Buiomega71 • 18/05/13 10:18
Consigliere - 27196 interventiUn incipt a dir poco straordinario, gustosamente tarantiniano (con non poco velati ammiccamenti a
Pulp Fiction), impreziosito da inaspettati stop-frame e presentazione dei personaggi che andranno a intrecciare le loro vite in un sudicio motel alla
Vacancy (una scarpina col tacco piuttosto "fatale", un tremendo incidente sotto la pioggia battente seveniana). E da notare come il numero 6 sulla porta della stanza diventi un 9, proprio come succedeva in
Hit List di William Lustig.
Una volta arrivati al motel (dove si nascondono cadaveri nel freezer e laide stanze con giornaletti porno), comincia il countdown slasher, tra sospetti e colpi di scena, bizzarri e grotteschi omicidi, che inchioda alla poltrona e la tensione non molla mai la presa.
Piove dannatamente (come nei finali della saga di
Venerdi 13) per tutto il film, e la mano del misterioso serial killer colpirà uno a uno spietatamente (chi "perde" la testa nella lavatrice, chi ritrovato con una mazza da baseball infilata giù per la gola, chi investito "accidentalmente", chi pugnalato a morte)
Mangold (dopo l'ottimo
Copland) si riconferma regista astuto e talentuoso, ottimo direttore di attori e padronanaza assoluta del mezzo cinematografico
Il suo primo e unico (per ora) film di genere, trasuda atmosfere e sapori settantiani (sin dalla fotografia di Phedon Papamichael), con schegge che hanno l'odore dei nostri thriller passati e gloriosi, per passare dal
Silenzio degli innocenti e degli slasher anni 80, nonchè un intelaiatura kinghiana non indifferente (il cimitero indiano e le sue "maledizioni", e spizzichi dei Figli del granturco).
Così come non manca la citazione all'amato
Shining (Clea DuVall che impazza terrorizzata chiusa in bagno, minacciata dal marito sbraitante)
Gran finale sotto il sole , tra aranceti e strade alla
The Hitcher, davvero sorprendente, che spiazza e elettrizza (sfido chiunque ad arrivarci sù) e chiude genialmente un piccolo gioiellino che avrebbe meritato più aurea di cult.
Di maniera le musiche di Alan Silvestri, e parco il gore (ma qualche effetto disturbante del magico trio KNB lascia il segno) e da antologia il flashback riguardante la vera natura di Ray Liotta, davvero da applausi a scena aperta.
La filastrocca: "
Salendo le scale ieri sera ho incontrato un uomo che non c'era...nemmeno oggi lui è qua. Spero tanto che se ne andrà", i personaggi tutti nati il 10 di Maggio, i nomi che rimandano a città o a stati. Tutti tasselli di un puzzle diabolicamente geniale.
Più di un punto in comune con
Session 9 (le registrazioni audio, la follia labirintica della mente umana), ma molto meno cupo e disperato del gioiello di Anderson.
Cosa chiedere di più ad un thriller/horror che mozza il fiato, ti prende dall'inizio alla fine, ti fà piombare in un atmosfera mortifera e umidiccia, inizia come
Pulp Fiction e finisce come
Grano rosso sangue?
Assolutamente da riscoprire.
Max92, Rambo90
Undying, Pigro, Buiomega71, Pinhead80, Ryo, Bubobubo, Enzus79
Caesars, Red Dragon, G.Godardi, Homesick, Rebis, Daniela, Domino86, Nando, Metuant, Ultimo, Giùan, Thedude94, Gabigol, Gottardi, Minitina80
Galbo, Gestarsh99, Piero68, Saintgifts, Il ferrini, Rocchiola, Herrkinski
Supercruel, Belfagor, Enricottta, Cangaceiro, Nicola81, Capannelle, Ira72, Marcel M.J. Davinotti jr.