Buiomega71 • 7/03/20 09:51
Consigliere - 26532 interventi Il cinema personale di Larry Fessenden prende forma in questo agghiacciante e quasi insostenibile atto d'accusa contro la vivisezione.
Definirlo, o catalogarlo come semplice "horror" sarebbe riduttivo, perchè
No Telling và a toccare certi nervi scoperti che, ahimè, con l'horror hanno poco a che fare.
L'orrore che mette in scena Fessenden è ben altro, e colpisce come un maglio sui denti.
Il suo cinema scarno, essenziale, ammantato di angoscia e lancinante realismo, ambientato in un bucolico (e spettrale) staterello di New York perso in mezzo al nulla, tra caldo , puzza, mosche che ronzano continuamente, carcasse di animali morti (la vacca nel campo, il daino sul ciglio della strada zeppo di tafani).
Per amore della scienza, per "aiutare l'umanità" a sconfiggere il cancro o rinsanare gli arti amputati, l'uomo si fa Prometeo, diventa una specie di mostro e si accanisce con folle crudeltà sugli esseri più deboli (all'oscuro della bella mogliettina pittrice e un pò frichettona, che instaura un'amicizia "semprepiùintima" con un biologo) e, se non può avere delle "stupide scimmie" che l'azienda non vuole fornirle, si procaccia egli stesso gli animali da sottoporre alle sue terribili (e mostruose) operazioni di chirurgia sperimentale, chiuso nel suo bunker campagnolo, sorta di angoscioso laboratorio di Frankenstein tra topini squartati ancora vivi e conigli con il cervello esposto.
E nella sua tagliola (sistemata tra i prati) cadono procioni, cani che hanno salvato bambine dall'annegamento, che , come un serial killer, il "dottore" porta (feriti) in gran segreto nel suo antro degli orrori.
Dopodichè le gesta criminose sulle povere creature si fanno quasi insopportabili (il povero vitellino trascinato con una corda per il campo, talmente stremato da non reggersi più sulle zampe e preso a sassate perchè i suoi lamenti attirano troppo l'attenzione, e il mostruoso ibrido per metà cane e per metà vitello, che stà sulle zampe a scatti, con gli elettrodi piantati nel cervello che le procurano spasmi atroci-pluaso all'animatronics di Robert Flanagan, che crea degli SFX di impressionante iperrealismo) mandando a remengo le esagerazioni e il grottesco di
Human Centipede, perchè in Fessenden non c'è nulla di esagerato o di paradossale, ma un cruda concretezza e lucidità che picchia dove fa più male.
Di mezzo il classico cinema del regista newyorkese, tra un'apparente lentezza narrativa, parecchi dialoghi e qualche momento horror più "tradizionale" (l'incubo della gestazione di Lucille), sottolineato dallo straniante score di Tom Laverack e da alcuni picchi notevoli di regia (le riprese dall'alto mentre il dottore porta il cane fuori dalla macchina, la veloce ripresa all'indietro su Lucille che prende il sole, la sequenza dell'incendio per purificare il posto dove la carcassa della vacca marciva).
Ottimo il cast di sconosciuti e bravissimi gli animali. Da non sottovalutare una larvata patina da film anni 70 (che ne aumenta il disagio), come l'omaggio a
Non aprite quella porta con il portellone scorrevole che viene chiuso, violentemente, sbattendo.
L'autore di
Wendigo aveva già le idee chiarissime, e il suo personalissimo modo di intendere "l'horror" non lascia indifferenti, perchè
No Telling non assomiglia a nessun altro film. La chiusa finale sembra un pò tirata via, come se a Fessenden fossero finiti i soldi, ma l'urlo disperato delle scimmie chiuse nel conteiner del camion, non si scorda tanto facilmente.
Bellissima
Blood of Jesus sui pittoreschi e popissimi titoli di coda.
Si astengano ASSOLUTAMENTE anime candide e animalisti convinti.
Buiomega71
Anthonyvm