"Dexter" stagione per stagione

5 Novembre 2011

LA PAGINA DEGLI ESPERTI

In questa pagina sono raccolti i commenti pervenuti sulle singole stagioni di questa serie. Chi volesse contribuire commentando un'unica e precisa stagione non ha che da CLICCARE QUI e farlo, scrivendo nel forum il proprio commento e facendolo anticipare dal numero della stagione (es. STAGIONE 3) e dal relativo pallinaggio. Il commento verrà prelevato “automaticamente” (per via umana, cioè da me) dal forum e trasferito in questa pagina nel punto esatto.


STAGIONE 1 (2006)

**** La prima stagione di Dexter è un ottimo prodotto televiso che va a rinfoltire un peraltro già florido catalogo di recenti entusiasmanti serial americani; dodici episodi senza momenti di stanca e con approfondimento psicologico dei personaggi di altissimo livello. Morgan Dexter è un character straordinario e la sua lucida follia è descritta e arricchita di dettagli in ogni episodio, donandogli uno spessore e un fascino immensi. Non da meno sono i personaggi secondari, tutti ottimi. Sullo sfondo un intrigo perverso e morboso. Da vedere. (Supercruel)

****! In qualche caso il buongiorno si vede proprio dal mattino. È infatti conquista subito la sigla di questo appassionante serial, come un lungo film spezzato in 12 capitoli, dato che è il fil rouge del killer del camion frigo a tenere avvinto lo spettatore. L'originalità del personaggio protagonista, nell'interpretazione stratificata e dubbiosa dell'apparentemente solare Hall, la ottima caratterizzazione degli altri personaggi, la cura nell'ambientazione e nella fotografia ne fanno uno dei migliori prodotti del genere. Da vedere assolutamente. (Daniela)

****! Prima grande stagione di uno dei migliori telefilm degli ultimi tempi. Curatissimo sotto l'aspetto tecnico, cinico e geniale per quanto riguarda la sceneggiatura, brillante dal punto di vista recitativo (fantastico Hall). A tutto ciò si aggiunge la bella colonna sonora, gli splendidi monologhi interiori del protagonista, un ottimo ritmo e alcuni notevoli colpi di scena. A volte si esagera con i flashback ma la cosa non inficia minimamente sul risultato finale. Da non perdere. (Deepred89)

** Ho commesso un grande errore con questa serie... ho letto prima i libri e dopo ho tentato di vedere la prima stagione. Per quanto i personaggi e l'ambientazione siano simili, non c'è paragone tra i due e, immancabilmente, Dexter e il resto della combriccola sembrano perdere spessore e diventano delle brutte copie degli originali. La trama viene dilatata, per reggere tutte le puntate e vengono inseriti dettagli che diventano inutili perdite di tempo per chi sa già dove si andrà a finire... sempre supponendo che la fine sia la stessa. (Sadako)

****! Raramente si rimane soddisfatti dinanzi ad un prodotto seriale, però Dexter è una piacevolissima eccezione. Il tessuto narrativo intriga e conquista per merito di una sceneggiatura perfetta e gustosa in ogni meccanismo. Michael C. Hall sfodera un'interpretazione che rimarrà negli annali: il personaggio interpretato è profondo e ricco di sfaccettature colorate. La fotografia e la regia sono ben curate, nettamente superiori alla medie dei prodotti televisivi. Cult. (Didda23)

**** Gran bella serie tv che oltre ad essere girata con bravura e professionalità (come di prammatica per un prodotto americano), ha il suo maggiore punto di forza nella scrittura, che è assolutamente magistrale tanto da sfornare 12 puntate tutte di ottima fattura con molti alti e pochi bassi. Cattura l'attenzione dello spettatore sin dall'inizio e mantiene alta la tensione, grazie a diversi colpi di scena ben assestati e ben dosati nel corso della serie, fino all'ultimo segmento che forse, paradossalmente, è un po' meno teso degli altri. Eccellente anche la creazione del personaggio principale che si evolve gradualmente e con cui si arriva quasi a "fraternizzare" e per cui si finisce per fare il tifo. Non tutto è perfetto, ma avercene di serie così. (Cotola)

**** Ematologo forense, con senso distorto della giustizia, si occupa ufficialmente di collaborare con la polizia (assieme alla sorella acquisita) mentre privatamente segue un suo percorso volto al "castigo" legittimato. Affascinante serial televisivo caratterizzato da un plot principale (il killer del vagone frigorifero) che percorre trasversalmente 12 atti di incredibile ferocia: non grafica, al contrario interiore e, forse per questo, più devastante. La sceneggiatura della prima stagione si svolge come fosse al servizio di un ritmato e lungo film. (Undying)

****! La novità e la più bella sorpresa del 2007. Dexter è decisamente un bel gioiellino. Fuori dai soliti schemi. Gli elementi di forza sono in primis il non iconizzare il protagonista facendone uno sciupafemmine alla Christian (Nip/Tuck), vista anche Miami come location, ma ponendolo in una situazione ambigua col sesso. Unico neo è forse da ricercarsi nell'identità del serial killer del camion frigo. Sigla di apertura e musica annessa deliziosa. Assolutamente da vedere. (Redeyes)


STAGIONE 2 (2007)

***! Stagione discreta, anche se non all'altezza della prima. Al posto del duello a distanza fra i due serial killers, qui Dexter deve schivare le indagini dei suoi colleghi poliziotti e soprattutto barcamenarsi nella sua complicata vita sentimentale (ma trovarsi donne meno rompipalle no, eh?). Spazio anche agli amori della sorella Deb (un po' sprecato Carradine), ai fantasmi del passato e al confronto con Doakes. Resta alto il livello della confezione; Hall è sempre bravo, ma la storia nella prima stagione era più avvincente. Buono l'epilogo. (Daniela)

**** Pur guadagnandoci nel ritmo, dato che i continui avvicinamenti fra il poliziotto Doakes ed il ricercato Dexter si fanno di puntata in puntata più serrati, la serie dell'ematologo seriale perde un po' del suo appeal. Dipanati i nefasti accadimenti della sua infanzia, Dexter passa ad una parziale presa di coscienza del problema e come un normale trentenne in crisi analizza le ferite che lo hanno reso insensibile e incapace di lasciarsi andare. Questo lato psicologico è davvero ben approfondito ma si rimpiange l'alone di mistero che permeava. (Brainiac)

***! Perde solo mezzo pallino rispetto alla prima serie... Ritroviamo il Dexter che ci si aspetta. I nodi della vicenda ora sono la ricerca del killer di Bay Harbour e il confronto con il sergente Doakes, vero punto forte della seconda serie. Un po' posticcio il personaggio della dark lady che sembra inserito solo per avere un deus ex-machina per risolvere il problema Doakes (ultima puntata). Molto bravi comunque gli sceneggiatori. In generale la qualità rimane molto elevata. Sempre più deliziosa la Carpenter e intriganti le atmosfere di Miami. (Magnetti)

**** Devo dire che questa seconda stagione non delude le aspettative, anzi. Il buon vecchio Dexter, con la sua faccia simpatica avrà nuove gatte da pelare. Rimpiango, per certi versi, la perdita del suo disinteresse verso il sesso, anzi qui ci darà sotto. Ed un po' rimpiango anche l'uscita di scena di un personaggio. Mi ha convinto l'introspezione dei personaggi, ben curata, ed il finale, eccezion fatta per la prevedibile trasferta parigina. Resta uno dei migliori prodotti in circolazione! (Redeyes)

**** Ottima seconda stagione, complessivamente quasi al livello della prima. La partenza è un po' sottotono ma il livello cresce di puntata in puntata arrivando a superare più volte, per ritmo e colpi di scena, quello già altissimo della prima stagione. Molte le novità, a partire dal fatto che il protagonista passa del ruolo di predatore a quello di preda, con conseguente calo di cinismo ma aumento del coinvolgimento generale. Evitabile la postilla così come alcune lentezze nelle primissime puntate, ma nel complesso di vola altissimo. Grande Hall. (Deepred89)

***! Gli sceneggiatori di Dexter confermano la loro bravura anche in questa seconda stagione, seppur non arrivando ai livelli della prima. L'idea alla base è quella di cambiare la struttura narrativa per non incorrere nella ripetitività di altre produzioni e ci riescono: Dexter, da predatore, diventa una preda e questo porta una ventata di aria fresca alla serie. (Flazich)

**** Torna Dexter e questa volta è lui ad essere braccato. La sceneggiatura non è proprio la "macchina perfetta" della prima serie (si accumulano fin troppi colpi di scena perdendone in verosimiglianza) ma siamo comunque su livelli altissimi. I personaggi storici sono tutti in perfetta forma e come novità da segnalare il sempre ottimo Keith Carradine nel ruolo del superinvestigatore FBI e l'interessante personaggio di Lyla. Ultimi episodi da cardiopalmo. (Tyus23)

***! Dopo l'eccellente prima stagione, in questa seconda serie Dexter si conferma come uno dei prodotti meglio realizzati dalla televisione americana. Appena qualche calo di tensione nella parte centrale della stagione, ma il finale è veramente ottimo e il livello delle sceneggiature come pure la prova del cast, si situano su alti livelli. (Galbo)

**** Seppur con qualche eccesso di troppo (un po' tanti i colpi di scena che si susseguono uno dietro l'altro), questa seconda stagione si mantiene sui livelli della prima e conferisce alla serie un valore assoluto. Gli sceneggiatori svolgono un ottimo lavoro regalandoci sviluppi sempre ficcanti e coinvolgenti, senza particolari cali di ritmo. Aggiungiamoci un grande personaggio come Dexter: le sue introspezioni sono vibranti, intense... i flashback sempre ben congegnati e mai confusi. Il gioco è fatto! (Mickes 2)

**** L'inizio quasi in sordina non deve trarre in inganno perchè siamo d'innanzi ad una serie che ha tutte le carte in regola per avvicinare la qualità della fantastica prima stagione. Colpi di scena a non finire, tormenti interiori delineati alla perfezione,performance attoriali di altissimo livello, sceneggiatura che mescola alla perfezione elementi thriller ad altri più da commedia, rendeno questa stagione indimenticabile. Perfetta l'evoluzione degli istinti sessuali di Dexter. (Didda23)

***! L'inizio è meno scoppiettante della serie precedente: c'è più introspezione e meno azione e sorprese fino alla sesta puntata. Poi si capisce che trattasi di un ottimo lavoro preparatorio (soprattutto nel modo di cesellare gli altri personaggi) che dà la stura a sei puntate ad alta tensione, caratterizzate da un gran ritmo e da diversi colpi di scena. Anche stavolta il finale è meritevole. Solo mezzo pallino in meno della prima serie. (Cotola)

****! Eccezionale seconda serie, superiore in sceneggiatura alla prima, estremamente coinvolgente perché incentrata sul rinvenimento dei corpi delle vittime del "Macellaio di Bay Harbor" (ovvero Dexter stesso) quindi con lo staff di investigatori - suoi amici - sulle sue tracce. Risvolti psicologici dei protagonisti tratteggiati con cura, inattese svolte narrative (il capro espiatorio, non a caso poliziotto di colore, collega/rivale di Dexter). Perfetto Michael C. Hall, così come tutti i protagonisti per una serie mai banale, sempre in bilico tra riflessioni morali ondivaghe (sulla scia di Jekyll & Hide). Dodici magnetici episodi, nobilitati da una vivace regia e un brillante sviluppo narrativo... (Undying)


STAGIONE 3 (2008)

***! Se nella seconda stagione Dexter inseguiva varie figure femminili più o meno materne (la quasi asessuata Benz, la provocante Murray), in questa terza tutto sembra spostarsi sulle figure di riferimento maschili. In particolare il personaggio di Miguel Prado, poliziotto dal passato torbido, diventa una sorta di alter ego paterno e carpisce i segreti di Morgan. Ci si sposta sul legal-thriller, la serie perde mordente e qualche litrata di sangue. Ottimo Smits (Prado), sottoutilizzato Harrington (Quinn), troppo melò le parti romantiche della pur brava Carpenter. (Brainiac)

***! Dopo due stagioni folgoranti il livello si mantiene decisamente alto. L'intreccio possiede meno mordente ma risulta comunque avvincente e appassionante per tutti gli episodi. Come al solito impeccabile sotto l'aspetto tecnico e straordinario dal punto di vista recitativo (oltre all'immenso Hall e alla solita squadra di bravissimi attori, spicca l'ottimo Jimmy Smits). Unico difetto concreto: il personaggio della malata terminale, banale e inutile all'economia del racconto. Dodici puntate che volano via: tempo impiegato benissimo. (Deepred89)

**! Serie in calando. Vi ricordate perchè Dexter si era messo con Rita nella 1a stagione? Perchè una relazione con una donna traumatizzata sembrava una buona soluzione per evitare il più possibile il contatto umano. Col cavolo... la tizia è una rompiballe tale da far rivalutare il marito morto. Se poi alle menate matrimoniali di Rita aggiungiamo l'ansia degli sceneggiatori di far accoppiare tutti i personaggi, otteniamo tante lagne in più e tanto sangue in meno. Per fortuna c'è il personaggio di Prado, ambiguo quanto basta per tener desto l'interesse. (Daniela)

*** La terza stagione introduce degli elementi interessanti alla serie che fanno comprendere meglio il personaggio di Dexter al pubblico. La necessità di condividere il suo segreto con qualcuno che lo possa comprendere diventa tale da renderlo imprudente. Fortunatamente l'istinto gli farà fare ancora una volta la cosa giusta. Fino ad ora però la terza stagione è quella con meno mordente, anche se il rapporto con la figura femminile tinge il personaggio ancora di più cupe tinte. (Flazich)

**** Nonostante le stagioni vadano avanti il nostro rosso eroe non delude. Se possibile questa terza stagione si avvicina molto alla prima, per qualità, superando la seconda. Miguel Prado diventa un vero e proprio sparring partner nelle scorribande del nostro Dexter e l'unico elemento che un po' risulta ripetitivo pare esser Debra. Il finale piace per quanto non vada oltre quello che ci si aspettasse. Consiglio! (Redeyes)

*** Prosegue la saga di Dexter che grazie a sceneggiatori e a Michael C. Hall rientra fra le migliori caratterizzazioni portate sul piccolo e grande schermo. Imperturbabile, enigmatico, dotato di ferrea logica e umorismo nero, in questo terzo capitolo riesce a tenere da solo in piedi una serie per il resto un pò in flessione. I personaggi di contorno, le storie che si intrecciano con la sua vita, l'imminente paternità etc etc forniscono una cornice meno brillante della prima e seconda stagione, ma se ciò ha permesso al suo personaggio di crescere ulteriormente, ben venga. (Magnetti)

***! La terza serie di Dexter è più delle precedenti centrata sulle vicende personali del "killer dei serial killer". Questo fa perdere alla storia un po' di mordente, ma Dexter riserva numerose sorprese e introduce personaggi (Miguel Prado ad esempio) molto interessanti così da tenere desta l'attenzione dello spettatore su quello che è comunque un prodotto televisivo di alto livello. Ottima come sempre la performance del cast con il valore aggiunto della partecipazione di Jimmy Smits. (Galbo)

*** Ritorna l'ormai nostro amico Dexter in una serie che comincia subito col botto, prosegue molto bene ma che si chiude in maniera alquanto deludente, specie se rapportata al pirotecnico finale della seconda stagione. Impagabili i duetti Dexter-Miguel Prado, decisamente meno interessanti la vicenda dello scorticatore e le traversie amorose di Debra. In definitiva una serie buona benchè in (inevitabile?) flessione rispetto alle prime due. (Tyus23)

**** Continuano le peripezie del nostro caro amato Dexter con risultati che appagano pienamente lo spettatore. In questa stagione si evidenziano due caratteristiche inedite: in primis il registro vira verso il legal thriller, in secundis le sottotrame hanno ampio spazio. Hall in stato di grazie divina regala delle espressioni indimenticabili. Ottima la sceneggiatura che, seppur priva di colpi di scena da cardiopalma, si mantiene costante per tutti i dodici episodi. Straordinari i dialoghi fra Dexter ed il padre. Soluzioni registiche impeccabili. Un filino inferiore alle prime due, ma trattasi comunque di intrattenimento di altissimo livello. Il voto corretto sarebbe 3,75 ma non esistendo sono generoso e valuto con 4 palle. (Didda23)

**! E dopo due serie di alto livello, arrivò il calo. L'inizio è interessante soprattutto per il rapporto che si crea tra Dexter ed il procuratore. Ma ben presto iniziano ad esserci un po' troppe ripetizioni, alcuni snodi non convincono e la parte finale appare davvero tirata via. Tra l'altro stavolta le emozioni sono pochine, così come i colpi di scena. Vilain poco inventivo e non all'altezza della situazione. Evoluzione dei personaggi, Dexter a parte, non particolarmente ficcante e soddisfacente. Non male ma comunque deludente. (Cotola)

*** Dexter fa nuove conoscenze: un'amicizia che lo conduce a un sodalizio pericolosissimo che si estende anche all'ambito familiare. Sempre caratterizzata da una sceneggiatura in stato di grazia e nobilitata dalle riflessioni interiori del protagonista, la terza serie cede il passo al lato lirico e talvolta ironico (con tono macabro ma sempre sarcastico) a svantaggio degli intrecci gialli (davvero debole il sottofondo dello "scorticatore"). Nulla da dire sul cast, sempre eccezionale, che qui può contare anche sulla grandiosa performance di Jimmy Smits. (Undying)


STAGIONE 4 (2009)

****! Baciati dal surplus di tempo piovutogli in dote a causa dello sciopero che paralizzò Hollywood, gli sceneggiatori di Dexter hanno scritto una quarta stagione memorabile. Che parte ironica, con la celebre sigla irrisa in una scenetta che metaforizza il contrastato divenire dell'ematologo-seriale in assonato pater familias. Ma il messaggio della serie è tutt'altro che rassicurante, ed in un equilibrato crescendo (incentrati sul nuovo antagonista, il morbosamente mellifluo Trinity Killer impersonato da Lithgow) ci si imbatte nel finale più marcio mai concepito per il piccolo schermo. (Brainiac)

***! Questa fantastica serie è giunta alla quarta stagione, in cui Dexter si trova di fronte a drastici cambiamenti: un figlio, una famiglia, una nuova casa, nuovi vicini. Dovrà trovare un posto in questo nuova vita al suo caro passeggero oscuro. Non sarà affatto facile questa volta. (Gnurni)

***** La quarta stagione di Dexter rasenta la perfezione. Pochissime forzature nella trama tratteggiata in modo superba. Finalmente appare un antagonista degno di Dexter! Straordinario il fatto che lui lo veda come esempio di vita e lo studi come tale. Il finale è un crescendo di colpi di scena per poi arrivare a una clamorosa ultima puntata. Tra le serie televisive più belle mai create. (Flazich)

**** Grandi puntate iniziali, grandi puntate finali, discrete puntate centrali, incipit ed epilogo da applausi. Otttima la figura del Trinity Killer (un bravo John Lightow) e immenso come sembre Michael C. Hall. Cambia la costruzione della tensione rispetto alle altre stagioni, non più in costante ascensa bensì servita in blocchi, aumenta l'approfondimento di alcuni personaggi minori e cresce (anche se non eccessivamente) anche il tasso di nudo e sangue. Da non perdere. (Deepred89)

***! Continua in questa serie la evoluzione del personaggio di Dexter: la sua vita è più complessa ora. I diversivi che si è creato per mascherare la sua natura rischiano di prendere il sopravvento e così trova non poche difficoltà nella applicazione del suo codice. Bene il cattivo di turno, che non fa sconti e la cui unica ragione di vita è assecondare il suo folle istinto omicida aggravato dalla maschera da "uomo gentile". Ottimi i dialoghi, come anche nelle serie precedenti, soprattutto quando sono coinvolti Dexter, la sorella Debra e il Trinity Killer. Bravissimo, come sempre, Michael C. Hall. (Magnetti)

**** Nonostante i tocchi umoristici derivanti dalla nuova veste di pater familias, le prime puntate di Dexter fanno temere una prosecuzione nella deriva sentimental/combinatoria che aveva inficiato le 2 stagioni precedenti. Per fortuna, basta l'allontanamento dell'asfissiante Rita perchè il nostro mostro torni al suo hobby preferito, e poi c'è un antagonista coi fiocchi, interpretato da un attore che il fatto di paranoia sa il fatto suo. Interesse che va crescendo puntata dopo puntata, fino all'epilogo, genialmente spiazzante. Dexter è tornato! (Daniela)

***** Di solito, con il passare delle stagioni, le serie si "appiattiscono" o rischiano di diventare banali. Dopo le precedenti annate di ottimo livello, era impensabile immaginarsi dodici nuovi episodi di questo calibro. Michael C. Hall è un mostro di bravura, ma il duetto con John Lithgow rimarrà qualcosa di memorabile, con un finale a dir poco sconvolgente che spalanca le porte a una nuova, drammatica, stagione. Tutto funziona alla perfezione, un ensemble a dir poco memorabile. Pazzescamente bello. (Maoranza)

**** La guest star qui non serve a dar vita ad un prodotto alla frutta, azni si districa alla grande senza per questo divenire il protagonista assoluto. Lithgow ha il physique du role e fronteggia Dexter ottimamente. Al solito i colpi di scena non mancano, fino ad arrivare ad uno spiazzantissimo finale. Nonostante le quattro stagioni sulle spalle debbo dire che Dexter resta una delle migliori serie in circolazione. (Redeyes)

**** La quarta serie di Dexter rivitalizza il personaggio, dopo il leggero calo di tensione che si era avvertito nel corso della serie precedente. Ciò grazie all'introduzione della sinistra ed interessante figura di Trinity e alla presenza di un ottimo e sottovalutato interprete come John Lithgow che interagisce al meglio con quella che è la vera carta vincente della serie, il grande Michael C. Hall. Molto interessanti anche le "sottotrame" per quello che continua ad essere ancora uno dei migliori prodotti televisivi degli ultimi anni. (Galbo)

***** E al quarto tentativo gli sceneggiatori confeziono la stagione perfetta. Ogni parola o commento risulta quasi essere profondamente inutile, perchè d'innanzi a tale potenza narrativa si rimane letteralmente senza fiato. Regia strepitosa, montaggio serrato, psicologie analizzate con dovizia e interpretazioni divine fanno di Dexter un vizio a cui è difficile rinunciare. Mai avrei pensato di trovare un attore in grado di stare sul livello di Hall, ma l'immenso Lithgow mi ha smentito alla grandissima. Grazie Dex, poche cose nella vita mi sono piaciute come questi meravigliosi 12 episodi. (Didda23)

***** E giunti al quarto anno, la serie che non ti aspetti. Praticamente un capolavoro: la migliore di tutte. Il clima di incalzante tensione si instaura sin dalla prima puntata e non cala mai ma anzi cresce grazie ad una serie di colpi di scena che si susseguono uno dietro l'altro e riescono davvero a meravigliare e colpire emotivamente lo spettatore. Fino ad arrivare allo shock del colpo di scena finale che è praticamente da infarto e che giunge tra i più inaspettati di sempre. Per Dexter & "soci" le cose non saranno mai più come prima. La classica ciliegina sulla torta è rappresentata da un Lithgow da urlo: uno di quei vilain che ti entrano nella testa per non uscirne mai più. Chapeau. (Cotola)

***! Le cose si fanno dannatamente serie per Dexter, che qui diventa anche padre e quindi acquisisce un'ulteriore gravosa responsabilità (nonché limatura sulla disponibilità temporale). La serie inizia grandiosamente, con l'azione (davvero disturbante) del bravissimo John Lithgow (lo ricordate terrorizzato sull'aereo di Ai confini della realtà?) nel ruolo di Trinity: un serial killer davvero ben tratteggiato e rifinito psicologicamente dai bravissimi sceneggiatori. Notevoli twist narrativi e un finale molto sconvolgente ne fanno un capitolo da seguire con particolare attenzione... (Undying)


STAGIONE 5 (2010)

*** Il livello della serie cala in questa quinta stagione, in assoluto la meno brillante e la più sbrigativa nella sceneggiatura. Tutto ciò che ruota intorno a Dexter è un pò raffazzonato (alcuni personaggi cominciano a stufare) e il cattivo di turno è pessimo (soprattutto se paragonato al Trinity killer della quarta stagione). Anche M. C. Hall sembra un pò appannato, ma per colpe non sue. Interessante invece la figura femminile di Lumen che rivitalizza tutto, Dexter incluso, e permette alla serie di rimanere sopra la sufficienza. (Magnetti)

** This is the end/ don-don-dan/ my old friend Dex/ the end. Dopo l'abbuffata d'emozioni "al sangue" e corpi tagliati alla julienne l'intellighenzia-dexteriana pare intossicata di brutto, e lancia quest'irriverente pizza (nel senso di schiaffo) in faccia alle 4 stagioni (pregresse). Capitolo V è una caponata di cliché, traumi scrostati con più facilità della pellicina dalle arachidi e finali spompati come un maratoneta al 42° chilometro. Si salva solo Shawn "recuperatore di carcasse" Hatosy, la poetica-immarcita dei barili nella laguna ed un pugno di video scabrosi come i vhs di Poughkeepsie. (Brainiac)

**! Sempre in bilico tra la sua natura selvaggia e la speranza di trovare in sè un po' di "normalità", il buon Dexter ci fa compagnia per l'ennesima carrellata di omicidi e situazioni nelle quali mantiene l'anonimato per un pelo. La quinta stagione però conferma l'inevitabile stanchezza di una serie che, già nella stagione precedente, aveva rallentato parecchio. I colpi di scena non sortiscono gli effetti desiderati e la trama risulta poco avvincente e varia. Sarebbe forse il caso di fermarsi? (Hackett)

*** Dopo l'acuto finale della quarta stagione, era forse troppo sperare che la serie potesse mantenere lo stesso livello, ed infatti emerge una certa stanchezza nella sceneggiatura, che non riguarda tanto il personaggio di Dexter quanto quelli di contorno, dalla sorella parolacciara ai colleghi poliziotti di colossale inettitudine. La vicenda parallela sulla "santa mierda" è quasi imbarazzante nella sua pochezza, ma per fortuna nelle puntate finali il cerchio torna a stringersi sull'ammazza-killers. Il finale "punto a capo", frettoloso, è però in calando. (Daniela)

**! La mezz'ora finale, scontata, prevedibile, priva di coraggio, inficia fortemente sul livello complessivo della serie. Serie che, dopo qualche iniziale difficoltà ad ingranare (le prime puntate girano molto a vuoto), si trasforma in un'autentica macchina di adrenalina e coinvolgimento, che sacrifica completamente la verosimiglianza in favore dello spettacolo. Peccato che tale meccanismo vada a farsi benedire nel già citato epilogo e che, rileggendo il tutto a posteriori, certi aspetti lascino perplessi. Come al solito, grande Michael C Hall. (Deepred89)

**! La quinta stagione di Dexter mostra un certo calo di tensione rispetto a quella precedente. Buono "l'innesto" del personaggio di Lumen (brava la Stiles ad interpretarlo) ma alcune puntate sono poco interessanti e fungono da semplice riempitivo. Anche con questi limiti, grazie soprattutto alla grande interpretazione di Michael C. Hall, Dexter rimane una produzione televisiva di buon livello. (Galbo)

*** Dopo la serie perfetta era davvero impossibile solo pensare di raggiungere quelle vette. Gli sceneggiatori optano per l'abbondanza, condendo la trama di inutili parentesi giusto per dare quel pizzico di brio che, ai loro occhi, avrebbe permesso anche a questa serie di essere eccelsa. Sia chiaro, la serie è comunque buona per merito del personaggio di Lumen (una meritevole Stiles) e del ritmo adrenalinico che conduce facilmente alla conclusione ogni episodio. Regia sempre attenta e fotografia di ottimo livello. Michael C. Hall è sempre magnifico. Troppo caricatura il personaggio di Robocop-Paul Weller. (Didda23)

*** Stagione dignitosa in cui gli elementi narrativi si accavallano in maniera interessante. L’intreccio è plausibile ma la forzatura è sempre dietro l’angolo. D’impatto i morbosi risvolti della “setta” con piccola parentesi da sindrome di Stoccolma. Meno bene quando si tergiversa con le storie parallele, le indagini riempitive e gli screzi interni reiterati. Finale prima emozionante poi facilone con “pilota automatico” inserito. Si giunge al termine col fiato cortissimo, e non credo sia un bene. (Mickes2)

***! Dalla vasca trabordante rosso sangue al ghigno di Trinity il nostro ne esce malconcio; non tanto per l'amor che fu, quanto per la sua incapacità di difendere la propria sfera. L'impatto con il buon Boyd promette bene e copre anche alcune facilonerie della sceneggiatura come la santa muerte, o "mierda" come la ribattezzerà Debra. Lumen dà uno spunto di rinascita decisamente interessante, elevando Dex da "mostro" a umano. Entrano in gioco i sentimenti ma non danneggiano la qualità del prodotto. Ancora una volta non delude, anche se qualche pecca nella scrittura la si nota. (Redeyes)

**! Dopo i fasti inarrivabili della stagione precedente era inevitabile un calo. E puntuale è arrivato. Si dà un po' troppo spazio a psicologismi non certo originali e di alto profilo (il senso di colpa di Dexter per la morte di rita) ma tutto sommato la storia regge bene, anche se colpi di scena e tensione non sono a livello degli anni passati. Quel che invece delude molto e non ci si aspetta è la piattezza degli ultimi episodi (dall'ottavo-nono in poi), che in passato erano quasi sempre stati il piatto forte. Il climax emotivo è quindi profondamente al ribasso. In ogni caso non male. (Cotola)

***! Giunta alla quinta stagione, non cala di un punto l'interesse che la serie riesce a suscitare nello spettatore, qui coinvolto nella vicenda "rape & revenge" che vede in azione una squallida compagnia di maniaci dello snuff. Dexter trova una nuova compagna, con la quale condividere il suo "oscuro passeggero". Ruolo incisivo per la guest star Peter Weller, qui in una parte viscida pur se non aberrante. Gli intrecci delle varie storie (Debra Morgan e Quinn, LaGuerta e Batista) si risolvono con grazia per merito della sapiente e coraggiosa sceneggiatura, qui al servizio di un capitolo confinato nello standard (alto) dell'intera serie. (Undying)


STAGIONE 6 (2011)

** Posto che in termini assoluti il voto poteva essere superiore, visto cos'altro passa in televisione, mi trovo obbligato ad assegnare alla sesta stagione il voto più basso dell'intera serie, in quanto è effettivamente la peggiore. Si parte molto bene. Diciamo che fino alla terza puntata ci sono buoni spunti tutti legati all'introduzione del tema religioso che da un lato sembra poter smuovere la fredda e distaccata logica di Dexter, grazie alla sua amicizia con Fratello Sam, e dall'altro dà una bella sostanza all'agire del cattivo. E proprio alla fine della citata terza puntata c'è una delle trovate più spiazzanti della intera serie: i cavalli che vagano impazziti con sopra i corpi smembrati sanno veramente di apocalisse. Da qui in poi il livello cala rientrando nella normalità e con due episodi incresciosi: primo lo spessore del cattivo si assottiglia arrivando fino al ridicolo quando si arriva a quello che dovrebbe essere il colpo di scena principale (classico escamotage per ovviare la mancanza di idee). Secondo, l'evolversi del rapporto fra Dexter e sua sorella Deb che sa quasi di parodia, nel senso negativo del termine. Il finale non lascia alcun dubbio sul fatto che ci sarà una settima stagione. (Magnetti)

*** La stagione più horror e anticlericale, decisamente riuscita anche se non priva di situazioni telefonate e qualche inverosimiglianza di troppo. Il pregio principale resta il solito di sempre: il coinvolgimento, elevatissimo e costante, con 12 episodi senza alcun cedimento (se non, in parte, nell'ultimo) e con un paio di colpi di scena sorprendenti, per quanto non sempre onestissimi. Non male nemmeno le (poche) storie di contorno e curioso il finale, che però arriva con una stagione di ritardo. Hall e la Carpenter, manco a dirlo, superlativi. (Deepred89)

** Dexter è morto... come serie, anche se continuerà ad essere prodotta per almeno altre 2 stagioni. La sesta conferma i difetti affiorati nelle precedenti senza colpi d'ala in grado di risollevare l'interesse. Questa volta la responsabilità maggiore non ricade sui comprimari fissi ma sugli antagonisti: se Olmos è convincente, Colin Hanks ha ereditato dal babbo la faccia banale ma non il talento. Anche il personaggio interpretato da Def risulta viziato dalla pretestuosità di fondo che contamina tutta la stagione. A ciò si sommano un patetico "colpo di scena", telefonatissimo, e passaggi narrativi assai sciatti. Si salva dal naufragio il solo Hall, anche se anche lui costretto a bischeraggini assortite. (Daniela)

**! La stagione meno esaltante tra quelle prodotte fino a questo momento. Paga l'assenza di un "cattivo" di spessore, sia come caratterizzazione del personaggio, che dal punto di vista della recitazione di un insipido Colin Hanks. Ciò nonostante la serie si mantiene ancora una spanna sopra i prodotti televisivi analoghi per la bontà della scrittura e la grande interpretazione di Hall. Il suo personaggio induce parecchie riflessioni nello spettatore e da questo punto di vista Dexter svolge ancora egregiamente il suo compito. (Galbo)

***! La soluzione di adattare un registo che vira più sull'horror (con spruzzatine da torture) si può dire essere più che soddisfacente anche grazie a una coppia di villain (soprattutto il figlio d'arte Colin Hanks) di tutto rispetto. Dexter psicologicamente sta cambiando e si sta umanizzando soprattutto grazie agli "stimoli religiosi" a cui è sottoposto per tutta la seria.La interpretazione di Hall è sempre di altissimo spessore ed il personaggio di Debra, con il passare delle stagioni, diventa sempre più interessante. Tutto sommato un passo in avanti rispetto alla stagione precedente. Nel complesso rimane un serial di notevole impatto. (Didda23)

** Forse la stagione maggiormente fiacca. Faccia da baccalà, tale padre tale figlio, ha il peso specifico di una piuma come serial killer, e questo finisce per annacquare anche le torture. Dal canto suo Dexter fra messe, battesimi, suore e pannolini, par quasi perdere la sua verve e a sua volta appare spompato. La serie accattiva, ma solo se si è fra i fan del rosso killer (credo che altrimenti sarebbe nel dimenticatoio). Il finale funge da apripista alle due stagioni scivolo verso la pensione. Stanca. (Redeyes)

*** Un passo avanti rispetto alla quinta stagione (nonostante anche qui la bassa psicologia non manchi e raggiunga almeno in un caso livelli parossistici), ma un'occasione sprecata per tornare ad alti livelli. Sì, perché qui le cose iniziano molto bene con la caccia ai due serial-killer con tanto di sfondo religioso ed omicidi efferati e spettacolari. Poi però, come nella serie precedente, la delusione prende corpo negli ultimi episodi che si rivelano ancora una volta i più deboli della serie. Fatta eccezione, ovviamente, per l'incredibile (forse anche troppo) colpo di scena finale, che arriva sul filo di lana e che, inevitabilmente, cambierà i destini di alcuni personaggi. (Cotola)

*** Elementi religiosi sparsi nella serie (buoni dalla parte di Sam, nefàsti in quella dei/del killer dell'Apocalisse) costituiscono un ulteriore tassello nel percorso evolutivo di Dexter, personaggio che sembra acquisire maggior senso di consapevolezza al punto da sfiorare il malumore e pure il rimorso, soprattutto nel (davvero stavolta) inatteso - e lasciato in sospensione - finale. Leggermente retorico l'uso dei flashback qui portati a vètte estreme perché associati anche ad un altro co-protagonista. Non tutto stavolta fila per il meglio, ma certi momenti suscitano comunque brividi a fior di pelle. (Undying)


STAGIONE 7 (2012)

**** La stagione più romantica, eterogenea e imprevedibile, che parte come il classico poliziesco serrato con Dexter vs assassino indistruttibile per poi evolversi in un fascinoso e avvicente noir romantico quasi alla John Woo, dal quale si riprendono temi come l'onore, l'amore come riscatto e redenzione, l'indissolubilità del legame tra fratelli. Un paio di concessioni all'inverosimiglianza non inficiano su un impianto narrativo eccellente, pieno di ottime trovate e vertiginosi ribaltamenti, peraltro senza una sola linea narrativa fuori posto. Cast straordinario. (Deepred89)

** La sceneggiatura è sconclusionata e scollegata nelle sue varie parti e, proprio come nella sesta, le puntate finali sono le peggiori. Anche Dexter non è più quello di una volta tanto che nell'ultima puntata sembra un pollo qualunque. Ci sono spunti interessanti: il "cattivo" Sisko, il cui personaggio però si sgonfia progressivamente, e Hanna. Quest'ultimo è il miglior personaggio femminile di tutta la serie: intrigante, indecifrabile, letale e misteriosa (oltre che molto bella), vero e proprio alter ego femminile di Dexter. (Magnetti)

**! Migliore della sesta, ma obiettivamente era difficile far peggio. Eppure le premesse per una grande stagione c'erano, grazie a Ray Stevenson, villan coi fiocchi (per lui l'esclamativo), che rendeva sopportabili le ambascie debbiane e la deriva senza rimedio di personaggi secondari come il bischero Quinn ed il bollito Batista. Invece, a metà stagione, il cattivo viene baciperuginizzato e buttato a mare, per lasciare spazio alla love story con una serial killer interpretata da un'attrice bellissima ma tinca come Yvonne Strahovski. E poi, dov'è finito il Dexter maniaco della precisione e del controllo? Questo qui è un pasticcione che semina prove e rischia di farsi pollescamente incastrare anche dalla polizia più inetta del globo! (Daniela)

**** Scordate il Dexter perfetto e certosino, poichè il nostro ormai sembra quasi un uomo comune che può commettere anche il più banale degli errori (questo cambio di rotta, sinceramente, mi soddisfa). Le puntate sono omogenee e a differenza delle altre stagioni non c'è una trama principale che prevale sulle altre, ma alla fine tutte le sottotrame funzionano come il più preciso degli orologi svizzeri. Ottimi gli ingressi di Sirko e della bellissima Hannah, quest'ultima una delle migliori figure femminili del serial. Regia e fotografia di tutto rispetto. Sottovalutata oltremodo. (Didda23)

*** Controversa. Eterogenea. Innovativa. Scossi dal segreto ormai diventato di Pulcinella: Lumen, Debra, adesso Hannah e pure il capitano. Quel Dexter preciso, algido e calcolatore che spiccava sullo schermo ha lentamente perso la sua corazza per divenire sulla strada del tramonto cinematografico uno dei tanti. Ci piace questa svolta perché esalta quello che un tempo era e va chiudendo il cerchio. La stagione vive più di emozioni che di una storia vera e propria ma ci piace e ci cattura. Credo sia un Dexter minore che va invecchiando e non cerca di restare giovane ad ogni costo come molti altri. (Redeyes)

*** Stagione interlocutoria con episodi di scarso interesse ed altri di qualità (quello finale ad esempio, in assoluto il migliore); compare uno dei personaggi in assoluto più interessanti (Hanna, vero contraltare femminile del protagonista); potenzialmente buono anche il personaggio del criminale ucraino Sirko (interpretato dall'ottimo Ray Stevenson) che però non viene adeguatamente sfruttato. Bravissimo come al solito Michael C. Hall che in questa stagione regala "connotati" più umani al suo personaggio. (Galbo)

**! Dexter agisce non più come solitario vendicatore ma condivide il suo "intimo" con qualcuno a lui profondamente legato e, ora, altamente deluso. Incontra una donna pericolosa (Hannah) e si affeziona di nuovo alla persona sbagliata. In questo contesto il protagonista subisce un notevole cambio di carattere dimostrandosi sempre più umano e meno "mostro". La stagione si svolge così tra alti e bassi, talvolta rasentando però la noia anche per la mancanza di un più ampio spettro narrativo di carattere "giallo" (poco incisivo qui il personaggio killer piromane), solitamente sempre presente come sottofondo degli episodi. Alta come sempre la qualità interpretativa del cast e la messa in scena, con una regia di deciso stampo cinematografico... (Undying)


STAGIONE 8 (2013)

** E siamo arrivati all'ultima stagione... Attendevo il momento. Il livello è quello della 5^, 6^ e 7^ serie, ovvero con alti e bassi, poca brillantezza nella sceneggiatura e troppi riempitivi fini a se stessi. L'atmosfera, comunque, è quella giusta e l'idea del Dexter sul viale del cambiamento ci stava tutta. Fino alla nona puntata diciamo che tre pallini ci stavano. Poi arriva il finale, per nulla originale, con il cattivo che si sgonfia e il fotogramma finale che lascia con un gran punto interrogativo nel cervello e, naturalmente, spiana la strada per una ulteriore stagione nonostante le dichiarazioni dei produttori. Sempre ottima la Hanna avvelenatrice, la Rampling sembra un pupazzo per ventriloqui. Hall migliore che nella stagione precedente. (Magnetti)

***! Siamo ai titoli di coda di una delle serie più interessanti degli ultimi anni. Purtroppo le ultime stagioni hanno un po' annacquato la qualità delle prime, l'amore ha annebbiato la mente "diabolicamente perfetta" del nostro e la sceneggiatura ha faticato. Hannah illumina la strada di Dexter ma finisce anche per renderlo più debole e così il cattivo di turno, figlio della maschera di cera Rampling, incide e lo fa profondamente. Le ultime puntate alternano speranzosi finali a cupi presagi. Le scene dalla segheria, forse banali forse anticipatorie di una nona stagione, danno comunque una degna chiusura alla serie. (Redeyes)

**! Dexter non è più quello di una volta: esordisce combinando un'idiozia dopo l'altra e non coglie cose che lo spettatore intuisce nell'immediato. Tale prevedibilità ancora alla mediocrità gli episodi 3, 4 e 5, ma fortunatamente in seguito la serie si rialza: facilonerie e strampalatezze restano, ma il coinvolgimento torna a farsi abbondante e pure l'identità del serial killer di turno appare meno scontata del previsto. Bello l'episodio finale, anche se l'ultimissima sequenza si poteva evitare. Stagione finale nel complesso poco incisiva, ma senza inficiare sul livello generale di una grande serie. (Deepred89)

** La serie finale di Dexter coincide con il momento in cui il personaggio mostra la sua umanità e fragilità. I primi episodi sono parecchio noiosi, poi il livello risale in coincidenza con il ritorno in scena di Anna. L'ultimo episodio non è male per quella che nonostante il calo di qualità progressivo rimane una delle serie più riuscite di tutti i tempi. (Galbo)

** L'ultima stagione rasenta spesso il melodramma e Dexter - ormai dal carattere radicalmente cambiato e in compagnia di Hannah - ha deciso di fuggire in Argentina. Questa volta, però, sono piuttosto pesanti i 12 episodi, girati sul versante depressivo con Debra Morgan in testa a tutti i protagonisti. A tratti patetico il personaggio della Vogel, tratteggiato con supponenza e boriosità da una mediocre e poco simpatica Charlotte Rampling. Gli sceneggiatori sembrano qui sprofondare nella noia e nelle incertezze, chiudendo in maniera indecorosa (dato lo standard), perché ancora incerti sulla realizzazione di una nona serie che, per fortuna, non si è poi fatta. Memorabile, comunque, la sentita interpretazione di Desmond Harrington nei panni di Quinn... (Undying)

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