Conversazioni con Dio - Film (2006)

Cade in disgrazia, diventa barbone, Dio gli parla, lui ci scrive su un libro e diventa ricco e famoso. Il film racconta la storia vera di un predicatore americano che su questo ha costruito una potente multinazionale, e lo fa con un taglio nettamente agiografico, esaltando in particolare proprio la pubblicazione del libro (di cui il film è sostanzialmente uno spot pubblicitario) come garanzia della verità divina. Lagnoso, patetico, retorico e pernicioso. Da vedere solo se interessati a conoscere la parte di America più stupida e credulona.

E' già molto difficile credere che Dio abbia scelto Neale Donald Walsch (o qualsiasi altro) per parlare di sè e di noi, ma dopo la visione di questo film ci si crede ancora meno. E' la storia di un uomo che cade in disgrazia, perde il lavoro, la famiglia e diventa un homeless, costretto a sbarcare il lunario rovistando nell'immondizia. Un'occasione per risalire, una nuova caduta e qui (e non si fa nulla per nasconderlo) scatta l'idea vincente di Dio che parla allo sventurato. Il film in se stesso non offre nemmeno momenti di particolare emozione.

Se il titolo fa pensare a un film religioso, in realtà propone una visuale su quello che riguarda la spiritualità. E non è sempre facile parlare di spiritualità in senso generale, rivolgendosi a un platea ampissima, a persone di diversi credo e anche atea, senza cadere nel tema religioso, mai spiritualità e religione sono due mondi opposti. Per questo il film potrebbe risultare banale, ma parlare di argomenti profondi cercando di mandare il messaggio universale diventa difficile, in 100 minuti. I messaggi spirituali vanno sempre premiati.