Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
unico autore italiano contemporaneo che può permettersi (o a cui viene concesso) di dispiegare il proprio immaginario.
Davvero. Adesso comincia a stufare. Stava anche riprendendosi verso la fine ma quando è comparsa la curva semovente è stato come dire "ahò beccate pure questa, io so io e voi..."
Neapolis • 17/05/25 10:02 Call center Davinotti - 3295 interventi
Capannelle ebbe a dire:
Giùan ebbe a dire:
unico autore italiano contemporaneo che può permettersi (o a cui viene concesso) di dispiegare il proprio immaginario.
Il cinema non ti concede mai nulla è l'autore che si piglia le responsabilità di quel che dice e che fa. Se ci sono nel film concetti difficili da capire si può dire che forse il regista ha esagerato nelle metafore ma questo Sorrentino lo sa e se lo fa lo fa a suo rischio e pericolo e infatti non ha vinto nessun David ancbe se qualcuno lo avrebbe meritato.
Capannelle, Neapolis, innanzitutto è un piacere leggervi sempre ed un orgoglio esser tirato in causa per una mia dissertazione. Direi che alla sostanza (e fatte salve le personali declinazioni e inclinazioni) ci si possa dire comunque tutti e 3 d'accordo. Tutto il mio commento infatti giocava sul concetto che Sorrentino, in virtù della propria "conquistata" (condivido in assoluto Neapolis e non lo mettevo in dubbio nelle mie righe) indipendenza espressiva è l'unico Autore italiano oggi grado di dispiegare il proprio immaginario cinematografico, il che fa sì (e qui comprendo pur se non condivido totalmente il giudizio di valore di Capannelle) che talvolta sti vellicamenti solipsistici facciano sbuffare un pochetto. Ciò detto ribadisco il mio giudizio sul film e su molto Sorrentino ultimo: una eccellenza affascinante, il cui ridondare talora ammorba. Ma insomma è il Cinema e dunque: parliamone. Un caro ed affettuoso saluto ad entrambi
Neapolis • 17/05/25 13:55 Call center Davinotti - 3295 interventi
Giùan ebbe a dire:
Capannelle, Neapolis, innanzitutto è un piacere leggervi sempre ed un orgoglio esser tirato in causa per una mia dissertazione. Direi che alla sostanza (e fatte salve le personali declinazioni e inclinazioni) ci si possa dire comunque tutti e 3 d'accordo. Tutto il mio commento infatti giocava sul concetto che Sorrentino, in virtù della propria "conquistata" (condivido in assoluto Neapolis e non lo mettevo in dubbio nelle mie righe) indipendenza espressiva è l'unico Autore italiano oggi grado di dispiegare il proprio immaginario cinematografico, il che fa sì (e qui comprendo pur se non condivido totalmente il giudizio di valore di Capannelle) che talvolta sti vellicamenti solipsistici facciano sbuffare un pochetto. Ciò detto ribadisco il mio giudizio sul film e su molto Sorrentino ultimo: una eccellenza affascinante, il cui ridondare talora ammorba. Ma insomma è il Cinema e dunque: parliamone. Un caro ed affettuoso saluto ad entrambi
Sorrentino sembra compiacersi di sé stesso in alcune scene. Il figlio abnorme del professore fatto di acqua e sale è un simbolismo che trovo difficile da interpretare come anche l'idolatria verso la figura del camorrista e la figura del Cardinale Tesorone. Sono tutte metafore difficili da interpretare come la figura della stessa Parthenope che si concede quasi a tutii e a cui insistentemente si domanda cosa stia pensando. Sembra di vedere in altra chiave un film di Pasolini
Una curiosità magari degna di nota: l'attore che interpreta il padre di Parthenope, cioè Lorenzo Gleijeses, è il figlio di Geppy Gleijeses, già visto in "Cosi' parlò Bellavista" nel ruolo dell'architetto, genero del professore. Me ne sono accorto per l'incredibile somiglianza tra i 2.
Quando Sorrentino ha tutto il tempo per diluire la sua narrazione, allora ci sono ottimi risultati, come l'affascinannte serie tv " The young Pope", per me la miglior opera del regista. Se Sorrentino, però, continua così, spreca il suo indiscutibile talento. Si vede che si piace molto e molti suoi film cominciano evidenziando le sue grandi capacità visionarie ed è un vero spettacolo. I secondi tempi, invece risultano ridondanti, sempre con metafore eccessive e fuori luogo, che appesantiscono il tutto. Che bello il primo ballo in "La grande bellezza", con un Servillo che sembra uscire dallo schermo; e allora perchè fare tre scene quasi identiche di ballo? Sorrentino, datti una regolata, please!
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/11/24
Furetto60, Il ferrini, Lou, Reeves
Bruce, Zampanò, Hart crane, Muttl19741
Cotola, 124c, Thedude94, Paulaster, Giùan, Jandileida, Xamini, Marcel M.J. Davinotti jr.
Markus, Galbo, Didda23, Deepred89
Ancer, Myvincent, Luluke, Beffardo57, Enzus79, Pigro, Capannelle, Schramm
Kikoz, Von Leppe, Striscia, Giufox
Daniela