Giochi di fuoco - Film (1975)

Sufficientemente arzigogolato come tutti i film del regista, ma decisamente migliore e sicuramente più divertente della media delle pellicole dell'autore francese. Lo stile è quello risaputo, con tanto di trama scombicchierata, infarcita abbondantemente di ammiccamenti metacinematografici allo spettatore e di elementi "culturali" e non molto eterogenei. Alla fine il risultato è accettabile, piacevole e simpatico poichè molto meno supponente che in altre occasioni. In ogni caso (forse) non per tutti.

Ennesima esercitazione intellettualistica del noto scrittore e regista francese che ancora una volta si diverte (probabilmente solo lui) a smontare e rimontare i meccanismi del b-movie scambiando e confondendo personaggi, ruoli e situazioni. Sarà, ma il gioco e bello finché dura poco e 100 e passa minuti di stucchevoli assurdità sono veramente troppi. Nonostante l'abbondanza di nudi e di situazioni erotiche, sadomaso compreso, l'unico fremito malizioso è quello offerto da una fuggevole Agostina Belli nei panni di una arrapatissima cameriera.

Film di una noia mortale che si spaccia per "ricercato" e artistico ma che al sottoscritto ha solo fatto sbadigliare. Peccato, con un cast così, che vede Trintignant, Noiret e la Belli si poteva fare decisamente di meglio. Visto che le ambientazioni sono di lusso e le attrici particolarmente attraenti gli do due pallini.

Un film che per come è stato assemblato e sceneggiato dovrebbe tenere desta l'attenzione e magari anche divertire (sarebbe un'apoteosi), invece agisce come un potente sonnifero. Tutti i sovvertimenti, le amenità, le invenzioni "artistiche" (forse per mascherare una mancanza assoluta di idee, o di troppe idee ma senza la capacità di dare loro una seppur minima connessione che non sia quella di giocare con giovani corpi femminili denudati, oltretutto facendo perdere loro ogni interesse e attrattiva) non bastano per fare un film d'autore.

La figlia di un banchiere viene rapita anzi no. Allora il padre, per metterla in salvo da altri tentativi mai avvenuti, la fa rinchiudere in un specie di bordello frequentato da un tizio che somiglia tanto al padre da essere lui... Non trovavo stimolanti le provocazioni, letterarie o cinematografiche, di Alain Robbe-Grillet 40 anni fa, figurarsi ora guardando questo insieme scombinato di sequenze che vorrebbero essere elegantemente erotiche ed invece rischiano di sembrare fantasie da vecchi porcelloni. Forse meno pretenzioso e quindi meno irritante di altri suoi film, ma comunque mediocre.