L’idea di Placido oscilla tra il resoconto storico della breve vita di Merisi e l’esaltazione della sua visione, convogliata in un talento in grado di echeggiare nei secoli. Il travaglio delle opere si percepisce vivido e sofferente sulla pelle e ad esse il regista regala quel tocco cinematografico in grado di valorizzarle. Squarci di luce interrotti da una volontà narrativa che sembra dipendere dall’obbligo di raccontare le vicissitudini del Caravaggio, quasi a voler chiedere scusa all’artista e dimostrare la miopia della Chiesa dell’epoca. Meritevole di una visione, senza dubbio.
MEMORABILE: La riproduzione della Morte della Vergine.
La battaglia del papato contro la magnificenza pittorica del Caravaggio, che conduce una vita dissoluta ma realizza opere di una bellezza inarrivabile utilizzando uomini e donne della plebe più infima. Placido offre una pellicola corretta che accusa la chiesa in maniera non del tutto definita e narra frammenti di vita del maestro. Bene Scamarcio, troppo impostato Garrel e la Huppert, vista l'età, poco credibile come spasimante e protettrice del pittore. Buon film.
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