Buiomega71 • 18/01/25 09:43
Consigliere - 27342 interventi Hammer house of horrorUltima deriva crepuscolare hammeriana in un satanic movie sgangherato e affrettato che tenta, più o meno malamente, di stare al passo coi tempi, prendendo come spunto le atmosfere sulfuree e oscure del
Presagio, ma che anticipa qualcosa di
Un'ombra nell'ombra e ricalca le orme di
The devil rides out.(che ne sembra quasi un bislacco remake, se non fosse che è farina del sacco dello stesso scrittore) calcando la mano su particolari pruriginosi (l'orgia sodomitica con un satiro Cristhopher Lee, il favoloso, ma totalmente gratuito, nudo integrale di una Kinski ancora minorenne) e momenti gore (il parto sanguinoso con particolare sul pancione della gestante da sacrificare, con pelo pubico in bella vista, lo sgozzamento del neonato a testa in giù-palesemente un bambolotto che può rivaleggiare con quello dell'
Altro inferno-).
Sykes, però, gira bene (notevole la fuga allucinata della Kinski in trance per le vie di Londra, con abbondante uso di grandangoli distorti), crea una buona atmosfera di minaccia e cospirazione (la setta guidata da un ghignante e luciferino Lee), azzeccando alcuni momenti visivi non disprezzabili (il fantasma della moglie, la Kinski che si dimena febbrilmente nel letto, in preda agli incubi satanici, alla maniera di
Lisbeth Hummel, la suora "Caronte").
Certo, ormai il fascino Hammer (al suo horror finale, pietra tombale di una casa che ha regalato prodotti di ben altro prestigio) viene meno, in una evidente ricerca dell'exploitation a effetto shock (per l'epoca), dove l'apoteosi è data dal pupazzetto gommoso del diavoletto che appare alla Kinski (che in un frangente scult la lecca sul pancino), sorta di pre
Ghoulies che sembra uscire dalla cucciolata aliena di
Inseminoid e che fa più tenerezza che ribrezzo.
Gran finalone che sfocia nella baracconata (evidentemente la Hammer oltre che alla raffinatezza aveva finito pure i soldi) nel cerchio concentrico, con poveristiche virate in lisegia psicotrronica ,un gran ventone, Widmark che sproloquia una marea di stupidaggini sulla protezione dei demoni e una chiusa frettolosa senza phatos, che però vive di suggestivi richiami "pagani" a
The wicker man.
Disturbante, comunque, il momento del salasso e, per quanto tirato via, ha sempre quel fascino tipicamente settantiano del "diavolo probabilmente".
Commiato, non propriamente memorabile, di una casa di produzione che ha lasciato meraviglie e che titilla l'effetto nostalgia, e che chiude questo piccolo e umile omaggio dedicatole dal sottoscritto.
Rebis
Anthonyvm, Daidae
Lovejoy, Homesick, Ciavazzaro, Jena, Nicola81, Buiomega71
Corinne, Rufus68
Undying, Daniela