Buiomega71 • 25/04/15 09:48
Consigliere - 27145 interventiNOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
Un "crime movie" dalla durata di 134 minuti, sulle imprese criminose di Iwao Enokizu (un eccellente Ken Ogata), che truffa, uccide, seduce e fugge da una città all'altra con crudeltà e spirito di "libertà"
Un incrocio tra Landrù, il bel Renè e un gagà scorsesiano
Imamura narra le sue vicende delittuose con uno stile quasi documentaristico, appiccicandole la macchina da presa addosso , tra piani sequenza e steadycam (come l'arrivo di Iwao a Tokyo, con movimenti quasi depalmiani), intingendo di realismo estremo la storia di questo killer di famiglia cattolica che seduce le fanciulle e ammazza senza pietà per soldi
Che siano due anziani camionisti (unico delitto efferrato che sfocia nello splatter: uno preso a martellate sulla capoccia e poi finito con un punteruolo, l'altro preso a coltellate sull'abitacolo del suo camioncino), un vecchio avvocato omosessuale (chiuso in un armadio) o madre e figlia propietarie di una squallida pensioncina.
Imamura sonda la crudeltà umana e non risparmia niente e nessuno
Partendo dalla famiglia cattolica dell'assassino (suo padre, mentre lui e in galera, se la fà con la nuora, oppure le butta tra le braccia altri uomini), fino alla varia umanità scellerata che orbita attorno a lui (il laido ex marito di Haru, che la vuole stuprare davanti a sua madre)
Ma Imamura evita l'effetto schock gratuito e il senzionalismo, come un entomologo studia il comportamento di queste miserie umane, non dà giudizi e sonda la "normalià nell'uccidere" con estrema fredezza
Alcuni passi non incidono (la relazione suocero/nuora, le indagini della polizia), frenando il racconto di statici orpelli, altri sono notevoli (il flashback sull'infanzia di Iwao con suo padre alle prese con un uomo dell'imperatore che li disprezza perchè cattolici, sotto la guerra con Iwao che gironzola sulla jeep con i soldati americani a caccia di appetibili contadinelle)
Tra prostitute, miserabili, locande e truffe (Iwao si spaccia ora per un professore di Kyoto, ora per un avvocato ) il giovane sbandato ci sguazza come un fringuello, fino alla fine dei giochi
Momenti intensi (l'identikit che lo sgama agli occhi di Haru al cinema, durante il cinegiornale che precede il film-che per la cronaca dovrebbe essere il sovietico
I giganti d'acciao-L'assedio-), la seduzione nuora/suocero durante il bagno notturno all'aperto) si alternano a altri meno riusciti (la vita nella locanda tra madre e figlia, che a volte assume i toni di una commedia)
Per crudeltà da segnalare lo spietato strangolamento di Haru ripreso dall'alto, che Iwao uccide così, senza un vero perchè, nonostante la donna-innamoratissima di lui- porti suo figlio in grembo
Da antologia la scena in cui Haru e Iwao sono a letto insieme, e lui giudica la sua passerina "stretta" perchè ancora non ha avuto figli.
Le anguille, i presagi di morte (l'impiccagione), l'ultimo-intenso-incontro con il padre (lo sputo in faccia, l'odio mai placato), le sbruffonerie e le seduzioni di Iwao, insaziabile a letto (ma quanto diamine sono femminili e deliziose le donne giapponesi? Da perderci la testa, quando scherzano a letto, fanno l'amore, emettono quegli urletti soffocati di piacere e pronunciano vogliose "Iatame"-smettila-), fanno del film un opera singolare che curiosamente a molti punti in comune con il coevo
Il Fascino del delitto di Alain Corneau
Incomprensibile la chiusa finale surreale (con gli stop-frame), non necessaria e tirata per lunghe
Una ballata disperata e tragica, supportata da una recitazione intensa e dalla regia asciutta di Imamura.
Cotola
Buiomega71