Squillo - Film (1964)

Fin troppo moralistico nel far incrociare due personaggi diretti a Roma: una sfrontata minorenne proveniente da un paesino, convinta di raggiungere la Terra dei Sogni, e un uomo maturo che dovrebbe fare il salto di qualità professionale. Ne nasce un rapporto travagliato, spezzettato, falcidiato da tante delusioni che culmineranno in una scelta sbagliata e quasi fatale per lei, e in una profonda amarezza abilmente celata da tanta ipocrisia per lui, il tutto causato dal marciume che si nasconde dietro il muro di carta del lusso e dello spettacolo. Film lapalissiano, rigido e lezioso.

È altamente probabile che i temi affrontati e la ricerca di un'estetica formale risentano dell'influenza di Antonioni, anche se il regista non riesce ad avvicinarsi al modello rincorso, soprattutto quando iniziano a diventare innumerevoli il numero di raccordi sbagliati. Resta solamente in certi frangenti un'atmosfera scabrosetta, considerato il periodo, mentre i dialoghi sembrano a volte davvero datati, più vicini a un melodramma moraleggiante dei decenni precedenti che agli anni '60. Riuscita la fotografia in bianco e nero di Luigi De Maria con alcuni esterni romani ben illuminati.