Prima che Coppola mettesse mano al suo
Tucker, Petrie prende il romanzo di Harold Robbins e mette in piedi un fumettone patinato con un gran cast, dal sapore di un imponente soap-opera pre
Dynasty, sulla decadenza di una ricchissima famiglia di imprenditori automobilistici (nella figura di uno straordinario Laurence Olivier si mescolano John Ford, Preston Tucker, Gianni Agnelli e Enzo Ferrari), dove dominano il lusso, il potere, le macchine (la Betsy del titolo) e le belle donne.
Petrie dà vita a questa sottospecie di
Caduta degli dei su quattro ruote (il film inizia con una gara di macchine da corsa di Formula 1) in un melodrammone dai vaghi sapori tennesseewilliamsiani (ottimi e intriganti i flashback narrativi ambientati negli anni 30), dove riesce a dare livore alle pagine di Robbins (i dialoghi sono ben curati e stimolano l'interesse anche quando tirano in mezzo lo spionaggio industriale), ma, soprattutto, non lesina sulle parti torbide dei lati oscuri della famiglia e sull'avidità, la sete di potere e le meschinità dei vari personaggi, dove il più pulito c'ha la rogna.
Incesti, suicidi, omosessualità, scandali, corna, nudi integrali femminili (quello della ninfetta Betsy-la nipote del gran vecchio, a cui il bisnonno dedica il suo nome al suo progetto automobilistico-che si getta in piscina con malizia sotto gli occhi di Tommy Lee Jones, e si ammirano le grazie di questa ragazza da infarto che è Kathleen Beller), agguati e esecuzioni mafiose stile
Il padrino (l'attentato a colpi di mitra, l'omosessuale gettato dalla finestra, il giornalista "comprato" bruciato nella sua auto) e una patina morbosa che attanaglia le vicende malsane familiari e gli intrallazzi da letto (Tommy Lee Jones si porta a letto l'amante di Duvall, così come si ripassa la figlia dello stesso, Olivier ha come amante la Ross, moglie del figlio, mentre il figlio ha una relazione con un'altro uomo).
La nuora (bellissima-e anche un pò malinconica-come sempre Katharine Ross) che sposa il figlio di Olivier, ma che però è omosessuale e se la fa con un suo subalterno, allora, per consolarsi si infila nel letto del suocero e ne diviene l 'amante (già turbata e attratta dal padre di suo marito quando, nella sera delle nozze, lo pizzica in camera a trastullarsi con la cameriera) che, nella parte più cupa e "malsana" del film, in una notte di tregenda, il figlio della coppia (che da adulto sarà Robert Duvall, il nuovo dirigente dell'azienda), in un solo colpo, assiste al padre che si fa saltare il cervello e alla mamma a letto con il nonno, grandioso momento diretto da Petrie come se fosse un horror, o quelle situazioni perverse stile i fumettacci di
Attualità nera.
Basterebbe questa scena insalubre a mandare
Betsy ai posteri, ma poi ci sono anche i ricatti, i doppigiochi, gli intrighi, le bramosie, le esecuzioni, le ninfette vogliose, le amanti, i divorzi, gli opportunismi, gli arrampicatori sociali, le feste decadenti, i pestaggi, gli odi, i rancori, il cinismo, le intricate relazioni sessuali o amorose, gli scioperi e le luccicanti carrozzerie delle automobili.
Olivier giganteggia , Tommy Lee Jones è un farabutto calcolatore che mira alla dirigenza dell'azienda usando pure l'amore che prova per lui la giovane (e bellissima) Betsy, eppoi le donne, la Ross che allatta il suo bambino e mira al letto del suocero, la Anne-Down ne più ne meno come se fosse una puttana di alto bordo, eppoi,lei, Betsy.
Comparto tecnico che non fa una piega (cosa non è la fotografia di Mario Tosi) in questa telenovela in 35 mm, che si destreggia tra il romanzone da bancarella e gli affari sporchi in famiglia.
Insieme a
Bronx, 41° distretto di polizia, uno dei punti più alti della carriera di un regista sottovalutato come Daniel Petrie.
Paul Thomas Anderson, da ragazzino, ci sarà andato a nozze.