Il gesto estremo di un contadino coinvolge involontariamente tre persone portandole a scontrarsi tra di loro. La tematica è attualissima e scottante (le conseguenze disastrose di certi prodotti chimici sulla salute) e rende il film coinvolgente sin da subito (nonostante la durata consistente), ossia da quando vengono presentati allo spettatore i protagonisti dell'amara vicenda. Il cast fornisce una valida prova (in particolare Lellouche e Bercort) anche grazie all'efficace caratterizzazione dei personaggi, mentre i dialoghi sono ben scritti. Visione consigliata per riflettere.
Un sensibile avvocato ecologista prende su di sé l'onere di sbugiardare una multinazionale che lucra su un pesticida dai gravissimi effetti sulla salute. Una lotta impari nonostante lo sforzo di altri attivisti e una parte dell'opinione pubblica contro un colosso strapotente e la connivenza di un certo apparato scientifico. Dalla Francia, un film di denuncia con antecedenti filmici importanti, un po' lungo e un po' didascalico anche se efficace data l'attualità del tema e la presenza di un cast di livello e sinceramente coinvolto. Finale drammaticamente sospeso ma anche speranzoso.
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Originariamente, Emmanuelle Bercot avrebbe dovuto interpretare la parte dell'avvocato, Gilles Lellouche quella del lobbista e Pierre Niney quella dell'insegnante di ginnastica attivista. Ma Gilles Lellouche non voleva di nuovo la parte del cattivo come in "Ma part du gâteau" (2011), così ha convinto il regista ad affidargli il ruolo dell' avvocato, mentre Emmanuelle Bercot ha ottenuto quello dell' attivista e Pierre Niney quello del lobbista. Lellouche ha inoltre partecipato a diversi processi per essere maggiormente credibile (con risultati positivi, ha affermato in seguito).