Elettroshock - Film (1964)

Modesto thriller realizzato, probabilmente,sulla scia de “Il corridoio della paura” (di cui riprende l’idea di base) in cui l’unico elemento di valore è rappresentato dall’interpretazione della Bacall. Per il resto la tensione e l’interesse sono esigui a causa di una sceneggiatura ben poco originale.

Un attore di professione viene ingaggiato per studiare le mosse di un folle criminale all'interno di un ospedale psichiatrico dove va alla grande la pratica dell'elettroshock. Alle situazioni tipicamente manicomiali degli Anni 60 si associa un racconto pieno di risvolti gialli che ne aumenta le sensazioni claustrofobiche. Buoni gli interpreti, tra cui spicca la magistrale Lauren Bacall. Palese critica alla psichiatria ufficiale americana dell'epoca.

L'idea di partenza (finto pazzo si introduce in una clinica psichiatrica per fare luce su un crimine) è la stessa de Il corridoio della paura, ma il pur volenteroso Sanders non è certo Fuller, per cui a tenere in piedi il film ci pensano le ansiogene musiche di Goldsmith e soprattutto il cast: Whitman credibile, la deliziosa Lynley in bilico tra dolcezza e inaspettate pulsioni, ma a svettare è ovviamente Lauren Bacall, dottoressa che non agisce nell'esclusivo interesse della scienza. Finale paradossale, che accentua le critiche alla psichiatria.

Attore viene assunto per farsi ricoverare in una clinica psichiatrica fingendosi pazzo in modo da poter avvicinare un giardiniere omicida che potrebbe aver sottratto e nascosto un'ingente somma di denaro... La trama impone il confronto con il film di Fuller di simile soggetto ma questo thriller, pur essendo molto più modesto, gioca bene le sue carte per quanto riguarda il cast dove primeggia la tagliente Bacall nel ruolo di una psichiatra disposta a buttare alle ortiche il giuramento di Ippocrate pur di finanziare le proprie ricerche farmacologiche, peraltro molto discutibili.