fini a sé stesse e gratuite. Si sarebbe potuto insistere, invece, come è stato fatto nella parte iniziale, sulle conseguenze di una giustizia superficiale, prona all’idea di trovare un colpevole qualsiasi, connivente con un apparato investigativo parimenti inefficiente, ma le idee erano quelle che erano. Evitabile.