Milonga - Corto (2010)

Per Borges la Milonga era superiore al Tango, ma le due danze sono difficilmente distinguibili per il profano. Qui ciò che colpisce è che anche il corteggiamento (un amore finito che forse riprende?) è basato su gesti che richiamano la danza. Poi sono i piedi e le gambe a farla da padroni, in un corto di dieci minuti che contiene pochissime parole. Per una volta, l'eccesso di sigarette ha un suo perché, un po' enigmatico, ma è pur sempre un suo perché.

Il film sta tutto nell’atmosfera della milonga, fatta di corpi che ballano avvinghiati, musica, alcol, fumo e sguardi attenti. Il cortometraggio vorrebbe ammiccare a complessità sentimentali che però si riducono a pochissima cosa: lo screzio tra lui e lei, rimesso a posto da un cliente del locale che osserva da lontano. Ma la suggestione è fragile, così come il ricorso a un’unica battuta (di troppo) in un film che avrebbe la sua forza proprio nell’assenza di parole, in un luogo dove non servono perché tutto è scandito dalla passione del tango.