Flowers 02 - Film (2020)

Flowers 02
Locandina Flowers 02 - Film (2020)
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Titolo originale: Flowers 02
Anno: 2020
Genere: horror (colore)

Cast completo di Flowers 02

Note: Aka "Flowers 2". Seguito di "Flowers" (2015).

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Tutti i commenti e le recensioni di Flowers 02

TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/06/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 27/06/20 01:07 - 3109 commenti

I gusti di Buiomega71

Il marciume, le composizioni necrofore cadaveriche, il caos olezzoso e lurido rimangono e Stevens si conferma cantore della marcescenza e della decomposizione. A farne le spese però è il narrato, nel quale si riprendono le derive putride del primo senza particolari aggiunte (ci sono richiami anche a Lung), con cadaveri semoventi, laidi serial killer, filmini snuff in super8 e mostruosi angeli della morte. Stevens, sempre più criptico e sperimentale, si perde in stanze nauseabonde, svastiche e corpi femminili fatti a pezzi. Poeticamente macabra la chiusa pseudo rolliniana nel bosco.
MEMORABILE: La scarpetta femminile trovata in mezzo alla catasta di cadaveri putrefatti; La parete coperta da foto pornografiche; Smembramento nella vasca.

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  • Discussione Buiomega71 • 27/06/20 10:06
    Consigliere - 27174 interventi
    Stevens atto terzo, ovvero il ritorno dei fiori nel paese (o meglio nella casa) degli orrori, l'antinferno che tiene in grembo le sue vittime femminili, facendole percorrere gli stretti cunicoli fognosi e purulenti dell'anticamera del calvario, della pena e dell'angoscia in un coacervo di putredine, dove l'anima errante, prima di trovare la pace eterna, deve affrontare gli umori decomposti e la follia devastatrice del suo carnefice.

    Il sequel inizia proprio dove il primo Flowers finiva (la dimora del serial killer vista dall'esterno, speduta nel nulla), e questa volta il fiore è soltanto uno, Orchid (la compagna di Stevens, Colette Kenny Mckenna, dai capelli verdi , zeppa di tatuaggi e con le pupille nere, che in Flowers era la prima ragazza chiusa nel tugurio cadaverico) che si ritrova a districarsi nel putridume e nel nauseabondo caos necroforo fatto di cataste di corpi in putrefazione o decomposti, di stanzone maleodoranti e marcescenti dove troneggiano non solo la puzza di necrosi, ma svastiche e una parete interamente ricoperta da foto pornografiche.

    Di mezzo c'è sempre lui, il laido e ciccioso serial killer collezionista di bambole di carne, che si lascia andare a disgustose, grottesche e solitarie feste di compleanno e in più si aggira lo stesso Phil Stevens, sorta di angelo della morte che passa a macinare carne o a smembrare corpi femminili nella vasca da bagno.

    Alla fine Flowers 2 è tutto quì, dove Stevens si (ri)dimostra cantore del marciume e del putridume, delle raccapriccianti e orripilanti composizioni cadaveriche , delle mostruose e claustrofobiche stanzette che contengono necrofilia , scheletri andati a male e corpi in disfacimento in ogni dove (che siano fatti a pezzi, sviscerati o che servano da ripugnanti scenografie, ideale immaginario della mente devastata e misogina del lardoso e schifoso serial killer di Bryant Lohr).

    Filmini in super 8 che contengono snuff a uso e consumo prettamente personale (da gustare scopofilicamente gustando dei zuccherosi pasticcini), squallidi televisori da campeggio che trasmettono immagini di dolore, sevizie e morte, telefoni antidiluviani che suonano sepolti da resti umani,  la stanzina del carillon che pare uno squarcio destabilizzante e straniante in mezzo a tutto quel marciume necoforo, le costole rimesse dentro, corridoi zeppi di montagne di resti umani che portano ad altri locali ancor più fetidi (le scenografie cadaveriche di Non aprite quella porta 2 le fanno un baffo), la scarpetta bianca femminile ritrovata in mezzo alla catasta di ossa e scheletri, la nemesi femminea dopo il supplizio, una specie di divinità mortifera (o la morte stessa) che si para davanti a Orchid, fino al risveglio dei cadaveri scheletrici nei sacchi e alle figure nere che tentano di ghermire la ragazza in mezzo a tutto quell'inferno.

    Ma al di là della vena necrofora e morbosamente visonaria di Stevens, non si aggiunge nulla che non sia stato già narrato nel primo Flowers (che per il sottoscritto rimane uno degli extreme indie piu belli e geniali mai girati), con la sensazione che Stevens non abbia molto da raccontare, se non a riprendere stilemi e situazioni già collaudati, facendo non solo riferimento a Flowers (alcune sequenze vengono riprese direttamente dal primo film) ma anche a Lung, amplificando così, a dismisura, l'universo stevensoniano, diventando sempre più criptico e antinarrativo, quasi chiudendosi in sè stesso per baloccarsi con i suoi incubi andati in necrosi.

    La potentissima forza visionaria di Flowers và a intermittenza (alcune sequenze, comunque, sono di un marciume meraviglioso, tipo Stevens che fa le foto a Orchid priva di coscienza sul letto, alternandola con un cadavere o il piede squarciato di Orchid) e la chiusa finale nel bosco è di una poesia macabra deliziosa, dagli acri sapori jeanrolliniani, fino allo slow motion mortifero sui titoli di coda.

    Il tutto immerso in disturbanti rumori di fondo e ricoperto dallo score penetrante di Mark Kueffner.

    Il cinema di Phil Stevens, comunque, continua a essere personale e intimo, una ripugnante e maleodorante melodia fiabesca che non ha bisogno di dialoghi, un mondo a sè, avariato e poeticamente imputridito.

    Note a margine: Alla realizzazione del film ha contribuito, nel suo piccolo, anche il sottoscritto, versando una somma a Stevens per il budget (che si aggira sui 19 mila dollari), con il metodo del fundraising, per poi essere ringraziato (insieme ai fan che hanno contribuito economicamente al progetto) sui titoli di coda. Insomma, sono piccole soddisfazioni.

     
    Ultima modifica: 28/06/20 22:03 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 27/06/20 10:39
    Consigliere - 27174 interventi
    Buono il dvd autoprodotto dallo stesso Phil Stevens, per ora disponibile solo per chi ha contribuito tramite il fundraising (tra l'altro, in omaggio, cartoline del film autografate, con dedica, dallo stesso Stevens, spille e manifesto disegnato dallo stesso regista).

    Formato: 1.78:1

    Sistema: NTSC

    Zona 0, fruibile da tutti i lettori.

    Audio: Il film è senza dialoghi, ma usufruisce solo della disturbante colonna sonora composta da Mark Kueffner.

    Nessun extra se non il menù con i capitoli (ho scelto la versione standard, ma c'è anche quella a due dischi zeppa di contenuti extra).

    Durata effettiva: 1h, 19m e 02s

    Immagine al minuto 00.32.20. Il passaggio di Orchid (Colette Kenny Mckenna) da uno stanzino degli orrori all'altro.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images53/floww.jpg[/img]
    Ultima modifica: 27/06/20 16:38 da Zender
  • Discussione Raremirko • 25/08/20 23:56
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Grande Buio, segno pure questo, e bravo per aver contribuito economicamente.