Ulteriore prova di intellettualismo estremo per Fassbinder, che mette insieme un tris d'assi che ve lo raccomando: romanzo di Nabokov, script di Stoppard e l'interpretazione di Bogarde. Il film è evidentemente "viziato" all'origine da una costruzione mentale troppo totalizzante, ma se non ci si perde troppo a cercar il pelo della metafora (doppio, alienazione, la possibilità, frustrata, di uscire da se stessi), è percepibile il fascino insano dell'ambientazione (al solito uno dei punti forti di Rainer) come il magnetismo intatto del protagonista. Respingente.
Fassbinder-Nabokov-Stoppard-Bogard: il poker d'assi è servito! Le premesse sono di quelle da far tremare i polsi: il risultato è discontinuo ma dal fascino innegabile. Se ci si lascia invischiare dalle atmosfere e dalla solita e ricercata eleganza formale del grande regista tedesco, il godimento è assicurato. Peccato che sia appesantito da qualche sproloquio di troppo, ma ci si può consolare con gli immancabili marchi di fabbrica di Reiner: la sontuosa fotografia del grandissimo Ballhaus ed i sinuosi e morbidissimi movimenti della mdp.
Ciliegina sulla torta, l’immenso Bogarde.
La disperazione del titolo significa più che altro dissociazione e delirio, ovvero i mali esistenziali che affliggono Hermann Hermann, uomo di mezza età in pieno disfacimento psichico. A questo sbocco si perviene dopo molti indugi, determinati da una sceneggiatura eccessivamente letteraria – fonte è l’omonimo romanzo di Nabokov – e dal focalizzarsi su una messa in scena di gran lusso e raffinatezza, invasa da specchi che riverberano sia gli sdoppiamenti di personalità del protagonista sia l’ambiguità della Germania di Weimar. Sopraffino Bogarde, carnale e giuliva la Ferreol.
MEMORABILE: Le SA in marcia per le strade; l’entusiasmo di Bogarde convinto di aver trovato un suo sosia (che invece non gli somiglia affatto).
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DiscussioneDaniela • 16/10/19 08:51 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Soggetto da un romanzo di Vladimir Nabokov, pubblicato per la prima volta in russo nel 1934, poi tradotto in inglese dallo stesso autore nel 1937.