Dopo Oliver - Film (2023)

Un bel trio di attori accompagna lo spettatore in questa avventura interiore che affronta l'elaborazione del lutto (il protagonista perde l'amato compagno) e il potere dell'amicizia (un viaggio a Parigi svelerà parecchi segreti). Il pregio principale del film sta nella capacità di essere drammatico senza cadere mai nel patetico, oltre che in quello di mescolare introspezione e vita sociale in maniera sapiente grazie a una regia efficace e a una performance attoriale sobria che cattura sin da subito. Fa riflettere e nel contempo emozionare, per cui la visione è di certo consigliata.

Più che sul dolore per la morte improvvisa del marito, il film è sulla difficile ricostruzione di tasselli che implicano la scoperta di un amante mai rivelato. Buon soggetto, ma con uno sviluppo non sempre all’altezza, con qualche bel tocco (una situazione, un dialogo…) e poi un po’ di inconsistenza, fra episodi scialbi e cadute cartolinesche a Parigi (bella ma esagerata la visita notturna nel museo di Monet). Insomma, intenso a tratti, altrove piuttosto noioso. Belli i titoli di coda color pastello tenue. Comunque interessante.

Una variante sull'eterno tema dell'elaborazione del lutto e sulla ricostruzione interiore da parte di un uomo che perde tragicamente il proprio compagno. Dan Levy dirige e interpreta un film dalle buone intenzioni ma dai risultati altalenanti; i dialoghi, in particolare, sono a tratti sinceri ma non si può non avvertire spesso il retrogusto dell'eccesso di retorica che riguarda interi frammenti di un film che appare anche scontato in alcune scelte e che comunque sembra parlare a una classe sociale privilegiata.