Buiomega71 • 20/02/14 10:12
Consigliere - 27196 interventiNon ho mai amato granchè la comicità corrosiva dei Monty Python, ma ho sempre trovato , sia nel
Sacro Graal che nel
Senso della Vita, momenti surreali eccezzionali, quasi un Jodorowski ludico e comicarolo
In
Personal Services c'è un Terry Jones sorprendente narrativamente, che sì tira zampate al vetriolo care al gruppo comico inglese (il travestismo, alcuni feroci dialoghi e volgari battute, la tumultuosa irruzione della polizia-girata coi controcosi-al bordello, i festini nel bordello con tanto di geniale filmino porno, la ragazza travestita da falena e pittata d'oro, le perversioni ridicole e pagliaccesche dei facoltosi e rincitrulliti clienti), ma sa regalare momenti di cinema realistico, quasti lochiano nel tratteggiare il sottoproletariato inglese (soprattutto nella prima parte), con toni anche drammatici, tra topaie e affitti da versare, furibonde liti familiari e incomprensioni al matrimonio della sorella della Walters, spezzati da sogni ad occhi aperti (la Walters e l'incontro galante con un principe, raggiunto previo ascensore), nonchè di sequenze emblematiche e inattese (la Walters, in un villaggio vacanze, che vede un uomo completamente nudo sul balcone dirimpetto al suo,nell'ebrezza della notte tra grilli e calura, lo segue e scopre che...)
Jones scardina il buoncostume inglese, con vecchi porcaccioni altolocati che realizzano le loro fantasie "perverse" (tra cui, irresistibili,: Un giudice con cappellino da scolaretto che si fà picchiare sul popò, un avvocato che si veste da scolaretta lesbo, un esattore delle tasse legato a guinzaglio e frustato che vuole la "pioggia d'orata", un altro che vuole farlo alla "francese" con fellazio al rossetto, un notaio che si fà chiudere-rivestito con una tuta in latex fetish-in un bugigattolo con lampeggiante rosso, un vecchio colonello che prima si fà masturbare-sequenza esilarante per grottesco e demenzialità- e poi si traveste da odalisca!), dove Jones la butta sul surreale e il ridicolo, senza morbosità , ma col sorriso stampato sulla faccia.
La Walters è bravissima a tratteggiare una maitresse cinica e logorroica (che non riesce a trovare il vero amore), e che sfrutta il potere delle istituzioni attraverso il sesso e i suoi vizi
Sicuramente Jones non dice nulla di nuovo, ma e come narra la vicenda che diventa irresistibile, approfondendo la psicologia dei suoi strampalati personaggi (sia prostitute che improbabili clienti), regalando momenti di grande cinema visivo (la ripresa esterna del bordello con sottofondo la canzone "
Mary's boys child", l'arrivo della polizia-un pò come nel
Sacro Graal, che alla fine, interrompeva le riprese-), nonchè di momenti da antologia (la scoperta, nei bagni delle signore, del travestismo di Dolly, il feticismo per i vestiti da donna del padrone di casa, il magistrato beccato dalla polizia e lasciato in un campo come un sacco di patate, con il cellophane nero sulla testa, i preservativi storpiati in preventivi-ci sono pure quelli neri per i...negri!-, tutta la parte finale al bordello-che pare più una kitshissima casa di riposo con tette e culi al vento)
Delizioso il commento musicale di John Du Prez, e la fotografia del futuro mago della luce dei Coen, Roger Deakins
Menzione speciale per Shirley Stelfox, puttana scafata e dalla lingua tagliente, ora tutrice severa e sculacciona, studentessa lesbo con treccine, terribile dominatrix, che gira in cadillac e fà i week end in Arabia Saudita (giusto per compiancere uno sceicco ottuagenario)
Mi pareva, a volte, di vedere un
Histoire d'O: Ritorno a Roissy e un
Madame Claude filtrato dalla vena corrosiva dell'ex Monty Python (questo, credo, sia il suo primo film dopo lo scioglimento dal gruppo), oppure un
Tokyo Decadence "sbarazzino", e molto dello strombazzato
Irina Palm viene da qui.
La Walters, in guepierre e tacchi alti, emana sensualità e forza femminea risolutiva allo stesso tempo, circondata da poliziotti invadenti, vecchi porcaccioni-ma in fondo pezzi di pane timidi e impacciati-ricconi obesi che la vogliono sposare, padri conflittuali (bellissimo e commovente l'arrivo del padre al bordello), sorelle insopportabili e amori mai vissuti (se non sognati ad occhi aperti)
Uno sguardo, ora tenero, ora irriverente, sul "mignotta movie", che acquista sapori deliziosi, con una chiusa finale degna del miglior sketch del "demenziale" gruppo inglese.
Buiomega71
Marcel M.J. Davinotti jr.