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@Schrammbeh, si...
Molto interessante.
Ma sei sicuro che sia su Mubi? L'ho cercato e non risulta al momento presente.
Cotola ebbe a dire:@Schrammbeh, si...
Molto interessante.
Ma sei sicuro che sia su Mubi? L'ho cercato e non risulta al momento presente.
mubi.com/films/friendly-beast
tuttavia mi risulta disponibile anche su netflix
Super grazie per la segnalazione, Schramm!
Se può interessare, ho notato che è disponibile sul Prime Video americano, con sub inglesi.
Anthonyvm ebbe a dire:Super grazie per la segnalazione, Schramm!
Se può interessare, ho notato che è disponibile sul Prime Video americano, con sub inglesi.
se lo palleggiano in tanti, pare. se si vogliono però i sub italiani, la via è sempre lì dove sai tu.
in ogni caso c'è una cosa che andrebbe doverosamente aggiunta e che è poi il motivo della chiamata: pur essendo la credibilità delle spinte motivazionali messa a durissima prova man mano che il film evolve (sorretto da dialoghi a tratti inascoltabili), il film tiene comunque molto alta la bandiera della cattiveria e del baccanale sangriento. in quello non gli si può dire proprio niente e anzi la compensazione è garantita.
considera che è proprio grazie alla complessiva irresolutezza di friendly beast se non ho ancora visto the feast (rima rima) cassandolo il giorno stesso in cui l'ho adocchiato e messo in saccoccia. credo sia proprio il tema a essere difficile da maneggiare senza che ti scoppi tra le mani o in faccia.Anthonyvm ebbe a dire:A questo punto, già che siamo in tema "eat the rich", mi incuriosirebbe molto il confronto col The feast di cui si sta discutendo altrove.
trovo che i personaggi diventano invece macchiette in quattro e quattr'otto, e in quanto tali davvero poco credibili, per quanto la amaral sia abilissima nel renderceli in pochi battiti uno più odioso dell'altroAnthonyvm ebbe a dire:il modo in cui la Amaral mette in scena i suoi personaggi, stereotipati e tratteggiati con segni netti, ma al di fuori di una vera caratterizzazione caricaturale,
sulle spine non sarei pronto a scommettere però la curiosità di come avrebbe fatto scoppiare quelle vesciche d'odio era davvero tanta. ed è proprio da qui che il film sbarella senza più riaversi.a partire dalla scarsità degli f/x (un colpo di pistola in una zona così letale e così poco sangue mostrato?) su fino all'implausibilità di uno che a capocchia decide cheE poi la molla tensiva della prima tranche, diciamo fino al primo "colpo", m'ha messo sopra un bel tappetino di spine...
Quello che non mi ha convinto è il seguito, più che altro perché non ho ritrovato l'escalation violenta e sopra le righe che mi sarei aspettato, o l'orrore esuberante che comunque in un context "animalesco" non avrebbe remato contro le pretese artistiche della regista.orrore e cattiveria per me non mancano, se è questo che si cerca, solo che sono male indirizzati e giustificati nel più qualunquistico dei modi. al che ti arrendi e dai fiducia sospirando "vabè, magari avanzando si riprende". e invece no. implausibile lui,più implausibile ancora lei coi suoi doppi tripli e quadrupli giochi (ma per cosa? per chi? perché? per un aumento di stipendio? per intascarsi il magrissimo incasso di una serata buca? per diventare l'amante di un fallito? io non dico la profondità psicologica di un abisso, ma quel minimo sindacale di motivazionalità credibile, cacchio!!), implausibile il cuoco almodovariano che sospira di voler ballare con un pollo pur di non morire, implausibile l'ex commissario che ne ha viste e fatte di ogni e in un contesto come quello non ha idee, non sa che pesci pigliare.. le sole buone manovre se ci pensi bene a freddo sono quelle legate al non-ti-farò-mai-capire-bene-chi-è-amico-o-nemico-di-chi-e perché (non posso specificare o parte lo spoiler sul primo binario ma insomma hai capito)
io è proprio quella che non ho accettato, perché sovrasta le intenzioni di fare un'opera belluina e bastardissima. nostra signora delle metafore è sempre là che si sbraccia urlandoti sono qui! sono quii!!
Insomma, una volta accettata la natura metaforica di base,
qualche iperbole ultraviolenta e ultraesplicita se la poteva anche concedere.come sopra. ha prediletto la metafora. se l'avesse resa più sussurrata e ambigua vedevi poi come si concedeva cose che noi gorenographers non possiamo immaginare.. ;)
esatto. e non c'è minuto in cui il film non faccia a cazzotti con se stesso su questi presupposti. io ci ho provato, a volerci credere fino in fondo, a tenermi speranzoso in chissà quale twist, colpo d'ala, alzata di ingegno, esagerazione d'insieme. ero lì che dicevo di continuo "dai che ci sei quasi, e fammela venire, sta benedetta strizza!"
Ho trovato più che altro un senso di "sono troppo autrice per esagerare"... e allo stesso tempo "non sono così altezzosa da darmi al cervellotico tout-court".
a me stava anche prendendo perché inizialmente la regista convoglia tutto sul montare delle più tipiche tensioni che possono insorgere con molta facilità in un'equipe di ristorazioneGiusto, ed è proprio questa la ragione per cui mi sentivo i nervi fremere di minuto in minuto. Che poi dietro ci fosse anche per me la solita curiosità sadica di assistere all'ecatombe misantropica non ci sono dubbi.
trovo che i personaggi diventano invece macchiette in quattro e quattr'otto, e in quanto tali davvero poco credibili, per quanto la amaral sia abilissima nel renderceli in pochi battiti uno più odioso dell'altro
scarsità degli f/x (un colpo di pistola in una zona così letale e così poco sangue mostrato?)
ha prediletto la metafora.
"Okay, evidentemente questo non è il mondo reale, qui si ragiona a sensazioni... chissà dunque con qual surreale vigore verrà rappresentata la svolta gruesome". E invece...già, invece. sta proprio tutto qui quel che proprio non va: la regista vuole calzare assieme la scarpa e la ciabatta. vuole dare alla vicenda un calibro verista e al contempo è tentatissima dallo slancio irrazionale. le due spinte non trovano mai una media matematica. ed è perciò che si arriva alla fine sospirando "evabè, ci hai provato. sarà per la prossima volta"
secondo me nemmen questo. è che proprio non c'era il danè e lo stoccaggio di amarena fabbri era ultraridotto. altrimenti non sarebbe stata così parsimoniosa in alcuni punti e prodiga in altri.scarsità degli f/x (un colpo di pistola in una zona così letale e così poco sangue mostrato?)
sia plausibile pensare che la Amaral, più che per snobismo nei confronti del gore, temesse davvero che mostrando troppo avrebbe deviato l'attenzione del pubblico dal significato.
il problema è che in questo caso di inventiva non si può parlare proprio a partire da come ha cannato l'introspezione psicologica (che pure, non nascondiamocelo, cerca di configurare). non un personaggio che stia in piedi. forse i soli psicologicamente attendibili e coerenti col tutto sono la coppia annoiata e borghese di ricconi che fa tardare la chiusura. non a caso sia perché funzionali al metaforone che al gorehound la regista li usa sic et simpliciter come carne da mattatoio, vittime pavide e null'altro. tutti gli altri sono odiosi in quanto macchiette e non per i propri tornaconti (d'altronde davvero ridicoli, se si pensa ai comportamenti da folle banderuola della cameriera)Per me va benissimo anche strillare l'allegoria col rischio di irrompere nel banale e nell'affettato, basta ci sia un corredino visivo/inventivo adeguato che me l'accompagni, o mi annoia e basta. Soprattutto se impacchettata in una carta filo-arthouse che funziona solo a intermittenza.
non a caso è il solo romero zombaro che non ho mai mandato giù. proprio perché come in questo caso non c'era sintesi superiore tra metafora e intrattenimento goregalore.Per dirne una facile, neanche Romero andava troppo per il sottile ne La terra dei morti viventi, ma riusciva comunque a mettere carne e pesce nello stesso piatto: messaggio politico chiaro come il sole da una parte, zombie-flick grandguignolesca dall'altra, e poi tutti insieme appassionatamente.
Segno volentieri The nightshifter, anche perché di brasileiro, a parte il buon Marinsche ti verrà parecchio alla mente abitando il titolo consigliato. è come se marins riprocessasse City of god... ;)
è che proprio non c'era il danè e lo stoccaggio di amarena fabbri era ultraridotto. altrimenti non sarebbe stata così parsimoniosa in alcuni punti e prodiga in altri.
forse i soli psicologicamente attendibili e coerenti col tutto sono la coppia annoiata e borghese di ricconi che fa tardare la chiusura
che ti verrà parecchio alla mente abitando il titolo consigliato. è come se marins riprocessasse City of god... ;)