Buiomega71 • 23/09/24 10:53
Consigliere - 27244 interventiMeno cupo, viscerale, crudele, feroce, spietato e nichilista di
Mr. Vendetta, e molto più patinato e con un'animo meno "orientaleggiante" per compiacere anche il pubblico occidentale,
Oldboy frena il pessimismo cosmico che contraddistingueva il primo capitolo della "trilogia della vendetta" (vedi, per esempio, il sottaciuto happy end, dove , al contrario,
Mr. Vendetta non risparmiava niente e nessuno) per una narrazione più classica e molto meno "dolorosa".
Una vendetta più macchinosa e machiavellica rispetto a quella di "pancia" di
Mr. Vendetta (discutibile tutta la faccenda dell'ipnosi) e per certi versi (o scelte narrative) le ho preferito il remake di Spike Lee (vuoi anche per l'immediata empatia con il personaggio di Josh Brolin), che non dico sia migliore, anche perchè la regia di Park Chan-Wook (in questo caso specifico) è nettamente superiore a quella del regista di
Jungle fever.
Al di là del colpo di scena che già sapevo, appunto dopo aver visto il remake e non aver letto il manga, Wook non rinuncia a stoccate nel grottesco (il polipo divorato vivo, la formica antropomorfa in metropolitana nelle visioni di Mido che fa parecchio Guillermo Del Toro), lascia la poetica della violenza o fuori campo o in campo lungo (i denti estirpati con la penna del martello, il tirapiedi "marziale" sparato in testa, la lingua mozzata con la forbice, il suicidio in ascensore) e almeno un momento un pò tamarro da action anni 90 come la lotta videoludica in piano sequenza (realizzata molto meglio, questo sì, da Spike Lee).
Ancora scorci di una Seul degradata e personaggi "amorali" dove viene meno la distinzione tra buoni e cattivi, ma meno incisivi e disperati che in
Mr. VendettaSenza ombra di dubbio Park Chan Wook è un autore immenso e anche quì regala tocchi registici di assoluta e immaginifica estasi che valgono, da soli, la visione del film. Su tutti il flashback virato vintage dell'incesto fratello/sorella con sapori acri e morbosità
dallamaniane (le fotografie, le mutandine abbassate, il reggiseno sfilato, lo specchio per vedere meglio il bacio passionale sul seno, la caduta sul parapetto della diga).
Nonchè di svolte assolutamente geniali (l'operazione al cuore con pacemaker "suicida") e tutta la travolgente parte finale dello svelamento del diabolico piano (la vendetta non è la reclusione, ma la sua liberazione dopo 15 anni) con la scatola infiocchettata e l'album di famiglia da sfogliare con orrore, le umiliazioni che ne conseguono (Daesu che si mette a fare il cane), l'automutilazione della favella e la disperazione edipica.
Pre finale sulle nevi montuose un pò tirato per le lunghe e francamente evitabile, con fumosità del "doppio io" sotto ipnosi alquanto inutili e stucchevoli dal look
fightclubesco (Daesu di fronte al finestrone in pezzi del palazzo).
Potentissima la soundtrack e le meraviglie della fotografia di Hwang Jo-hyung.
Un buon film certamente, che si segue con attenzione, che dona momenti di gran cinema (anche se con qualche sviolinata imperfetta che ne abbassa il potenziale), ma dannatamente e particolarmente sopravvalutato.
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