Daniela • 28/03/13 15:08
Gran Burattinaio - 5944 interventiCotola nel suo commento avanza questo dubbio:
tra "mafiosi" si usano tutte queste "cortesie"?
Se il cinema rispecchia la realtà sud-coreana, mi pare proprio di si:
a) si salameleccano l'un l'altro con frequenza, arrivando alla prostrazione ed al leccamento della suola delle scarpe quando si trovano davanti ad un loro superiore, civile, militare o criminale che sia.
b) queste cortesie formali non impediscono affatto le più bieche violenze, sia verbali che fisiche. E questa violenza si ritrova non solo nel milieu della malavita o in quello "contiguo" delle forze dell'ordine (Memories of Murder, Peppermint Candy) o militare (The Unforgiven), ma anche nella normale vita impiegatizia (un esempio per tutti: l'impiegato di banca ritardatario menato dal suo direttore in The Fool King). Il bello è che gli insulti e le botte vengono accettati di buon grado dai malcapitati sottoposti, come rientranti nell'ordine naturale delle cose. Ho ancora in mente un poliziesco in cui il procuratore generale, dopo aver fatto un cazziatone pazzesco a tutto il suo ufficio, prende a scappellotti sul capo il vice-procuratore e poi a calci negli stinti un povero impiegato che, ricevendoli, continua ad inchinarsi e a ripetere "grazie signore, grazie signore". Roba che neppure Fantozzi e il megadirettore megagalattico...
c) questo ricorso all'uso delle violenza nei rapporti interpersonali deve essere piuttosto diffuso nella Corea del Sud, dato che se ne trovano tracce anche nelle commedie sentimentali (cito solo alcune: My Sassy Girl, Always, Windstruck). Qui invece di inchini e botte, ci sono coccole e ceffoni, ma la musica non cambia, cambia solo l'intensità della stessa.
Concludendo, personalmente ritengo che:
1) il cinema sud-coreano sia attualmente fra i migliori del mondo, se non il migliore, e questa eccellenza si ritrova non solo nei capolavori ma anche in opere di media fattura come il film che stiamo commentando
2) ringrazio il cielo di NON vivere in Corea, così se il mio Direttore mi tira un calcio nello stinco io posso fare a meno di ringraziare lui.
Daniela
Cotola