Buiomega71 • 5/09/17 10:27
Consigliere - 27150 interventiNon si capisce bene il senso di tale operazione, o meglio, dove alla fine Hardy voglia andare a parare
Non è un sequel, ne tantomeno un remake del suo capolavoro pagano, ma un oggetto strano, un UFO, uno sgangherato e bizzarro "altro" punto di vista su sette pagano/celtiche e vittime da sacrificare
Dopo un inizio a Dallas (!) , conosciamo Beth (Brittania Nicol) una sottospecie di Christina Aguilera, dal passato da zoccoletta (il video erotico/tamarro, che fà il paio con il coro "goliardico" su Britt Ekland, nella taverna, di
The Wicker Man), che si e redenta a cantare canzonette country in nome di Dio, e che insieme al suo ragazzo cowboy vengono invitati in Scozia da una comunità pagana per festeggiare il primo maggio, con l'elezione della "Regina di Maggio"
Questa volta la religione non ha peso specifico (almeno non tanto quanto in
The Wicker Man), e Hardy sembra fregarsene , non si schiera da nessuna due le parti e se la ride beffardo (la religione cristiana è rappresentata da due meri idioti-sia lui che lei- e quella pagana è solo appagliativo per nascondere i danni del nucleare e del potere economico/industrializzato)
Nel villaggio scozzese non ci sono più nascite (causa centrale nucleare), indi per cui serve al più presto un sacrificio al Dio sole e la bella Beth ne ha voglia di cantare canzoncine country in chiesa, nel nome dell'amore di Dio...
Il fatto e che Hardy sembra prendere in giro sè stesso, e il film si dipana tra momenti grotteschi (il gatto avvelenato eppoi gettato nella cesta), altri puramente comici (le gag del maggiordomo "evirato"), con scene di sesso goliardico che rasentano la barzelletta sconcia (l'insaziabilità di Daisy, che quando c'ha l'orgasmo parte per la tangente come nelle commediacce di Nando Cicero), storielle di pene d'amor perdute, personaggi strambi, situazioni demenziali
Disorientato da tale pastrocchio narrativo, non sapevo bene a cosa stavo assistendo, tra terribili tempi morti e la noia che prendeva sempre più piede
Poi, come per magia, verso la fine, salta fuori l'Hardy di
The Wicker Man, di una potenza visiva devastante. La commedia grottesca si muta in tenebrosa fiaba nera, la balzana comicità si trasforma in horror puro, e la ritualità pagana del sacrificio emerge in tutto il suo terrificante splendore (la svetizione prima del macabro banchetto e da antologia)
Una caccia alla volpe che si trasforma in caccia al cowboy, un castello abbandonato zeppo di corvi che gracchiano, un' agghiacciante rituale cannibalico che stà tra Arrabal e
Il profumo della signora in nero, una stanza di macabri trofei necrofori come quella di
Barbablù, con reginette imbalsamate sedute sul loro trono in stile
La maschera di cera, una danza celtica di grande suggestione tra maschere, corpi nudi e dipinti, i due grandi alberi antropomorfi fatti di vimini sotto un cielo terso e minaccioso, il grande rogo, la regina di Maggio, i magici e oscuri boschi alla fratelli Grimm, la chiusa orrorifica e ben poco conciliatoria
Hardy fà esplodere il suo innato talento visivo tra cannibalismo e follia pagana, questa volta intigendo il tutto nell'horror più viscerale
Certo, bisogna aspettare quel gran finale dopo 80' minuti di stupidaggini e nonsense, tedio e incredulità, dove sembra che Hardy ci prenda in giro o non crede fino in fondo a quello che stà raccontando
Ma la pazienza viene ripagata, Hardy si (ri)dimostra autore personalissimo, originale e di grande carisma. Dove porta avanti la tematica del paganesimo, della religione, delle sette, del sacrificio, delle cerimonie, degli usi e costumi delle comunità radicate in tradizioni arcaiche e celtiche
Se
The Wicker Man era più astratto e non un vero e proprio horror (almeno, non in senso stretto), quì Hardy spinge verso lidi orrorifici palesi e concreti, tra cannibalismo e tassidermia
Un pò come fece Nicolas Roeg con
Puffball o Ken Russell con
La tana del serpente bianco, anhe Hardy partorisce il suo balzano punto di non ritorno, tra genio e sregolatezza.
Non per tutti i gusti, chi ha amato (come me)
The Wicker Man si troverà spiazzato, deriso, confuso. Ma lasciate fare, perchè nel finale, Hardy, saprà ricompensarvi come nel suo capodopera tra balli celtici, alberi e roghi apocalittici, evocando temi, atmosfere e situazioni del suo capolavoro.
Lo sberleffo narrativo si trasforma in incubo, il ciarpame muta in immagini di grande suggestione e di macabre evocazioni
Il Dio del sole è tornato, viva il re del Sole e la regina di Maggio.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/09/17
Buiomega71
Greymouser, Caesars, Magerehein, Marcel M.J. Davinotti jr.