Barbie & Kendra storm Area 51 - Corto (2020)

Barbie & Kendra storm Area 51
Locandina Barbie & Kendra storm Area 51 - Corto (2020)
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Titolo originale: Barbie & Kendra Storm Area 51
Anno: 2020
Genere: corto/mediometraggio (colore)

Cast completo di Barbie & Kendra storm Area 51

Note: Seguito di "Corona Zombies" (2020) e "Barbie & Kendra Save the Tiger King" (2020). Il film è in parte un rimontaggio di "Space Thing" (1968) e "Il giorno in cui finì il tempo" (1979). Si notano spezzoni di "Guerre di Robot" (1993) e "L'Uomo Laser" (1977).

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Tutti i commenti e le recensioni di Barbie & Kendra storm Area 51

TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/12/20 DAL BENEMERITO ANTHONYVM
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Anthonyvm 28/12/20 15:42 - 6537 commenti

I gusti di Anthonyvm

Tornano le allegre Barbie e Kendra, ancora alle prese con la noia del lockdown. Band adotta la medesima formula: anche qui la maggior parte del minutaggio è occupata da ridoppiaggi ironici di vecchi film (Space thing e Il giorno in cui finì il tempo). Rispetto a Save the Tiger King le gag sono mediamente più riuscite, recuperando quell'ironia da video-recensione che rendeva spassoso Corona zombies, pur allontanandosi notevolmente (e forse un po' pigramente) dal tema pandemico. L'ocheggiare incessante delle due protagoniste si tollera a fatica. Il finale promette un quarto capitolo.
MEMORABILE: Barbie & Kendra, in spiaggia o nei locali, assalite puntualmente dal corona zombi; L'obelisco con la voce di Alexa (!); Le scene "hot" di Space thing.

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  • Discussione Anthonyvm • 28/12/20 18:27
    Vice capo scrivano - 830 interventi
    Il nostro amico Charlie Band non si dà per vinto, e arriviamo così alla terza entry di quello che ormai è stato definito dagli stessi realizzatori il “coronaverse” della Full Moon, iniziato con l'irriverente Corona zombies e proseguito col meno incisivo Barbie & Kendra save the Tiger King.

    L'operazione ha necessariamente perso il mordente degli inizi, quando scomodare il virus per fini comico-exploitativi era paragonabile a un taboo (e ancora adesso non pare certo il massimo del buon gusto). A ogni modo, visionati i contenuti, si ha la netta impressione che la saga stia prendendo sempre più le distanze dalla pandemia per orientarsi su più generici lidi parodistici, lasciando la questione dei sovraffollamenti e della fine della socializzazione come note a margine, nello specifico nella forma di alcune gag, neanche così mal riuscite, concentrate nei primi cinque minuti.
    Il centro dell'azione (se di azione si può parlare) è costituito, come al solito, dai ridoppiaggi umoristici di vecchi film del catalogo Full Moon. Questa volta tocca a due fanta-trash non molto noti, l'eroticomico Space thing e l'involontariamente ridicolo Il giorno in cui finì il tempo. La scelta di tali titoli, che ben poco hanno a che fare con l'emergenza sanitaria (almeno Tiger King godeva della popolarità durante il periodo di quarantena), è un'ulteriore conferma del graduale distaccamento degli autori dal tema originale.

    Si comincia con una sferzante carica di nostalgia autoreferenziale quando sullo schermo dell'immancabile TV appaiono le immagini della battaglia finale di Guerre di robot, in mezzo alla quale le protagoniste Barbie & Kendra vengono materializzate. Ma è solo un incipit slegato da ciò che seguirà: le due amiche tornano in soggiorno e, annoiate, valutano la possibilità di andare in discoteca o in spiaggia (grazie al fido green screen fullmoonesco potremo avere una rappresentazione visiva delle loro improbabili uscite). Divertenti le comparsate del corona zombi che le fa desistere ogni volta, persino assillandole su Tinder (“Ormai neanche gli incontri random con perfetti sconosciuti sono più sicuri!” ammette una sconsolata Kedra). Poi arriviamo alla svolta, con le due ragazze che si sintonizzano sul canale “PUN” (“Probe U Network”), specializzato in teorie del complotto e segreti governativi a base di UFO ed extraterrestri, e si immergono nella strampalata programmazione dello stesso.

    Nuove sconvolgenti rivelazioni ufologiche vengono esposte in “Declassified – Mind-blowing shit you never knew about Area 51”, ovvero il redubbing dei due filmacci precedentemente citati, assemblati in modo da raccontare un'assurda avventura spaziale divisa fra lotte per la dominazione dell'universo, ribelli sotto mentite spoglie, amplessi a volontà e famiglie assillate da mostroni feroci. Nel complesso il lavoro di ridoppiaggio pare più centrato rispetto a quello sentito in Save the Tiger King, più simile a un commento ironico da video-recensione nello stile di Corona zombies. Il meglio, e c'era da aspettarselo, viene offerto da Il giorno in cui finì il tempo, che nella sua buffa goffaggine pare più adatto a rimontaggi e bonarie canzonature (non stupisce che sia stato preso in considerazione anche dal team di Mystery Science Theater 3000). Fra i momenti migliori: “Nonno, qual è la mia sorpresa?”, “Mh-mhh... Sei stata adottata!”; l'alienucolo in stop-motion scambiato per il Mr. Hankey di South Park; le voci demenziali appioppate ai mostroni e alla nonna. Space thing, al contrario, volutamente comico e poveristico, si prendeva in giro da solo già in origine, e funziona per lo più come supporto ai fini della “trama” del mashup, anche se gli inediti nomi dei personaggi (Comandante Bananatitz, Brick Fister e compagnia) fanno sorridere, così come le caricaturali acrobazie linguali dei doppiatori durante i numerosi accoppiamenti. L'insieme è per forza di cose sconclusionato e infantile, ma alcune trovate convincono (la piramide-obelisco luminescente di rimembranze kubrickiane che, parlando con la voce dell'amazoniana Alexa (!), tiene sotto controllo le azioni della principessa intergalattica e nel finale si dichiara più o meno apertamente attentatrice alla privacy mondiale).

    Fra una sequenza del programma e l'altra assistiamo a immagini di veri o presunti complottisti (si fa riferimento al fenomeno social “Storm Area 51”) che, anche loro sotto doppiaggio, accusano il governo di mentire circa i famosi incontri ravvicinati. Il tutto fa sospettare a Barbie e Kendra che dietro le loro disavventure ci sia proprio lo zampino degli “alieni” (anzi, “extratesticoli”, se si vuole essere politicamente corretti). Dopo aver deciso di partire alla volta della famosa base militare, Barbie e l'amica organizzano un viaggio con un paio di amici, ma l'ennesimo rivolgimento a sorpresa, fra dimensioni parallele e telecomandi in stile Griffin, le condurrà all'immancabile cliffhanger in attesa di un quarto episodio.

    A prescindere dalla qualità delle battute e dagli eccessi “ocheggianti” da parte delle due eroine (non sempre facili da tollerare, specie durante la lunga e superflua sequenza in cui le osserviamo prepararsi le valigie per il viaggio), il vero tallone d'Achille del film è forse proprio l'argomento scelto, più che altro perché pare un'autentica occasione sfumata. Già che si era in tema di cospirazioni e segreti delle alte sfere, viene da domandarsi se non fosse più azzeccato e provocatoriamente spassoso tirare in ballo negazionisti del Covid o esperimenti sull'influenza occultati, invece che i ben più innocui ufologi. Si possono proporre diverse spiegazioni alla scelta degli autori (difficoltà a trovare i film giusti da ridoppiare, pigrizia in sede di scrittura), ma forse la più probabile è che Band abbia preferito rifugiarsi nell'intrattenimento facile e alla mano, senza rischiare controversie di alcun genere. Resta comunque il rammarico (okay, termine troppo grosso per questo ambito, ma chiudiamo un occhio) di non assistere a un prodotto più audace e adatto al contesto di partenza.

    Tenendo a mente la durata contenutissima (neanche 50 minuti), quel minimo di gag riuscite per dare un senso alla visione e l'inconfondibile spirito bandiano che fa da collante conciliatore nella caotica idiozia dell'insieme, lo spettatore consapevole può trovare in questa barzelletta trashofila una moderata fonte di divertimento, se non altro in linea coi precedenti episodi.