"Il Presidente del Borgorosso F.C.": versioni, partite, storia

3 Luglio 2020

Così come ricorre quest'anno il centenario della nascita del grande Alberto Sordi, sono esattamente cinquant'anni da quando uscì nelle sale “Il presidente del Borgorosso Football Club”, pionieristico incontro tra il cinema e il calcio che per primo tentò di raccontare una storia fortemente legata a doppio filo con lo sport più popolare d'Italia. Una doppia ricorrenza che celebriamo analizzando il film sotto diversi punti di vista. Perché quello di Luigi Filippo D'Amico (cui Sordi collaborò attivamente non solo recitandovi da protagonista) non fu un film qualsiasi. Al di là della riuscita cinematografica dello stesso (opinabile, come sempre), attrasse fin da subito l'attenzione di chi sembrava temere la satira sordiana applicata a un mondo per sua natura conservativo e  poco incline alla critica. Per questo il film incorse in una serie di inattesi ostacoli. A metà luglio, ad esempio, quando fervono per tradizione le trattative di mercato all'Hotel Gallia di Milano e il film deve entrarvi come stabilito con i permessi in regola (Sordi dovrebbe comparire a fianco di alcuni importanti dirigenti), poco prima delle riprese i permessi vengono negati e ci si deve arrangiare ambientando le trattative in un'altra zona dello stesso hotel. “Colpa dei presidenti”, avrà modo di dire Sordi. Qualcosa di analogo avviene per una presenza-spot alla Domenica sportiva: prima Sordi viene invitato, ma all'ultimo momento la Rai cambia idea. Successivamente, per negare che fosse in atto una polemica, l'attore viene nuovamente richiamato e questa volta i dieci minuti di spot sono garantiti.

L'OSPITATA ALLA DOMENICA SPORTIVA

Sordi in video si presenta come dirigente della società sportiva Borgorosso Football Club: titolo acquisito, dice, per aver interpretato il film. Accenna alle discussioni con la Rai senza scendere nei particolari e dicendo che nel film invece non c'è traccia di polemica alcuna. Racconta in poche parole la trama e parla di tre mesi di lavorazione. Gli schemi tattici del Borgorosso Football Club? Eccoli: parlare coi giocatori, farsi capire, perché i giocatori sono come dei bambini (e ci viene mostrata qualche scena del film in tema); poi la conoscenza, la fratellanza: i giocatori devono conoscersi profondamente (altre scene montate). Infine la fatica, lo sforzo fisico (ultimi brani del film). A Facchetti e Mazzola, in studio con lui, regala il gagliardetto del Borgorosso, chiudendo però con un popolarissimo “Viva 'a Roma!”.
NOTA: Nonostante i molti riferimenti calcistici, tanto nei film interpretati che in quelli diretti, Sordi non è mai stato assiduo frequentatore dello stadio; un comportamento da associare alla sua reticenza per la vita mondana. Il Sordi tifoso-attore, che tutti conosciamo, interpreta lo spirito campanilistico e verace del popolo, ma il Sordi tifoso, nella vita privata, è un elegante borghese. Non va dimenticato comunque che nel 2000, grazie proprio all'interpretazione in questo film, l'attore venne insignito da Azeglio Vicini, a Coverciano, del titolo di “direttore tecnico ad honorem”. Disse che la Roma avrebbe vinto lo scudetto e fu buon profeta: la Roma, l'anno dopo, vinse davvero lo scudetto!

LE VICISSITUDINI CENSORIE

Più importanti, per il film, furono le traversie in censura, che inizialmente impose al film il divieto ai minori di 14 anni per eccesso di turpiloquio. Riassumiamo qui quel che si trova sul sito di Cinecensura:
La commissione, riunitasi il 14/10/70 per revisionare il film, chiede che esso non sia visibile per i minori di anni 14 a meno che non si sia disposti ad eliminare o sostituire le seguenti parole: “cazzo basta”, “stronzo”, “pezzo di merda”, “puttana" (ripetuto per 4 volte), “sacco di merda”, “rompere i coglioni”, “se volete fottere fottetevi la palla” (ripetuto due volte).
Oggi potrebbe far sorridere, un provvedimento simile, ma erano altri tempi. Durante la riunione della commissione - riunitasi nuovamente il giorno 15 ottobre 1970 alle ore 20 su richiesta del ministero e del Turismo e dello Spettacolo - Produttore e Distributore dichiarano che, considerato il breve tempo concesso, non sono in grado di apportare le modifiche suggerite dalla Commissione nella seduta precedente. Considerato che il parlato del film è infarcito di numerose battute triviali, contrarie alla decenza e alla privata costumatezza e che esse, per la loro natura, nonché per ingiustificata e insistente iterazione, appaiono assolutamente incompatibili con la particolare sensibilità e per l’incompleta immaturità psichica dei minori degli anni quattordici, il divieto ai 14 diventa obbligatorio.

A questo punto, non potendo sostituire le parole e volendo evitare il divieto, i distributori e il produttore decidono per i tagli eliminando le scene in cui venivano pronunciate le volgarità citate dalla Commissione e sottoponendo il film a una seconda analisi. Questi i tagli che vengono descritti nel documento come fatti, in conseguenza a quanto richiesto dalla Commissione:
1) Titoli di testa: scene strade e autostrade
2) 1a inizio scena pullman con squadre e presidente
3) 2a parte scena radiotelefono partita interno e esterno
4) Fine colloquio telefonico tra madre e figlio
5) 3a scena allenamento giocatori in ritiro in campagna
6) 4a scena uscita albergo Gallia di Milano e incontro spiaggia con Sivori
7) 5a parte dialogo interno ufficio tra Erminia e Presidente
8) 6a parte scena teatro
9) 7a parte scena partenza tifosi e pullman

IL CONFRONTO TRA LE DUE EDIZIONI
Quella che Mediaset ha trasmesso per il centenario di Sordi è la versione tagliata, anche se non possiamo avere la certezza che corrisponda esattamente alla versione davvero passata al tempo nei cinema. Dei tagli qui sopra elencati molti sono stati apportati ma non tutti: nessun taglio nella "scena a teatro", nella "partenza dei tifosi e dei pullman", nei titoli di testa "(strade e autostrade)". Ce ne sono però altri in aggiunta che non sempre si capisce che senso abbiano (la targa di Camillo Fornaciari che male poteva fare?) e altri in aggiunta che, pur non citati nell'elenco qui sopra, contenevano effettivamente alcune delle frasi che la censura aveva chiesto di eliminare. La versione uscita in dvd corrisponde invece a quella, integrale, che Mediaset riporta correttamente come VM14 anni.
In totale la versione VM14 dura 1h56'50”, la versione per tutti dura1h50'48” . I tagli totali sono quindi di 6'02”.
Andiamo ora a vedere nello specifico quali sono. All'inizio di ogni scena è riportato il minuto in cui la si può trovare nella versione VM 14 (indicata come VM14) e in quella per tutti (indicata come T). Tra parentesi la differenza in minuti e secondi tra le due versioni.

1) Le prime scene eliminate, secondo la distribuzione, riguardano “Titoli di testa, con scene di strade e autostrade”, ma nel confronto tutto pare identico...

2) Il primo taglio effettivo è contemplato nel documento, che lo indica come “Inizio scena pullman con squadre e presidente”.
T: 0:20, VM14: 0:33 (13”) La cinepresa inquadra l'interno del pullman che sta portando giocatori e dirigenti in trasferta. Il presidente Libero Fornaciari (Sordi, truccato da anziano), sigaro alla bocca e bastone alla mano, esorta a suo modo i presenti: “Ieri sera al Bar Centrale hanno detto (e non faccio nomi) che contro il Guastalla basterebbe un pareggio... Un casso!”. La versione breve comincia da subito dopo, saltando quindi la “scurrile” frase introduttiva. Il discorso continuerà (udibile nelle due versioni) fino all'infarto del presidente, con conseguente stop del pullman.

3) Un secondo taglio riguarderebbe la seconda parte della scena col radiotelefono (partita interno e esterno), che però risulta integra in entrambe le versioni Mediaset; è scappato un “...fatta un casso” detto dall'anziano Presidente; a differenza della scena in pullman, la frase questa volta è rimasta in entrambe le versioni (forse perché non espressamente citata dalla censura, a differenza dell'altra), così come restano le ultime parole del Presidente prima di morire: “Oh, vigliacca la miseria! Porca vacca schifosa bona”.

4) Questa breve scena, non presente nella versione “per tutti” Mediaset, è stata tolta senza che se ne facesse esplicita richiesta in alcuna parte dei verbali.
T: 6:50, VM14: 7:01 (12”) Benito Fornaciari e la madre arrivano in macchina davanti alla casa del padre. La mamma entra frettolosamente nel portone, ma nella VM14 Benito rimane fuori per un attimo ad ammirare la targa sulla facciata del palazzo, che viene inquadrata: “Camillo Fornaciari. Chi era mamma?” chiede. “Il bisnonno rivoluzionario? Mamma?”. La scena riprende nelle due versioni con la mano della signora che apre la porta del palazzo.

5) Anche questa scena, con un paio di insulti gratuiti, è stata espunta senza che la si elencasse tra i tagli.
T: 26:24, VM14: 26:54 (6”) Fine primo tempo tra Borgorosso e Celerina (2-0). Siamo negli spogliatoi, si apre la porta e il Presidente del Celerina prende a insultare i propri giocatori: “Mascalzone, carognone, pezzo di merda”. La versione breve riprende solo dall'insulto successivo, un più innocuo “asino”.

6) Questa invece è una scena eliminata per chiaro volere della censura, che indicava le ripetute offese della madre a Erminia e chiaramente espunta dai distributori.
T: 32:40, VM14: 33:16 (13”) Benito a letto telefona alla madre vantandosi di come sia bello vendere i giocatori e di come stia diventando un esperto nel ramo del calcio, ma alla madre interessa solo che venga licenziata l’amante del defunto marito. Benito risponde che è utile, che ci deve ancora pensare. E qui interviene il taglio, perché quando Benito insiste: “…Mamma, non è una cattiva donna, è molto utile in ditta, è una gran lavoratrice sai?”, mamma risponde senza mezzi termini: “E’ una puttana!”. Benito rimane interdetto: “Mamma?! Non ti ho mai sentire dire queste brutte cose!”, ma quella ci mette il carico: “E’ una puttana! Puttana! Puttana! Puttana! Puttana!”... Tutte le frasi qui citate vengono tagliate abbreviando di tredici secondi la scena.

7) Le seguenti sequenze contengono una delle parolacce espressamente citate dalla Commissione e quindi la scena, per quanto non citata nell'elenco, è stata tagliata in corrispondenza della stessa e non solo. Subito dopo la telefonata della madre a Benito siamo al Bar Centrale dove i tifosi discutono della squadra. Viene subito eliminata la prima parte, nella quale un anziano si riferisce a Benito dicendo: “A lui non gliene frega niente, gli basta far quattrini”. “Ma non è possibile”, replica Salsiccia, tifoso eccellente. “Pierino ha già telefonato la notizia al giornale. Domani la leggi”, continua l'altro. “Ma di cosa state parlando?”, interviene il cameriere. “Benito ha venduto Fondavalici, Ceron, Venosi e Gallo”, prosegue l'infervorato tifoso. “Ma è un pazzo”, dice il cameriere. “No: è un mascalzone” replica Salsiccia. La versione breve inizia da qui, quando un terzo tifoso esclama: “No, quello è un sabotatore, ha rovinato una squadra che stava per andare in Promozione” (e qui, come vedremo più avanti, la Promozione all'epoca ancora non esisteva in Emilia Romagna e quando l'anno dopo arriverà sarà l'equivalente della Prima categoria, quindi non la categoria superiore ma quella equivalente, rendendo surreale la frase del tifoso). “Ma non glielo si può impedire” soggiunge il cameriere. “Ma che impedire e impedire, quello ha il coltello dalla parte del manico, la società è sua e fa quello che vuole”. “La colpa è di Bulgarelli che non ha cacciato i soldi, me l'ha detto il ragionier Braglia”, continua il cameriere riferendosi al sindaco che non ha comprato la squadra. Da qui, di nuovo, intervengono i tagli: “Bulgarelli è un sacco di merda! Cosa vi aspettate da quell'ammazzaporci?”, dice il tifoso. Interviene Salsiccia: “Costituiamo una società per azioni. Ci quotiamo tutti e ricompriamo i giocatori.” “E’ inutile illudersi” è la risposta. “Per il Borgorosso è finita. Ci vorranno cinque anni prima di rimettersi”. “No, no, non bisogna arrendersi, bisogna fargliela pagare a quel gesuita”, conclude il cameriere prima che la scena passi all'esterno del bar e si ricongiunga con la versione breve.

8) La seguente scena è stata tagliata per motivi oscuri senza esplicita richiesta della commissione censura (né si capisce cosa si sarebbe dovuto tagliare...).
T: 33:34, VM14: 34:51 (25”) Quando i tifosi al pub festeggiano il passaggio del Borgorosso in seguito alla penalizzazione del Celerina, le urla di festa dei presenti vengono accorciate nella versione breve e viene tagliata la scena in cui un ragazzo dice “Vado ad avvertire il sindaco” raggiungendo poi il municipio per beccarsi gli schiaffi di Bulgarelli: “Signor Sindaco, signor Sindaco.” “Che c’è?” “Il Celerina è stato squalificato, il Borgorosso promosso” .“Mi prenderei a schiaffi” dice Bulgarelli, schiaffeggiando invece il ragazzo. “Potevo avere il Borgorosso per un pezzo di pane. A schiaffi mi prenderei.” “Ti prenderesti a schiaffi eh…”, mormora il povero ragazzo. Si torna con l’inquadratura ai festeggiamenti del bar ancora con scene presenti solo nella VM14: “Il sogno di Libero Fornaciari è diventato una realtà”, dice Pierino riallacciandosi da qui in poi alla versione breve.

9) Ancora qualche brevissimo taglio a cui la Commissione censura non fa riferimento.
T: 34:50, VM14: 36:38 (7”) All'arrivo della polizia per calmare la gente che aspetta sotto casa Benito, colpevole di aver svenduto la squadra, si nota qualche taglio nella ressa delle persone davanti all’ingresso.

10) La commissione fa riferimento qui a una scena di allenamento dei giocatori in ritiro (“scena allenamento giocatori in ritiro in campagna”), che invece anche nella versione Mediaset breve è integra. A meno che non ci si riferisca invece a una scena successiva, con i giocatori a letto in ritiro, come è probabile che sia.

11) Le due seguenti scene, consecutive, sono state ufficialmente espunte (citate in elenco come “Uscita albergo Gallia di Milano e incontro spiaggia con Sivori”) senza che vi si ravvisino volgarità di alcun genere e senza che la Commissione ne facesse parola.
T: 42:57, VM14: 45:07 (2'04”) Dopo le inquadrature sui giornali che riferiscono dell'ingaggio di Buonservizi, ecco due scene completamente assenti nella versione breve. Ci troviamo all’ingresso dell’Hotel Gallia di Milano, dal quale vediamo uscire Benito, Pierino, Salsiccia, il dottore e il nuovo allenatore del Borgorosso, Buonservizi. “Ah, mi scusi Buonservizi”, dice Benito. “Chiamalo Mister”, precisa Pierino. “Ma se è sudamericano!”“Non ha importanza: si usa così”, conferma Pierino. “Scusi, Mister, possiamo essere sicuri degli acquisti, vero?”“Seguro, lei mi ha dato carta blanca e duerma tranquillo”, risponde Buonservizi. “E i giocatori quando li potrò vedere?”, chiede il Presidente. “Ad Agosto: adesso sono tutti al mar”, replica il mister. “Eh! Al mare ci vado anch’io: e chi lo lascia più questo stregone?”, chiude Benito.

Susseguentemente manca nella versione breve tutta la scena in spiaggia (di 1'44”) con il Mister e Benito che osservano un gruppo di persone giocare a calcio tra cui l’ex calciatore Omar Sivori. Un intermezzo divertente in cui Buonservizi spiega perché ha accettato di allenare una squadra modesta come il Borgorosso ("per fare la revolucion!"). Come unica motivazione plausibile del taglio può venire in mente il dialogo tra Benito e Sivori. Il primo chiede: “Senta, mi levi una curiosità Omar: ma come mai quando gli arbitri quando lei giocava lo squalificavano sempre?” “Bueno, io creo che sia dovuto alla vivacità dei napoletani” risponde Sivori: “Per esempio... Loro davano del cornuto all’arbitro e quello se la prendeva sempre con me”. Benito risponde ridendo a crepapelle: “Buona questa!”.
 NOTA:
Nella sua carriera con la maglia del Napoli, Sivori verrà punito solo due volte con un cartellino rosso: la prima durante un Inter-Napoli nella terzultima giornata della stagione ‘66/’67 e l’altra nella stagione ‘68/’69 in un focoso Napoli-Juventus dove verranno espulsi anche un suo compagno di squadra e un giocatore bianconero. Sivori prenderà per questo motivo sei giornate di squalifica (per colpa della pausa, avrebbe potuto riprendere a giocare solo a febbraio dell'anno successivo) e sarà quella l’ultima partita di Sivori in serie A, ormai provato dall’età e dagli strascichi di un vecchio infortunio. La domanda di Benito doveva riferirsi dunque al suo periodo alla Juventus, ma sarebbe stato poco credibile definire come “vivaci” i tifosi juventini...

12) Anche della prossima scena la commissione non parla (né viene citata tra le sequenze tagliate dalla distribuzione, ma è stata ugualmente eliminata).
T: 53:37, VM14: 57:37 (44”) Quando la madre di Benito se ne va stizzita dal ritiro dopo aver visto come il figlio sperpera i soldi di famiglia, intervengono le "forbici". La donna dice al ragionier Braglia: “Sentirete parlare di me, in questo cesso di paese”. Il taglio prosegue mentre Sordi spiega le sue tattiche su un tavolo coperto da un piano verde dove muove i suoi giocatori virtuali: “Avviene tutto automaticamente e l’automatismo si ottiene con questi esercizi. Volete vedere? Venite. Venite venite…vedete? Servono a coordinare i movimenti muscolari con quelli della psiche. Vedete?”. Seguono immagini di giocatori in posizioni assurde di “concentrazione spirituale” mentre il Mister si rivolge a loro come per far loro acquistare una sorta di calma interiore. Le due versioni riprenderanno poi insieme dalle immagini all’interno dell’ufficio del monsignore.

13) Quella di seguito è invece una scena citata esplicitamente dalla censura, poi compresa tra i tagli operati dai distributori e infatti eliminata (“Parte dialogo interno tra Erminia e presidente”).
T: 1:07:27, VM14: 1:12:11 (24”) Quando, a seguito delle numerose sconfitte, Benito chiede consigli ad Erminia, questa gli spiega come il padre risolvesse i problemi: considerando i giocatori come ragazzini, inutile fargli tanti discorsi. E li teneva chiusi a Tredozio, come polli nella stia. Il discorso nella versione breve si ferma qui, ma Erminia invece nella VM14 continua: “E se quelli si lamentavano diceva: se avete voglia di fottere… fottetevi il pallone! Ah… E aveva ragione… Perché io non so se lei sente la stessa cosa ma… quando il pallone entra in rete uno si sente dentro di sé… beh mi ha capito…” E da qui riprende anche la versione breve: “Faccia come faceva suo padre, prenda le redini in mano e non risparmi la frusta!”

14) Un veloce insulto tagliato come da richiesta della censura, che l'aveva individuato e citato espressamente.
T: 1:12:00, VM14: 1:17:05 (6”) Durante la prima partita dell’era Benito arriva quasi subito il gol degli avversari. Celestino Guardavaccaro chiede al Presidente di spogliarsi per entrare. “Ma che te voi spoglia'?”, risponde irritato il Presidente. Ed ecco la censura che interviene per tagliare Sordi che rincara la dose: “Guardavacca', non rompe' i cojoni! Stai a sedere! E zittate!”. Subito dopo la scena riprende in entrambe le versioni con l'inquadratura sugli spalti.

15) Altro taglio richiesto dalla censura (che aveva citato nella prima revisione proprio il continuo “fottere il pallone” come esempio di volgarità gratuita, già tagliato nella scena con Erminia).
T: 1:14:58, VM14: 1:20:07 (14”) La nuova cura del Presidente funziona e in ritiro il presidente dà la buona notte ai giocatori. “E da oggi per ogni vittoria il premio sarà raddoppiato!”. Da qui però la censura interviene ancora, cancellando il prosieguo della frase con cui Sordi incita i suoi: “Non mi ringraziate, sono io che ringrazio voi. Felice notte ragazzi, dormite sereni, distendete i vostri nervi, rilasciatevi e se avete voglia di fottere… fottetevi il pallone. Sognate…”. Da qui in poi riprende anche la versione breve: “Sognate soltanto di odiare l'avversario”. Ancora un coro e poi la buonanotte per tutti.

16) Un taglio abbastanza insiegabile, visto che nulla viene detto di sconveniente (e infatti non è citato in nessun verbale).
T: 1:46:03.51, VM14: 1:51:29 (37”) Siamo al momento del sequestro dei beni, con l'ufficiale giudiziario in villa: “32 botti da 125 quintali l'una... Chiudi l'inventario e procediamo al sigillo delle porte.” In realtà, ma solo nella VM14, l'inventario continua: “Mediaglione raffigurante Federico Barbarossa, valore totale… beh facciamo 40.000 lire”. “Posso fare pulizia di sopra?”, chiede la cameriera. “Faccia pure, noi continuiamo il pignoramento.” “Va bene”, dice la donna. “Gabbia antica, senza uccello. 30.000 lire”. La scena si sposta all'esterno della fabbrica, dove si sente dire: “Andate via, andate via… è chiusa per fallimento”. Viene poi ripreso il casale con una panoramica: “Vendita giudiziaria, 24 ettari di terreno coltivato a vigna”. A questo punto, dopo un taglio brusco, ci si riaggancia alla versione breve per le celebrazioni in piazza del finale.

17 e 18) Due scene cui fa riferimento l'elenco dei tagli apportati, ma che appaiono integre in entrambe le versioni, vengono citate come “Parte scena teatro” e “Parte scena partenza tifosi e pullman”.


TUTTI I RISULTATI SPORTIVI DEL BORGOROSSO

Ricostruiamo ora il complesso percorso nel campionato 1969/70 (col vecchio Presidente, Libero) e in quello successivo, 1970/1971 (col nuovo, Benito), del Borgorosso. Analizzando non solo tutte le partite ma anche i regolamenti del tempo, studiando i quotidiani con i titoli che vengono usati per raccontare velocemente le varie tappe del campionato.

CAMPIONATO PRIMA CATEGORIA 1969/1970
Mancano due giornate alla fine del campionato di Prima Categoria, in Emilia Romagna. Sul bus della squadra, Libero Fornaciari Valli (Sordi) dice ai giocatori che si dovrà assolutamente vincere l'imminente partita a Guastalla, cui seguirà un'altra trasferta, col Celerina. Ha "salvato il Borgorosso Football Club dalla categoria dilettanti fino alla soglia della promozione e non può fallire il passaggio alla categoria superiore".
NOTA: Qui c'è già un po' di confusione. Per prima cosa non esiste una “categoria dilettanti”: la frase va intesa come un salvataggio dalla retrocessione in categorie inferiori rispetto a quella attualmente frequentata. Inoltre va considerato che nel 1969/1970 le due squadre che vincono in Emilia-Romagna i due gironi di Prima Categoria passeranno in serie D, mentre gran parte delle altre squadre accederanno alla "Promozione", un campionato (già esistente in varie regioni, come Lombardia, Liguria e Lazio) nuovo per l’Emilia-Romagna, che si inserisce fra la Serie D e la Prima Categoria. Conviene intendere quindi, nelle parole del Presidente, la parola “promozione” con l’iniziale minuscola: è la Serie D l'obiettivo da raggiungere. Se non fosse che le parole del ragionier Braglia (Cleri), successivamente (nonché le parole di un tifoso al bar in un'altra scena), fanno ulteriormente capire come le idee degli autori in tema fossero poco chiare. Nel momento in cui mostra una foto di Libero coi giocatori, Braglia dice: “Guarda lì com'era felice. È quando il Borgorosso è entrato in Promozione. È da allora che sono cominciati i guai”. Ma la categoria Promozione, al tempo, in Emilia Romagna non esisteva ancora, come detto.

• GUASTALLA-BORGOROSSO 1-1

Il Presidente, dopo l'infarto avuto sul bus, segue il match via radio da casa dove riceve la visita della moglie e del figlio. Sono tutti distratti: il Guastalla ha segnato, il Celerina ha appena pareggiato a Massa (arriva la notizia via telefono) e il Borgorosso ha bisogno assoluto di vincere o almeno di pareggiare. Libero interviene allora via telefono e impone all'allenatore di far entrare Passalacqua al posto di Giorgetti II. Sarà la mossa vincente, perché proprio Passalacqua segna e pareggia, portando il Borgorosso a pari punti col Celerina in vista dell'ultimo match.
NOTA: Nella partita si assiste a una novità, per il calcio italiano: la sostituzione del “tredicesimo” o del "giocatore di movimento". Da qualche anno è infatti possibile sostituire un giocatore della panchina per motivi tattici e non solo per infortunio, proprio come ordina Libero al suo allenatore via telefono. La cosa verrà anche spiegata in altra occasione dal parroco a Benito, come vedremo. Le regola è cambiata nel corso degli anni, fino ad arrivare alle 3 sostituzioni (5 nei tempi più recenti) e alla presenza di 13 giocatori in panchina a disposizione dell’allenatore.
 NOTA2: La partita viene più volte ripetuto che è contro il Guastalla, ma nelle immagini dal campo si nota tuttavia chiaramente uno striscione che dice “Forza Brighella”, squadra che in realtà gioca già in serie D, visto che l'anno successivo il Borgorosso lo incontrerà! 


Durante la partita il Presidente non ce la fa e muore, permettendo così che suo figlio Benito erediti la carica, oltre all'azienda vinicola. Il sindaco Bulgarelli (Cavalcanti), proprietario di un salumificio, cercherà di attivarsi per poterla comprare a fine anno. Benito, spinto da Don Regazzoni (Vargas), promette intanto un premio partita di 100.000 lire a ogni giocatore se si vincerà la sfida decisiva per passare in serie D.

• CELERINA-BORGOROSSO 3-2
E' la partita decisiva e Benito è sugli spalti assieme a Don Regazzoni a seguire la squadra. Il Borgorosso segna quasi subito nel tripudio generale e quando poco dopo un giocatore si infortuna, Don Regazzoni spiega a Benito: “Da un po' di tempo secondo il nuovo regolamento quello può essere sostituito con un giocatore fresco”. Sostituzione operata. Quando il Borgorosso segna un gran secondo gol sembra che le cose vadano per il meglio, ma alla fine del primo tempo i tifosi contestano il Presidente, che viene scortato dalle forze dell'ordine e se ne torna a casa convinto di poter festeggiare il passaggio in serie D. Niente da fare, perché poco dopo gli viene comunicato che il Celerina in rimonta ha vinto 3 a 2. Addio serie D...

Un colpo di scena è però in agguato. Quando ormai Benito si è convinto di vendere i giocatori per ricavarci il poco possibile e il sindaco Bulgarelli sta per strappargli la squadra per appena dieci milioni, arriva notizia che la commissione medica della Lega Nazionale ha trovato tracce di anfetamine nelle urine dei giocatori della Celerina; in virtù dell'art. 8, la squadra verrà penalizzata di dieci punti! Il Borgorosso di conseguenza risale in classifica e viene promosso in serie D. I tifosi, saputo che nel frattempo Benito ha venduto i giocatori migliori, lo prendono d'assedio sotto casa minacciandolo. Ispirato idealmente dal padre, il nuovo Presidente si affaccia alla finestra e con piglio spudoratamente mussoliniano annuncia di aver venduto solo per ricomprare il meglio del meglio e poter costruire un Borgorosso invincibile per il nuovo campionato.

ESTATE 1970: LA PREPARAZIONE DELLA NUOVA STAGIONE IN SERIE D

Si prepara la grande annata promessa dal Presidente, il quale si reca nientemeno che all'Hotel Gallia di Milano, storica sede del calciomercato, per combinare affari. L'ingaggio boom è il nuovo alleatore italo-peruviano José Buonservizi (Carlo Taranto), pagato 38 milioni anticipati con un contratto di tre anni. Si viene a sapere che l'intero parco giocatori è stato pagato 64 milioni. Buonservizi (che a quanto pare è però di Castellamare di Stabia) annuncia la revolucion, di aver accettato il posto per fare grandi cose.
NOTA: Stadio, il quotidiano che mostra la notizia dell'ingaggio di Buonservizi, è del 25 settembre 1970 (data nemmeno celata, nel film, ma siamo eccessivamente in là nel tempo, per la storia, visto che dovremmo essere ancora in Agosto) e il titolo che si legge sotto quello sovrimpresso fa riferimento alla Coppa Italo-inglese vinta dal Bologna (1-0 all’andata e 2-2 al ritorno) contro il Manchester City il 23-09-1970. Il trofeo si giocava tra le squadre che vincevano le rispettive coppe di lega.
 NOTA 2: La Gazzetta dello Sport successiva mostra in grande il titolo “Agosto: si ricomincia” e sotto “Il gong del calcio chiama a raduno i giocatori”.
 NOTA 3: Subito dopo tocca al Corriere dello Sport, che titola: “Finite le vacanze per i giocatori che ormai sotto la guida dei maghi preparano nei ritiri il campionato”.


IL RITIRO
Il Borgorosso si ritira a Tredozio (FC), sempre in Romagna, e lì avviene la presentazione di tutti i giocatori al Presidente. Buonservizi spiega le sue idee e Benito azzarda su una tavola di casa schemi e tattiche (del tutto campate in aria, naturalmente).

IL TABELLONE DEI PRONOSTICI

Al bar del paese i tifosi, presente Buonservizi, compilano un tabellone (Serie D girone D, è indicato sopra) sul quale con una riga di scotch verde indicano la prevista progressione della squadra in campionato, calcolando ovviamente un punto per il pareggio e due per la vittoria. Dall'elenco citato nel film si può quindi conoscere il nome di alcune delle squadre che parteciperanno all'imminente campionato di D. Eccole (con relativa previsione tra parentesi, confermata dall'allenatore):
Vis Pascoli - Borgorosso: "pareggio"Borgorosso - Excelsior: "vittoria facile, due punti"Saline - Borgorosso: "pure, due punti"Borgorosso - Brighella: "2 punti"Trebbiano - Borgorosso: "pareggio". “Porque? Se vinse, se vinse, il Trebbiano è debole sulla sinistra”, dice BuonserviziBorgorosso - Garbino: "2 punti"San Luca - Borgorosso: "2 punti" (Buonservizi qui invece dice "no, no no, esto no es seguro") Borgorosso - Cavè: "2 punti, perché se non vinciamo siamo delle schiappe".
Alla fine dei calcoli il totale dà 51 punti. “Vinceremo il campionato”, gridano i tifosi.
NOTE: Il punteggio è in linea con i reali punteggi delle stagioni precedenti della categoria, anche se nel tabellone, che dovrebbe segnare in realtà un valore massimo di 68 punti (34 partite con due punti per vittoria), il 51 corrisponde quasi al massimo raggiungibile.

CAMPIONATO SERIE D 1970/1971
Finito il periodo dei sogni e dei pronostici, il campionato comincia davvero, carico di aspettative per i tifosi del Borgorosso.

• BORGOROSSO-ALBANA 0-3
Le cose cominciano subito male per il Borgorosso, con un punteggio e una partita riassunti dalla Gazzetta dello Sport col titolo “Borgorosso confusionario: L'Albana vince 3-0”.
NOTA: Il titolo relativo al Borgorosso è appiccicato sulla Gazzetta dello Sport che fa riferimento alla notizia delle partite Monza-Cesena e Livorno-Como, prima giornata di serie B prevista per il 20-09-1970, che verrà rinviata per via dell’impegno del Cesena e del Livorno in Coppa Italia che si sarebbero svolte lo stesso giorno. L’articolo sotto al titolo, invece, si riferisce alle partite delle squadre del Marsala e del Camerino, che militavano in serie D della stagione 70/71 rispettivamente nei gironi D e I.

Successivamente a questa prima sconfitta, il Borgorosso conseguisce un pareggio. Lo possiamo capire dallo scotch rosso sul tabellone, che sale di un punto. Non si dice però mai chi sia la squadra con cui il Borgorosso pareggia. Le parole di Buonservizi sul deludente andamento sono illuminanti: è rischioso vincere troppo subito, dice, o si rischia di ingenerare troppe aspettative e troppa pressione. Molto meglio proseguire a fari spenti...

• PASSATORE-BORGOROSSO 2-0

..:E difatti si continua a perdere. Qui ad essere inquadrato è il Corriere dello Sport, sul quale è stato appiccicato il solito titolo “fasullo”: “In balia del Passatore il Borgorosso viene sconfitto con un secco 2-0”.
NOTA: In realtà si tratta del Corriere dello Sport o Stadio del 21-09-1970. Nella parte sopra l’articolo possiamo leggere dell’incontro Viterbese-Pescara, seconda giornata di Serie C Girone C 70/71 giocata il 20-09-70 e terminato 2-1. L’articolo fa riferimento (sotto) anche a un incontro tra il Sassuolo e il Guastalla (!), Girone B della Serie D 70/71.

• BORGOROSSO-VIS PASCOLI 0-3
La prima partita che era stata citata nei pronostici al bar e per la quale era stata prevista vittoria certa si rivela un disastro. Il Corriere dello Sport titola: “In mezzora il Borgorosso è a terra. Sconfitto in casa: un umiliante 3-0".
NOTA: In realtà si tratta del Corriere dello Sport del 22-09-1970. Il titolo sulla destra fa riferimento alla frattura del naso durante un allenamento del portiere della Fiorentina Superchi, che scenderà in campo contro la Roma vincendo 1-0 il 27-09-70 (prima giornata di serie A 70/71). Nell’articolo in basso invece si cita l’infortunio del calciatore De Petri del Cagliari.

• (SQUADRA NON CITATA) - BORGOROSSO 2-0
In questo caso l'articolo di giornale non cita la squadra avversaria, per cui sappiamo solo che “Naufraga nella pioggia il Borgorosso: una nuova sconfitta per 2-0”.
NOTA: L'articolo è sovrimpresso al Corriere dello Sport o Stadio del 14-09-1970, nel quale si fa riferimento alle partite Pro Vasto – Potenza e Barletta – Chieti, giocate il 13-09-70, prima giornata della Serie C Girone C 70/71.

• BORGOROSSO – EXCELSIOR (sconfitta del Borgorosso)

Di questa partita nulla si sa se non il fatto che la squadra di Fornaciari ha di nuovo perso.
E' Erminia (Lozano), l'amante storica del fu presidente, a leggere il giornale insieme alle colleghe con cui lavora all'azienda vinicola di Benito: “Sconfitto in casa anche dall'Excelsior, il Borgorosso ha toccato il fondo della classifica; la situazione non è più critica, è decisamente drammatica. I tifosi sono in fermento. Che cosa si aspetta, si domandano i sostenitori della squadra bianconera, per prendere quei provvedimenti che anche il più sprovveduto dei dirigenti capirebbe che sono non solo necessari ma indilazionabili?”

IL RITIRO PUNITIVO
E' in questo momento che Benito decide per un'azione di forza, ispirato dalle parole in privato di Erminia, che cita il padre defunto e gli spiega che bisogna capire non il calcio ma gli uomini. Pugno di ferro, ci vuole, iniezioni di entusiasmo. E così Benito interviene a una cena del gruppo, preleva i calciatori, li infila nel pullman e lascia a terra Buonservizi portando i suoi in ritiro forzato, a spaccare la legna e a fare esercizi di forza per una decisa inversione di rotta.

• BORGOROSSO-BRIGHELLA 2-0
Il nuovo corso sembra dare buoni frutti. Buonservizi (che protesta per il suo contratto) è di fatto esautorato da Benito Fornaciari, che lo spedisce in tribuna sedendosi al suo posto in panchina a dirigere le operazioni. Celestino Guardavaccaro (Accatino), il colosso voluto da Buonservizi e che doveva essere l'arma segreta (nonostante una stazza non certo da calciatore), non entra nemmeno questa volta e la squadra vince, come testimonia il solito quotidiano: “Inattesa e fortunosa vittoria del Borgorosso”.
NOTA: L’articolo sul quale è stato sovrapposto il titolo fasullo cita la squadra del Savignano (per motivi di sponsor chiamata Pan Provimi Savignanese), che nel 1970/71 giocava in Promozione nel Girone Emilia-Romagna, stesso girone del Molinella. Il Savignano era appena salito in Promozione, ma provenendo dalla Seconda Categoria, cioè eseguendo un doppio salto di serie, reso possibile per la complessa ristrutturazione dei tornei. Ciò grazie alla vittoria in due spareggi consecutivi, ottenuta per due volte con il lancio della monetina (caso forse unico nella storia del calcio nazionale). C’è anche un riferimento alla Coppa Italia dilettanti, il cui secondo turno si sarebbe giocato domenica 20 settembre.

• GARBINO-BORGOROSSO (pareggio)

Le cose per il Borgorosso cominciano ad andare un po' meglio e Benito riesce perfino a ottenere i tanto attesi aiuti della banca. Di questa partita si sa solo che finisce pari grazie al solito quotidiano: “Il Borgorosso strappa il pareggio al Garbino”.
NOTA: E' il Corriere dello Sport del 22-09-1970 (quello in secondo piano è invece quello del 23-09-1970). In primo piano si notano il riferimento alla partita di Coppa italo-inglese del Bologna e gli abbinamenti della Mitropa Cup. In secondo piano articoli della nazionale di atletica e di quella di pallanuoto, sconfitta 3-1 dal Belgio.

• EXCELSIOR-BORGOROSSO (vittoria del Borgorosso)
“Inattesa e fortunosa vittoria del Borgorosso” dice il quotidiano. Che a farne le spese sia l'Excelsior lo possiamo stabilire solo da un cartello quasi illeggibile presente in tribuna allo stadio. Naturalmente il fatto che si fosse già giocato da poco, contro l'Excelsior, fa capire quanto la partita sia dubbia...

Buonservizi naturalmente parla solo di fortuna ma, come dicono i tifosi al bar, 8 punti in 5 partite (per due delle quali quindi nulla è dato sapere tranne il fatto che abbiano fruttato tre punti, da assommarsi ai 5 arguibili leggendo i titoli dei giornali) sono 8 punti. D'accordo, ottenuti con solo sei gol, un autogol e un rigore, ma che vuol dire? E intanto arriva il momento dell'atteso derby... “Borgorosso-Sangiovese: il derby della verità”, titola la Gazzetta.
NOTA: Il giornale è la Gazzetta dello Sport del 23-09-1970 e i due articoli visibili accanto ai quali s'è incollato il titolo fanno riferimento al rientro dall’infortunio del giocatore del Cagliari Mancin e alla partita di Coppa delle Fiere (con polemiche sulla sicurezza) tra Arsenal-Lazio giocata il 23-09-1970.

• BORGOROSSO-SANGIOVESE 0-1 (poi sospesa)

Il derby, giocato in casa (oltre al giornale lo testimonia l'uscita della Sangiovese dallo spogliatoio degli ospiti), è partita importante, che merita qualche notazione. Innanzitutto segna finalmente l'entrata in campo di Celestino Guardavaccaro il quale, schierato in difesa, pensa bene di fermare un tiro in area con le mani. Rigore ovvio. Il primo viene parato, ma tocca ritirarlo perché il portiere sì è mosso in anticipo. E la seconda volta è fatale. Dopo l'1-0 Celestino ne combina un'altra in attacco, facendosi espellere. Benito perde la testa ed entra in campo inveendo contro l'arbitro e finendo espulso pure lui (si noti che la terna arbitrale era composta da veri arbitri della sezione di Lugo). A questo punto il pubblico s'infuria e comincia una violentissima contestazione che porta allo stop della partita, con i giornali che titolano di conseguenza: “I fulmini della Lega si abbattono sul Borgorosso F.C.” oppure “Otto settimane di squalifica del campo e un milione di multa - Risarcimento di danni al Sangiovese per i danneggiamenti al pullman che trasportava la squadra – Risarcimento di danni all'arbitro Donzelli”.
NOTA: Il primo quotidiano è la Gazzetta dello Sport del 17-09-1970. Il riferimento “nascosto” è alla partita dei sedicesimi di finale della Coppa delle Coppe, tra Worwärts Berlino – Bologna, finita 0 – 0 e giocata nell’allora Berlino Est. Citazione anche per la vittoria del pugile Patterson.

A questo punto tutto è perduto, per il Borgorosso. L'associazione che sostiene la squadra indice una riunione in cui chiede le dimissioni del Presidente e offre la presidenza al sindaco Bulgarelli. Ma durante la riunione, svolta in un teatro con il pubblico ad assistervi, irrompe Benito che nel dare l'addio alla squadra offre come ultimo regalo ad essa il grande Omar Sivori, che ha accettato di schierarsi nelle file del Borgorosso. Nel caos più totale, con l'azienda vinicola fallita, una vendita giudiziaria dei beni, sequestri e pignoramenti in corso, il paese grida felice in festa per l'arrivo di Sivori, come se nulla esistesse loro intorno. La forza del calcio!

NOTA: Nel finale, quando parla alla squadra sul carro agricolo (perché non potevano più permettersi il pullman), Benito la incoraggia e assicura l’inserimento del grande campione Omar Sivori garantendo che il Borgorosso, "contrariamente a quello che fanno tutte le squadre italiane, compresa la Nazionale ai campionati del Mondo, giocherà per fare i gol e non per farseli fare!”. Non dimentichiamo che il film è uscito poco dopo Il Mondiale di Messico ’70, che non si distinse per particolari novità tattiche ma solo per il confronto tra quattro scuole di pensiero sul calcio: quella sudamericana, di carattere più difensivista rappresentata dall'Uruguay; quella brasiliana, fatta di fantasia e tecnica, quella europea più atletica e infine quella più tattica del gioco all'italiana, basata su una difesa attenta e su veloci contropiede.



CHI PERCORSE I PASSI DEL BORGOROSSO, NELLA REALTA'?

Nella primavera avanzata del 1970, in Messico si giocano i campionati del Mondo. L’Italia viene sconfitta in finale dal Brasile di Pelè con un secco 4-1 dopo aver emozionato un’intera nazione nella semifinale del 17 giugno allo stadio Azteca, che diventerà celebre come “la partita del secolo”: Italia-Germania 4 a 3. È in questo clima che si prepara l'uscita del film, ma naturalmente ciò che in esso viene raccontato è cominciato prima...
CAMPIONATO 1969/1970: L'anno in cui il Borgorosso del vecchio Presidente sale dalla Prima Categoria alla serie D (ripartita in 9 gironi), il Baracca Lugo si trovava in realtà già in serie D; quindi, se assumiamo che il Borgorosso è in realtà (per quanto riguarda i giocatori e la città) il Baracca Lugo, scopriamo che viene promosso col rischio, l'anno successivo, di incontrare se stesso, o meglio la propria squadra "di riferimento". Ma la cosa ancor più divertente è che se il girone A della prima categoria di zona lo vinse la Serenissima di San Marino, il girone B lo vinse il Guastalla, ovvero la squadra con cui il Borgorosso pareggia, grazie alla sostituzione voluta dal Presidente Libero, agonizzante in poltrona. Quindi la squadra che compì davvero quello che nel film fa il Borgorosso è il Guastalla, proprio la squadra con cui nel film il Borgorosso pareggia la penultima di campionato.
CAMPIONATO 1970/1971: il girone D della serie D del campionato dell'anno successivo, quello in cui dovrebbe quindi trovarsi il Borgorosso alle prese nel film con squadre dai nomi improbabili, fu vinto in realtà dal Giulianova, con la Pergolese, il Cesenatico e il Passamonti Camerino retrocesse in Promozione. Il Baracca Lugo quell'anno arriva dodicesimo, a pari merito con il Cervia e la Serenissima, con un margine di 3 punti sulla terzultima, retrocessa.


IL VERO BORGOROSSO, OVVERO IL BARACCA LUGO!
Come noto, il film venne girato nei mesi di maggio, giugno e luglio nei paesini principalmente di Lugo e Bagnacavallo, in Emilia Romagna. Il regista utilizzò il paese di Lugo e il relativo stadio comunale, appena completato, e come comparse alcuni componenti della squadra locale del Baracca Lugo, che ai tempi delle riprese (fine stagione 69/70) militava nel Girone D della Serie D del campionato italiano. Il riferimento a Lugo non viene nascosto: già nelle prime scene, infatti, quando Benito e la madre entrano nella città deserta (scopriranno che l’epidemia che ha colpito la città è il “tifo”, ma quello per il calcio), viene inquadrato e citato il monumento a Francesco Baracca, asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro al valor militare nella Prima Guerra Mondiale, nato a Lugo. Il cognome e lo stemma di famiglia (un cavallino rampante, lo stesso della Ferrari, è vicenda risaputa), verranno utilizzati dalla società calcistica durante la sua storia. Nell'immagine abbiamo nell'ordine da sinistra: lo stemma di Francesco Baracca, quello della Ferrari, quello del Baracca Lugo e infine quello del Borgorosso,
 con il simbolo dell'ariete sopra alle strisce bianconere. La scelta dei colori è quindi dettata dalla squadra locale, anche se molti l'hanno associata sia alla maglia della Juventus che soprattutto a quella del Cesena, visto che Alberto Sordi nella sua interpretazione sembra rifarsi ampiamente allo storico presidente romagnolo Dino Manuzzi, che porterà nella stagione 1967/1968 il Cesena a raggiunge la Serie B con l'obiettivo della Serie A, concretizzato nella stagione 1972/1973. Ma non si può nemmeno dimenticare che Sordi - per sua stessa ammissione - si ispirò anche alle vicende del pittoresco Ernesto Brivio, vulcanico presidente della Lazio nel biennio 1962/1963, che si indebitò tragicamente e la cui famiglia l'attore romano conosceva personalmente. Era iscritto all'MSI e non è quindi un caso che per il nome del suo alter ego cinematografico sia stato scelto il nome di Benito.

LA STORIA

La squadra ha disputato per 23 anni i campionati di Serie C e per altri 23 quelli della massima serie dilettantistica nazionale. Dalla stagione sportiva 2015-2016 la prima squadra non è stata iscritta al campionato di Terza Categoria FIGC, in cui è retrocessa al termine della stagione precedente. Fu nei primi anni della sua storia che il Baracca Lugo ottenne il suo miglior risultato in Coppa Italia (Coppa Italia 1926-1927) raggiungendo gli ottavi di finale prima che quella edizione venisse interrotta per problemi organizzativi. La disputa del quarto turno si trascinò tra rinvii e rinunce fino a giugno inoltrato, determinando così l’interruzione del torneo. Questa che vedete è una foto della squadra del Baracca Lugo nella stagione 69/70 (per gentile concessione del sig. Ivan Rossi, che ringraziamo della collaborazione). Nella foto qui a fianco il Baracca Lugo Serie D 1969-70. Da sinistra in piedi: L’allenatore Pivatelli, Testa, Tonini, Balestra, Melotti, Ferrari, Spadoni, Mantovani, Migotto, Fedozzi. Accosciati: Valvassori, Parra, Bacchilega, Pollini, Sistro, Pistori, Capatti.

Confrontando la foto con i fotogrammi del film è possibile riconoscere alcuni dei veri calciatori del Baracca Lugo che verranno utilizzati come giocatori del Borgorosso F.C.
 

Oriano Testa (A), in prestito dal Bologna per la stagione '69/'70. Nella stagione '71/'72 diventa secondo portiere a campionato in corso (Vavassori, primo portiere, lascerà spazio ai giovani), giocando solo 3 partite e subendo le uniche 3 reti nell'ultima partita di campionato. Vince il torneo di Viareggio con il Bologna. Nell’estate del 1972 passa all’Empoli, con la squadra azzurra in Serie C. In Serie C gioca per 5 stagioni, fino alla stagione 1976/77.
 

Lo sfortunato Valerio Spadoni (B). Esordisce nel Baracca Lugo nella stagione ‘67/’68, in Serie D. Passa quindi in massima serie, all'Atalanta, nella quale tuttavia non gioca mai a causa di un infortunio occorsogli in un incidente stradale. Tornato alla società lughese passa poi al Rimini, in Serie C, vincendo la classifica dei cannonieri con 15 reti. Nel 1972 è di nuovo in Serie A con la Roma dove, grazie a una sua tripletta nella partita d’esordio, vince la Coppa anglo-italiana. Alla sua quarta stagione in giallorosso, uno scontro di gioco con Graziano Bini dell'Inter gli provoca un infortunio che gli fa terminare anzitempo l'annata e la carriera da calciatore. Prima del ritiro definitivo gioca uno scampolo di stagione come giocatore-allenatore nel Baracca Lugo. Gioca anche nella Nazionale Under 23.
 

Germano Pistori (C), direttore sportivo della Primavera del Verona. In una intervista dichiara “…fotogrammi incancellabili sono quelli relativi alla smania di apparire di tutti i componenti della squadra. Nelle scene di gruppo, infatti, ognuno cercava di accaparrarsi una posizione a favor di camera per risultare maggiormente visibile nel film. Personalmente riuscii in questo intento soltanto una volta. Ad inizio secondo tempo, infatti, venni inquadrato in primo piano steso sul lettino dei massaggi, vicino al grande Sordi”.

...Tra le altre comparse del film fuori rosa: Romano Scardovi (sul quale Benito aveva qualche dubbio) vero giocatore del Rimini Calcio, Sanzio Spadoni (fratello di Valerio) ex giocatore del Baracca Lugo e  Rino Cavalcanti (nella foto qui a destra), che interpreta nella pellicola il sindaco Aristide Bulgarelli. In pratica nel film Cavalcanti cerca di... comprarsi la sua stessa squadra.Tanti i lughesi nei ruoli di comparse o caratteristi tra cui gli arbitri Luigi Biggi e Alvaro Valmori (futuro assessore allo sport) della sezione A.I.A. di Lugo, rispettivamente arbitro e guardalinee.



GLI AVVERSARI IN SERIE D: TUTTI AVVINAZZATI!
Ascoltando l’elenco delle squadre affrontante dal Borgorosso, le squadre di Sangiovese e Trebbiano sembravano alquanto familiari; non per assonanza con vere squadre di calcio (esiste ad esempio la Sangiovannese di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo), ma per il loro nome, che si rifà a noti vini. Non è un caso che Benito Fornacciari gestisca un’azienda vinicola. Le squadre del campionato di serie D, in gran parte citate la sera dei pronostici al bar e nessuna delle quali presente nel corrispondente campionato reale di serie D, hanno una cartatteristica assai particolare: facendo una veloce ricerca abbiamo scoperto che anche le altre squadre hanno nomi di vini: l’EXCELSIOR è un vino bianco, SALINE è un vino sardo, BRIGHELLA un vino spumante, GARBINO un vino moscato bianco, il SAN LUCA un vino rosso e CAVÈ un rosato mentre l’ALBANA, il SANGIOVESE e il TREBBIANO sono dei vitigni. L'unico che non risultava essere un vino era il VIS PASCOLI, ma andando a leggere la vita del poeta si scopre come fosse un amante del vino e del cognac, tanto da morire (così si dice) di cirrosi epatica! E dire che su una lavagna di sfondo, nel film, si legge la frase, attribuita a Dante: "Se anche tu vuoi ridurti in tal maniera bevi fuma e tardi fai la sera"...

IL MOLINELLA DIVENTA IL CELERINA

Il 21 giugno del 1970 si gioca una strana partita tra Il Borgorosso F.C. e il Molinella. Poco prima della vera partita di spareggio tra il Molinella e il Savignano (in programma al pomeriggio), la squadra allievi - con la maglia rossonera del Celerina, gentilmente offerta dalla produzione del film - insieme a una mista composta dalle riserve del Molinella (che sarebbe stata impiegata nello spareggio di Savignano) affronta gli uomini del Borgorosso F.C. Dino Magli, storico massaggiatore del Molinella (“Una faccia da cinema”, come disse Sordi) lo si può vedere a fine film di fianco a Omar Sivori.

RIFERIMENTI NELLO STUDIO E NELLA CASA DI BENITO
All’interno dello studio, della fabbrica e della casa di Benito è possibile trovare molti riferimenti al Baracca Lugo, forse prelevati e messi a disposizione della stessa società: la foto della squadra della stagione 69/70, i cartelli promozionali delle partite con il Forlì, Teramo e Macerata, il gagliardetto commemorativo della partita Guastalla-Baracca Lugo con la data 7-6-1964, valevole per il torneo finale di Prima Categoria della stagione 63/64 vinta dal Baracca Lugo che salirà in Serie D nella stagione successiva.

SIVORI GIOCATORE DEL NOVARA
Facendo alcune ricerche per il film abbiamo trovato anche un articolo de La Stampa in cui l'allenatore del Novara, Carlo Parola, aveva quasi convinto Omar Sivori a tornare in Italia per giocare nella sua squadra, che ai tempi militava in Serie B. Sivori cambierà idea per evitare, così si legge nell’articolo, problemi con il fisco italiano, ma i riferimenti al Borgorosso non poterono essere evitati, sul quotidiano...
APPROFONDIMENTO INSERITO DAI BENEMERITI FEDEMELIS E ZENDER

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commenti (6)

RISULTATI: DI 6
    Zender

    6 Luglio 2020 14:26

    Un grazie particolare a Buono Legnani per le precisazioni sui campionati minori.
    B. Legnani

    6 Luglio 2020 14:39

    Complimenti agli autori! Servizio ultra-completo.
    Fedemelis

    6 Luglio 2020 14:58

    Grazie a Buono di aver sciolto la matassa... Grazie a Zender come al solito...
    Franz

    7 Luglio 2020 02:10

    Molto interessante, bravissimi!
    Didda23

    9 Luglio 2020 10:03

    Veramente molto interessante!
    Zender

    9 Luglio 2020 20:09

    Grazie a tutti. Un omaggio a Sordi ci stava, è sempre stato il mio "colonnello" preferito.